L' OPINIONE AUTONOMA

Morire di lavoro


 Morire di lavoroQuanto costa un pezzo di panenei campi arsi dal sol cocente,dove ci sono Cristi condannatiper pochi spiccioli: gli immigrati. A testa china su quei terrenia curare le piante generosedi frutti freschi, colorati e succosi.In condizioni tristi e micidialisotto il giogo dei caporali.Il sudore gli riga il voltoemaciato e sofferente,sotto gli occhi del guardianoarrogante e prepotente.La sera non c'è acquaper rinfrescare le loro gote,né cibo a sufficienzaper riempir le pance vuote.Non ci sono lenzuola bianchee nemmeno case vere,son coperti con cartone,sotto un tetto di lamiere.In baracche fatiscentiche di giorno son roventi,dove i sonni sono cortiper i fantasmi della notte:l'odissea dei viaggi,grossi topi e scarafaggi.Costa poco un immigrato,manodopera a buon mercato.Testa bassa e lavorareperché il padrone deve lucrare.Schiena bassa e andare avanticon la frenesia costante.L'agonismo di una garae si finisce in una bara.Assistiamo giornalmentea notizie sconvolgentied è sempre un triste coro:«Mai più morti sul lavoro!»Poi si ripete il triste eventoe son parole sempre al vento.Si fa sempre un gran parlare,ma si finisce per scordare.Nell'indifferenza della genteaccade l'ennesimo incidente.Tanto oggi, come ieri,si muore sui cantieri,o da una impalcatura cascatoo da una pressa stritolato,oppure arso da una fiammae gli consegnano una salma.Tutti i sogni del futurosi son infranti su di un muro.