Soleto

L'inferno del Giudizio Universale Chiesa di S. Stefano


La controfacciata della splendida chiesetta medioevale di S. Stefano ospita un emblematico ed "affollato" Giudizio Universale, tema religioso-culturale-sociale già presente nel mosaico pavimentale di Otranto realizzato nel XII secolo. A destra dell'arcancangelo Michele, vestito da guerriero angioino e con la spada, intento a misurare i peccati degli uomini con la bilancia della giustizia, è raffiugurato l'inferno ed i suoi dannati. Tra questi sono presenti i lussuriosi; un uomo ed una donna dormono su un letto con una coperta di color rosso, sulla quale vi è un diabolico diavoletto alato. Alcuni storici intendono, invece, tale immagine come la raffigurazione dei "dormiglioni della domenica mattina", che restano coricati invece di santificare le feste andando in Chiesa per la S. Messa. Dalle fiamme rosse fueriescono o vengono inghiottiti tantissimi peccatori, dai corpi minuscoli e nudi. E' presente anche il cattivo ricco che emerge da una fossa circondata da fiammelle, raffigurato con la mano verso la bocca, segno della sua avarizia, ingordigia e della sua sete di ricchezza. Negli inferi di Soleto compare, inoltre, secondo la lettura di Michel Berger, l'avaro-usuraio che stringe un sacco di denaro, gli eretici e diversi artigiani accompagnati o dal simbolo del proprio lavoro o dalla parola greca che descrive il mestiere, i quali hanno esercitato con frode e disonestà durante la loro vita: il sarto con le forbici in mano, un falegname, un fabbro con il martello, un tavernaio con il boccale in mano, il calzolaio, il macellaio con la bilancia falsata, l'agricoltore con la zappa. Alla destra dell'affresco è presente un enorme Satana in bassorilievo, con sembianze mostruose che stringe a se un essere umano, interpretato come suo figlio l' Anticristo o Giuda il traditore. I peccatori sono interessanti da osservare non solo dal punto di vista iconologico-iconografico, ma anche sotto l'aspetto antropologico e sociale, in quanto indubbiamente rappresentano i mestieri rurali ed artigianali più diffusi nella comunità soletana di fine Trecento ed inizi Quattrocento, la quale doveva identificarsi nei personaggi, e considerare le immagini un messagio per vivere secondo le virtù, così da evitare, nel giorno del giudizio, la condizione infernale." ...Le anime dei dannati, ripresi i loro corpi e i loro abbigliamenti, si avviano verso l'angelo giustiziere, ma ne sono ricacciati indietro da un altro angelo vestito di rosso e armato di lungo bidente. Più in alto si vedon le anime giudicate che ritornano sul collo dei diavoli, trasformati in mortuose bertucce macrofalliche, nelle bolge infernali. Ciascuno di quei dannati ha in mano il simbolo del suo delitto e ciascuno lo ha pure scritto sopra una cartella che tiene sul petto o sulla testa. I lussuriosi sono in prima linea, poi seguono gli irosi, i golosi, gli avari, i cattivi giudici, gli omicidi, i maldicenti e via via." (Cosimo De Giorgi)