Soleto

Epigrafi scolpite


Un viaggiatore od un semplice viandante del borgo antico di Soleto, che si ferma ad osservare le facciate delle antiche dimore per curiosità, interesse od ammirazione, viene colpito oggi come un tempo remoto, dalle tantissime epigrafi, simili a motti greci e latini, che sono incise sulle cornici dei balconi, delle finestre e degli stemmi. Si tratta di iscrizioni che con un proverbio, una citazione, un passo letterario, filosofico, o religioso, ed un  pensiero personale descrivevano la personalità del padrone di casa od invitavano il passante a riflettere su un tema e monito saggio e profondo. Tra i variegati motti incisi sulla pietra, è particolarmente interessante quello datato 1541, che scorre sul terrazzo o balcone-mignano, della raffinatissima casa a corte il cui stemma fa pensare  alla famiglia degli Attanasi, che si erano distinti nell’arte militare. L’epigrafe ricorda l’insegnamento di Dante “non ti curar di loro ma guarda e passa”. CHI MAL DICE DI ME POCO MI CURO PERCHE' LA VERITA' ME FA SICURO ANNO DNI MDXXXXIIl nobile con questa frase voleva comunicare ai suoi cittadini di non essere assolutamente preoccupato delle maldicenze, calunnie, falsità. Pertanto avrebbe ignorato le malelingue senza cercare spiegazioni, senza aggredire, senza dar nutrimento alle provocazioni, senza rispondere con la stessa moneta. In quella casa viveva indubbiamente un signore dell'anima, superiore verso ogni bassezza, tentazione, cattiveria, pettegolezzo, danno e beffa. Un signore forte della sua verità e dei giusti sentimenti.