Riflessi

KAYSERSBERG- EGUISHEIM


L’ultima tappa della giornata è Kaysersberg, una volta città imperiale oggi centro vinicolo. È attraversato dal fiume Weiss sul quale conserva ancora un ponte del 1400/1500 che fa parte delle antiche mura difensive del paese, oggi quasi del tutto distrutte. Le case sono più alte e signorili, e sovrastate come sempre dalle rovine dell’antica fortezza del 1400. Dopo il lungo giro sulla strada dei vini, torniamo soddisfatti a Colmar. I vini…ecco di cosa mi ero dimenticata di parlare… e si perchè tra un paese e l’altro ci siamo fatti una cultura sui vitigni locali. Tutti i vini alsaziani sono A.O.C (Appelation d’Origine Controlleè) e portano il nome del vitigno e sono presentati nella bottiglia tipica alsaziane “Flute D’alsace”.Ci sono 3 AOC: alsace, alsace gran cru, cremant d’alsace (i più vivaci e delicati). Sono presenti sul territorio sette vitigni: Sylvaner (leggero dal sapore fruttato), Pinot Bianco (delicato), Riesling (secco e fruttato), Moscato (secco), Pinot Grigio (di lunga persistenza in bocca), Gewurztraminer (aromatico, fruttato e floreale), Pinot nero (unico vitigno di rosso o rosè, aroma fruttato alla ciliegia).Il quarto giorno del nostro viaggio avrebbe dovuto essere consacrato alla visita della via dei formaggi, che parte da Munster, ma non mi sento un gran che bene e così decidiamo di rimanere a Colmar e di visitarla con più calma e soprattutto con il sole...e devo dire che è tutt’altra cosa. Nel pomeriggio sto un po’ meglio e così andiamo a Eguisheim, l’ultimo dei villaggi alsaziani ..le vacanze stanno per finire!Ultimo, ma anche più tipico è infatti un paese fortificato come gli altri, ma in più è completamente circolare cosa che rende la visita davvero particolare perchè proseguendo lungo stradine fiancheggiate da casine coloratissime e curate a livello maniacale, si arriva, giro dopo giro alla piazza centrale dominata da ben tre chiese, due più piccole (sono più che altro due cappelle) e una davvero imponente.La cittadina a dato i natali al futuro papa Leone IX che qui è raffigurato un po’ ovunque.In questo paesino ci procuriamo finalmente le prove per affermare con assoluta certezza che la cura estrema di questa case, sarà anche in parte dovuta a un amore per l’ordine e i fiori delle signore alsaziane, ma è sicuramente ostentata per attirare i turisti.Girando, girando per le vie concentriche di questo paese, può infatti capitare al turista che non si lascia distrarre dagli acquisti, di entrare nella strada sbagliata, ovvero quella che da sul retro della casine a graticcio scoprendo così che non sono affatto curate, ma anzi che sono quasi in rovina. Le facciate deliziose e un pò leziose, sono solo tali, ovvero facciate di case dal retro assolutamente fatiscente e talvolta diroccato che si affaccia su strade non lastricate ma ancora di terra battuta. Sarà...ma quasi quasi, queste stradine abbandonate mi piacciano di più, le sento più vere e a loro modo belle, di una bellezza autentica e genuina.Il villaggio, che si è meritato la targa di villaggio tra i più belli di francia, è piccolo, ma richiede quasi tutto il pomeriggio per essere visitato a dovere, è infatti ricco di scorci panoramici, di torri (la più antica è quella dei Voleurs, vale a dire dei ladri), di fontane medievali e di pozzi (da notare che qui come in tutti i villaggi visitati, i pozzi non sono solo ornamentali, ma sono tutt’ora funzionanti). C’è anche un piccolo museo con strumenti di tortura e un museo della vita contadina. Il nostro ultimo pomeriggio in Alsazia si conclude con una passeggiata trai vigneti. La sera, dopo aver finalmente assaggiato la Chocrutte (buoni i cavoli, mentre la carne è stata un po’ una delusione) passeggiamo tra le stradine illuminate e iniziamo a pensare a come sarebbe bello tornare in questi luoghi in inverno, magari a Natale che qui è molto sentito e festeggiato, tanto che esistono negozi specializzati in decorazioni natalizie (davvero molto belle) aperti anche in estate.