Riflessi

Colmar


Arriviamo a Colmar che abbiamo scelto come base per esplorare la zona circostante e delusione, quello che credevo fosse una piccola cittadina è in realtà una città in piena espansione con una tangenziale trafficatissima, centri commerciali ovunque e casermoni anonimi nelle periferie, dopo la pace della campagna appena attraversata, ci sembra di essere tornati a Milano. Trovato con facilità l’albergo che fortunatamente è proprio nel centro storico, abbiamo la prima brutta sorpresa…il parcheggio dell’albergo è completo e tale sarà nei giorni seguenti. Alla reception ci dicono che bisogna arrangiarsi con i pochi posti non a pagamento o con il vicino parcheggio (1,20 euro all’ora, free solo dalla 19 alle 9). Dopo 25 m necessari per trovare un posto, in una zona limitrofa al centro e per evitare i sensi unici che qui a Colmar sono presenti ovunque costringendo gli automobilisti a fare dei lunghissimi giri per prendere il senso di marcia desiderato, riusciamo a prendere possesso della nostra camera alle 13:30 giusto in tempo per uscire nuovamente spinti dalla fame e incuranti della pioggia e del vento.Mangiamo delle gustose crepes prese a un botteghino e torniamo in camera per organizzare il pomeriggio, che trascorremo alla scoperta del centro storico di Colmar.Superate le prime impressioni negative, il centro si rileva davvero bello, curato e armonioso. E’ un dedalo di vie pedonali lastricate e di palazzi in stile alsaziano che risalgono al Medio Evo o al Rinascimento. Le case hanno come sempre le travi di legno a vista e sono tinteggiate in azzurro, viola, arancione, rosso e verde. La casa più bersagliata dai flash dei turisti (e si perchè nonostante sia pieno pomeriggio c’è pochissima luce...è proprio una giornataccia!) è la Maison Pfister del 1537 con dei pannelli (neanche a dirlo in legno...qui è ancora molto usato, anche nelle costruzioni più nuove!) decorati e dipinti con colori delicati. Un'altra casa che merita un paio di foto, anche se i turisti sembrano snobbarla è la Maison des Tetes, un po’ più recente..si fa per dire...è infatti del 1609 e come dice il nome ha una facciata su cui si affacciano 106 volti umani con diverse smorfie, accanto a teste di animali. Tutte le teste sono scolpite nella pietra.I quartieri di Colmar sono ancora divisi in base alle corporazioni, per cui si trova la via dei calzolai, dei pescivendoli e quella dei mercanti. In questa zona, in un mercato coperto, ogni giovedì mattina si svolge un mercato alimentare in cui gli agricoltori della zona portano a vendere formaggi, frutta, e fiori. Qui i fiori sono presenti ovunque, soprattutto i gerani, sia sulle facciate che lungo le aiuole e le fioriere nelle vie. Capita spesso inoltre di vedere signore alsaziane tornare a casa dalla spesa, che qui non viene portata nei sacchetti di plastica ma in sporte di vimini, con frutta, verdura e mazzi di fiori per decorare la casa. Nei campi sono previsti delle aree dedicate ai fiori da tagliare e vendere e i più diffusi, almeno in questa stagione, sono i gladioli e i girasoli.All’incrocio tra la via dei conciatori e quella dei pescivendoli,  che costeggia il fiume Lauch,  si trova il quartiere che sulle guide troverete indicato con il nome di Petite Venise, ma che sulle targhette delle strade è chiamato Quartier de la Krutenau. Arriviamo in questo che il quartiere più tipico di Colmar dal ponte di rue Turenne e il panorama che abbiamo di fronte è da cartolina. L’antico mercato alle spalle, il ponte infiorato, il fiume che scorre pigro e al di là del fiume le basse case colorate con le travi sempre in vista e le finestre strabordanti di gerani fioriti. Peccato che la giornata uggiosa spenga i colori e rovini l’effetto.Il resto del quartire, piccolo in verità, è davvero bello, e decidiamo di percorrere anche le vie laterali, quelle dove i turisti normalmente non vanno, e anche qui scopriamo degli angoli molto romantici. Tutto nelle case alsaziane è curato maniacalmente con un gran gusto per l’estetica. Ma è tutto troppo perfetto e ci sorge un dubbio. Non sarà fatto tutto a uso e consumo dei turisti? La risposta è scontata. Ma ci servono le prove!Iniziamo anche ad interrogarci sul come siano realmente costruite queste case. Sono costruzioni normali in cui vengono inserite le travi di legno o le travi di legno sono realmente la struttura portante? Visto che  il tempo non da segni di migliorare decidiamo di trascorrere, come la maggior parte dei turisti, la serata nella Winstub Koi Fuss nell’antica piazza della doga (consigliata, è carina, si mangia bene e i costi sono nella media: con 20/30 euro si può mangiare in due assaggiando tarte flambé, tarte all’ognion, patè de foie grass o in alternativa i vari piatti di carne di maiale con i cavoli o le patate e bere i diversi e numerosi vini tipici della zona).Aprirei a proposito del bere una piccola parentesi. Si viene in Alsazia, non solo per i villaggi dalle case colorate e le travi a vista e per la cicogne, ma anche e per molti soprattutto per i numerosi vitigni. Colmar è infatti il punto di partenza ideale per esplorare la Route des Vin che si estende per 120 km tra le colline ai piedi dei Vosgi attraversando paesini dominati da castelli in rovina e ricoperte dai vigneti. Lungo questa strada si incontrano numerosissime Caves (cantine) dove i proprietari saranno ben felici di farvi degustare i vini bianchi secchi (in particolare il Riesling e il Gewurtztraminer).