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Ho giocato con la vita una partita che pensavo già vinta in partenza, io, anima ribelle travestita da ragazzina fragile e immatura, non ho mai capito niente nè della mia temibile avversaria nè della persona che ero e sono diventata, ritrovarmi già piccola donna dentro un nuovo battito, ma allo stesso tempo, sentirmi molto più insicura e immatura di una bambina, con un calcio ho scansato gli ostacoli ma con il cuore ho preso a pugni le mie paure, fino ad inciampare e a ritrovarmi improvvisamente a terra circondata dai cocci di sogni infranti e con un'illusione che dall'alto mi guardava con uno sguardo beffardo e soddisfatto, io che tenendo gli occhi bassi sopra lacrime trattenute mi sono allontanata in silenzio, sperando che il mondo, distratto dal suo fragore, non sentisse i miei passi piccoli e incerti! Non so quanto possa essere bello sentirsi vivi quando dentro la malinconia bagna gli occhi del cuore, ma c'è qualcosa di così profondo in noi, forse spesso sconosciuto, a volte trasformato in semplici parole che non fanno rumore, quelle parole che descrivono sentimenti sconosciuti, figlie di emozioni inaspettate e profonde, ci sono momenti in cui è stupendo prendersi un tempo per respirare e sentire più forte il battito del cuore, che molto spesso, è camuffato dal forte rumore della realtà in cui ci affacciamo ogni giorno, è come se una volta uscita dalla porta di casa il cuore si travestisse di normali abitudini, della quotidianeità e dei soliti piccoli momenti scontati (definizione errata, per quanto le cose della vita non siano mai scontate, neanche i giorni che si ripetono allo stesso modo) ma ci sono teste bacatine, come la mia, che tante volte si soffermano sul niente e non si accorgono dell'orizzonte immenso che hanno davanti, a volte, vestito da normale abitudine (appunto). E' bello rileggerti in questo angolo virtuale, ed è bella la sensazione di scrivere parole nuove e al tempo stesso familiari. Un bacio Patrizia, buona serata