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TagMenuI miei Blog AmiciCitazioni nei Blog Amici: 4 Manet"Colazione sull'erba" 208 × 264 cm Parigi, Musée d'Orsay È conosciuto come il padre dell'Impressionismo, sebbene egli stesso non abbia mai voluto essere identificato col gruppo degli Impressionisti, né partecipò mai alle loro esposizioni. Questo perché, per tutta la vita, preferì avere un riconoscimento ufficiale davanti allo Stato mediante l'ammissione al Sàlon e non "attraverso sotterfugi", come lui stesso affermò. Eagles - Hotel California (live)I miei Blog Amici |
origini dell'acquerelloI colori ad acqua e le sostanze coloranti furono adoperati su fogli ricavati dal papiro fin dall'antico Egitto nel II secolo a.C., e per la fabbricazione d'inchiostri e chine in Estremo Oriente nel III secolo d.C. In Europa questa tecnica viene usata per la prima volta in manoscritti medioevali dai monaci anche sulla pergamena, nelle miniature in un primo tempo il colore utilizzato era realizzato esattamente come gli attuali acquerelli; veniva aggiunto del miele alla gomma arabica per rendere il colore flessibile in modo che non si creassero delle crepe piegando la pagina. Nel XV secolo disegni acquerellati venivano realizzati per preparare bozzetti. Lo schizzo acquerellato detto "guazzo" (cioè pieno di acqua) dava la sensazione del volume, delle masse principali e del chiaroscuro; in questo modo l'artista poteva avere un'idea del lavoro finito. Nel XVIII secolo l'acquerello diventa forma artistica autonoma e comincia ad essere usato in modo estensivo nel sec. XVIII e nei primi decenni del XIX soprattutto grazie ad artisti inglesi come, W.Taverner, P.Sandby, U.R.Cozens ed in particolare qualche decennio dopo con W.Turner. Rappresentanti di questa tecnica sono stati nell'ottocento anche pittori francesi come E.Delacroix, C.Corot, H.Degas, P.Cezanne; in Italia l'acquarello viene usato con continuità dalla metà dell'ottocento dagli artisti napoletani della scuola di Posillipo come G.Gigante. E' una Tecnica pittorica che si ottiene mescolando polvere colorata, macinata molto finemente (pigmento), con acqua unita a gomma arabica (la resina dell'acacia) oppure ad altre sostanze come zucchero, miele o glicerina. I colori ad acquerello sono trasparenti e vengono applicati generalmente su carta. Il grado di intensità dei colori è determinato dalla quantità di acqua usata. Si tratta di una tecnica che richiede una padronanza assoluta; infatti a causa della velocità con cui i colori ad acqua si asciugano, è necessaria una grande rapidità di esecuzione. Nell'impasto si rinuncia totalmente al bianco come componente per ottenere tonalità di colore chiare e coprenti. In tale tecnica infatti, il massimo della luminosità è rappresentato dal fondo del supporto e la stesura del colore corrisponde a un continuo scalare verso le tonalità più scure. la tecnica
L'acquerello è una tecnica pittorica che prevede l'uso di pigmenti finemente tritati e mescolati con un legante, diluiti in acqua.
Il supporto più usato per questa tecnica è la carta
che viene usata preferibilmente ad alta percentuale di cotone puro, in
quanto la fibra lunga di questo vegetale non si modifica a contatto con
l'acqua. La carta che si acquista in commercio si misura in grammi
metro (peso di un foglio di 1 Metro quadrato).
L'esecuzione è di per sé tecnica assai raffinata, dal momento che
errori di esecuzione (quasi sempre dovuti alla scarsa manualità),
difficilmente e diversamente dalle altre tecniche pittoriche, possono
essere corretti mediante la semplice sovrapposizione di altro colore.
Infatti il colore è trasparente e non nasconde la stesura sottostante. I miei link preferiti
Post n°23 pubblicato il 12 Dicembre 2008 da acquerellimassimo
Tag: acqua alta a roma
Post n°22 pubblicato il 29 Ottobre 2008 da acquerellimassimo
Polvere di stelle. Breve taccuino etnografico da Tallil, Iraq. A te che sei il mio Iraq Di Anna La Rosa Questo non luogo che viviamo si trova in una terra stravolta da una guerra infinita, avvolto di polvere che forse è quella delle macerie, lacerato dalle esplosioni, da illusioni infrante, da speranze svanite. È un non luogo in cui si materializza l’angoscia dell’uomo che si fa giudice dell’altro uomo, fagocitandone l’identità, distruggendone i valori, le credenze e il ricordo di quella che fu una antichissima civiltà. Quasi inconsapevolmente abbiamo respirato quella Mesopotamia nella quale è nato il tasawwuf, il misticismo islamico, in un lontanissimo nono secolo. La terra che è stata culla delle civiltà dei sumeri, degli accadi, dei babilonesi e dei siriani, civiltà alle quali l’umanità deve la scrittura, il calcolo e le sue prime città. La terra della gloria di Nabucodonosor, della corte dello sceicco Harun al-Rashid, di cui si narra nelle Mille e una notte come “simbolo leggendario della raffinatezza culturale degli Abbasidi, la dinastia che regnò a Baghdad o a Samarra fino alla metà del Tredicesimo secolo”[2].
Post n°20 pubblicato il 09 Settembre 2008 da acquerellimassimo
Post n°19 pubblicato il 11 Luglio 2008 da acquerellimassimo
Post n°18 pubblicato il 09 Luglio 2008 da acquerellimassimo
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I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione. imagineTHE WAY IT IS -BRUCE HORNSBYper ridere un po'Graffiti writing
Il Graffiti Writing, spesso erroneamente definito Graffitismo, è una manifestazione sociale, culturale e artistica diffusa in tutto il pianeta, basata sull'espressione della propria creatività tramite interventi sul tessuto urbano. Correlata ad essa sono gli atti dello scrivere il proprio nome d'arte (tag) diffondendolo come fosse un logo. Il fenomeno prende le mosse dalla pittura murale (murales - disegni su muro), e viene spessoassociato ad atti di vandalismo, poiché numerosi adepti utilizzano come supporti espressivi mezzi pubblici o edifici di interesse storico e artistico. Generalmente, il nocciolo di writer più vicini ad un serio lavoro di ricerca artistica considerano tali attività deprecabili, dimostrando anche nella scelta del supporto per la pittura una maggiore responsabilità e consapevolezza. Un tipico graffito dei sottopassaggi di Pisa Sebbene le sue origini si possono far risalire all'abitudine dei soldati alleati nel corso degli anni quaranta di disegnare lo scarabocchio Kilroy, il writing nasce a Philadelphia nei tardi anni sessanta e si sviluppa a New York negli anni settanta fino a raggiungere una prima maturità stilistica a metà degli anni ottanta. Nei primi anni ottanta, anche grazie alla realizzazione di Style Wars (documentario sui graffiti della metropolitana newyorchese) e del film Wild Style, il fenomeno graffiti si diffuse su scala mondiale, trovando in Europa un fertile terreno. Le città europee che meglio recepirono gli input provenienti da New York furono Amsterdaam e Parigi, a seguire presero a svilupparsi le scene in Germania, Spagna e Svezia. Una dura repressione rese invece abbastanza taciturna la scena inglese. Dagli anni ottanta ad oggi il fenomeno si è sviluppato grazie alla diffusione di riviste specializzate, video convention e ai frequenti viaggi di molti writer per le città europee e americane. In Italia, le città maggiormente interessate dai graffiti sono Roma, Napoli, Milano, Pesaro, Bologna, Bari, Firenze, Torino,Salerno e Ascoli Piceno. Il fenomeno si è sviluppato in due ondate, quella tra il 1986 ed il 1995, fatta di ragazzi che arrivarono a rubare i tappini dei dosatori spray nei supermercati, poi messi fuori commercio e sostituiti da tappi ad incastro "femmina". La seconda ondata arriva fino ad oggi, con il raggiungimento, da parte dei novizi del 1995, di una certa maturità stilistica. |
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Inviato da: ciaobettina0
il 01/10/2008 alle 17:14
Inviato da: De_Blasi.A
il 05/07/2008 alle 01:37
Inviato da: normale_ma_nn_troppo
il 26/06/2008 alle 21:14
Inviato da: acquerellimassimo
il 16/06/2008 alle 18:27
Inviato da: De_Blasi.A
il 16/06/2008 alle 17:29