Soleto

Il palazzo di Prometeo


Palazzo Le Castelle, noto come Gervasi, in via Regina Elena, poco distante da palazzo Blanco o della Zecca, è un edificio unico nel suo genere, soprattutto nell’urbanistica soletana. Il suo prospetto presenta una copertura "a capanna" e non terrazzata ed un balcone a balaustra con eleganti colonnine di pietra, sorretto da mensole in cui compare un raffinato e simbolico bouquet di frutta mediterranea.
Lo stemma posto, non solo sul portale, ma anche sul lato sinistro della pagina muraria, raffigura un castello a tre torri quadrate che ricorda l’architettura militare aragonese, con le lettere L. e C. Alcune ricerche sullo stemma e sulla storia, fanno pensare che il proprietario fosse Lodovico Campofregoso originario di una nobile famiglia genovese, non indifferente alla cultura ed alla filosofia, e che per un breve periodo detenne la contea di Soleto e Galatina, prima dei Castriota Scanderbeg.
Nel cortile interno, sull’architrave della porta d’ingresso, compare un’epigrafe com’ era frequente nella tradizione culturale ed edilizia soletana (vedi post 4), con l’iscrizione "DOMINUS PROVIDEBIT" ("Il Signore provvederà"), ubicata tra le ali di un angelo, sotto al quale, in dimensioni minori ed al centro della cornice della porta, vi è una maschera scaramantica(vedi 3 ). Questo motto, sul quale occorrerebbe avviare una ricerca accorta ed approfondita, soprattutto perché Soleto fu centro delle arti magiche ed esoteriche, appare in un trattato sui talismani di Burke in cui è disegnato l’esoterico pentacolo fra le stesse parole incise proprio sull’architrave di Soleto. Secondo alcuni ricercatori, l’edificio può essere stata anche la dimora settecentesca di Nicol’ Antonio Gervasi.
Andando a ritroso nella storia dei suoi abitanti, probabilmente ci troviamo, considerando gli elementi epigrafati, dinanzi ad una casa di un altro mago ed alchimista. All’interno della misteriosa struttura vi è un enorme camino del 1558 con l’epigrafe "PROMETHEI FURTUM SINE DOLO SERVO", quasi un fumetto parlante che indica: "Conservo il furto di Prometeo (fuoco) senza danno". Anche l’emblema Prometeo, il quale rubò il fuoco della conoscenza e diede agli omini saggezza, pensiero e coscienza, fa parte dello studio e del simbolismo dell’alchimia filosofica. Lo stesso Eraclito sosteneva che l’Origine deriva dal fuoco e non è un caso che nella preistoria l’uomo utilizzava questo elemento per fini mistici e primordiali. Il fuoco del Mito di Prometeo è logos, sapienza esoterica, trasformazione, alchimia.