In un tratto del paesaggio di campagna soletana, caratterizzato da una serie di avvallamenti naturali del terreno, sono ubicate le pozzelle, testimonianza della costruzione a secco legata alle antiche condizioni dell'economica agricola e delle soluzioni idriche di un tempo, e monumenti della cultura rurale salentina. Probabilmente simili alle cisterne pubbliche delle città greche del VIII sec. a. C., queste "conserve d'acqua" (ndr Cosimo De Giorgi) costituivano una risorsa fondamentale per la sopravvivenza della comunità e delle attività agropastorali, avendo la funzione di raccogliere l'acqua piovana. Le ingegnose costruzioni, considerate arcaici serbatoi idrici, sorgevano nei pressi delle depressioni del terreno, dove confluivano naturalmente le acque piovane, che nel territorio della Grecìa Salentina prendono il nome di "laghi", come ci indicano i siti denominati "Lago del Capraro" e "Lago de lu Lai". Il sistema costruttivo dei "ta frèata", così vengono definite nell'idioma locale grico, è molto affine alle costruzioni trulliformi dei furnieddhi. Le buche vevivano scavate nelle depressioni, le pareti erano rivestite con pietrame seguendo cerchi concentrici che man mano si restringono verso l'alto, come un imbuto panciuto capovolto, nel fondo era riposta terra argillosa per conferire l'impermeabilità della pozzella. Sull'ultimo cerchio veniva disposto un blocco forato al centro, che costituisce la vera del pozzo, attraverso il quale si prevevava l'acqua.
Le pozzelle
In un tratto del paesaggio di campagna soletana, caratterizzato da una serie di avvallamenti naturali del terreno, sono ubicate le pozzelle, testimonianza della costruzione a secco legata alle antiche condizioni dell'economica agricola e delle soluzioni idriche di un tempo, e monumenti della cultura rurale salentina. Probabilmente simili alle cisterne pubbliche delle città greche del VIII sec. a. C., queste "conserve d'acqua" (ndr Cosimo De Giorgi) costituivano una risorsa fondamentale per la sopravvivenza della comunità e delle attività agropastorali, avendo la funzione di raccogliere l'acqua piovana. Le ingegnose costruzioni, considerate arcaici serbatoi idrici, sorgevano nei pressi delle depressioni del terreno, dove confluivano naturalmente le acque piovane, che nel territorio della Grecìa Salentina prendono il nome di "laghi", come ci indicano i siti denominati "Lago del Capraro" e "Lago de lu Lai". Il sistema costruttivo dei "ta frèata", così vengono definite nell'idioma locale grico, è molto affine alle costruzioni trulliformi dei furnieddhi. Le buche vevivano scavate nelle depressioni, le pareti erano rivestite con pietrame seguendo cerchi concentrici che man mano si restringono verso l'alto, come un imbuto panciuto capovolto, nel fondo era riposta terra argillosa per conferire l'impermeabilità della pozzella. Sull'ultimo cerchio veniva disposto un blocco forato al centro, che costituisce la vera del pozzo, attraverso il quale si prevevava l'acqua.