Riflessi nel vento

Post N° 764


IncredibiliaEra da un po' di tempo, che ci pensavo.Io con gli attacchi d'ansia... IO?Fino ad un paio d'anni fa ero a due passi dal Buddha, a confronto. Ogni preoccupazione dissipata da quella che, allora, pensavo fosse fede, e probabilmente lo era. Adesso direi meglio, più diplomaticamente, fiducia nell'equilibrio delle forze del mondo... ovvero, in qualunque direzione stia andando, non posso andare fuori strada, non si può non creare un posto per me, e sarà il migliore possibile (altro non ci potrebbe essere, e comunque, la soluzione peggiore sarebbe quella di non avere posto, e questo non è previsto... capito questo, non c'è da preoccuparsi). Quindi, come recita la filosofia zen: "Perchè affliggersi?".Questo fino ad un po' di tempo fa... e direi... forse allora non lavoravo e altre 2000 cose insieme da portare avanti suppergiù allo stesso livello, forse era più facile, pensarla come la pensavo, e viverla come la vivevo.Ma, adesso, stiamo esagerando. Lo pensavo l'altro giorno in treno. Certo, niente di grave, gli attacchi di panico e la depressione ancora non sono arrivati, e la sindrome di Gilbert ancora non si è pienamente manifestata, ma certi sintomi non mi piacciono. Ho la testa pesante, da così tanto tempo, e non si può proprio fare che mi viene da vomitare non appena mangio più del necessario (oddio, questo va bene per la mia dieta, ma non è sano uguale...)Ma non è che voglio fare un'analisi diagnostica dei sintomi da stress, o anche voglio farlo, che di solito osservo con molta curiosità le manifestazioni del mio corpo, e mi rendo conto che ho disimparato a vivere. Per quanto riguarda i sintomi da stress ho notato una cosa molto interessante, per esempio. Di anno in anno i sintomi cambiano, sembra che lo facciano per non farmici abituare, come se, accorgendomi di cosa succede al mio fisico, io riuscissi a controllarne anche lo stato di disagio. 2 anni fa era Gilbert, l'anno scorso la gastrite, quest'anno questo vago malessere da spossatezza costante e nausea. Chissà l'anno prossimo che cosa s'inventa il mio corpo?Dicevo, pensavo in treno, che ora basta. Devo riprendere la passata consapevolezza, o inconsapevolezza. Non me ne frega niente di come si classifichi, fattostà che vivevo bene. Trovo che l'ansia sia la cosa più inutile che la rivoluzione industriale e la scoperta dell'orologio ci abbiano trasmesso.E' che lo so quando mi è saltato tutto. Ed è anche facile a trovarlo, il momento... un momento durato 6 mesi, in cui ho visto, penso, le cose più incredibili che in tutti gli anni mi siano capitate, fin'ora. Incredibili, e tra le cose più impossibili, anche quelle incredibilmente crudeli, ho visto. E lì non ho più creduto a niente.Io ho un gran difetto, che penso essere un difetto molto umano: pretendo di aver risposta alle domande in un tempo breve, quasi immediato... quando magari uno può vivere 4 vite, senza avere una sola soluzione ai suoi mille quesiti sull'esistenza. Credo che le mie risposte a domande formulate durante la malattia di mia madre, sulla crudeltà delle persone e delle circostanze, difficilmente avranno una risposta in un tempo quale possano essere sei mesi o sei anni... penso che ci dovrò vivere almeno una vita sopra, per comprendere qualcosa.Tornando a prima, ho visto così tante cose incredibilmente brutte, e belle, che alla fine non ho voluto più credere a niente. Nessun insegnamento positivo ho tratto da tutto questo, fuorchè che l'unica cosa irreparabile è la morte, e che non c'è nessun'altro problema che abbia il peso e la portata per esser definito tragico, se non la morte. Detto questo c'è la paura degli uomini, che non ti fa stare mai serena. La paura per gli uomini. E il pericolo dell'indifferenza, la tua.Pensavo, ma speravo non fosse vero, di avere tragicamente cambiato direzione, dopo l'esperienza di mia madre. Niente più dio, niente più fede.Ho ricominciato a pregare, qualche settimana fa, unicamente per qualcun'altro. Non sapevo chi pregavo nè se stavo facendo bene, ma era incredibilmente l'ultima cosa, e la più naturale, che mi rimanesse da fare. Mi chiedevo se stessi agendo per un'educazione ormai troppo radicata o semplicemente per scaricarmi il cuore, o perchè effettivamente ci fosse un orecchio divino, da quell'altra parte. Che fosse l'energia mossa da un'intenzione, o una preghiera raccolta, è successa un'altra cosa incredibile. Incredibilmente bella, stavolta. Che ci sbatto gli occhi, tanta è la luce, e l'incredulità. Ma è vera, l'ho toccata. Fa male, fa paura, fa spavento, credere.Fa bene, credere.----------------------------------------Una settimana fa:Denise: Paola... ti posso chiedere una cosa? ... Ma tu, sei felice?Paola: Denise... ma che domande mi fai? ... la felicità è una condizione temporale, episodica, quasi. Vuoi una risposta seria? Si, adesso sono felice, molto. Fino a quando durerà...