Soleto

Nicola e Demetrio da Soleto


Nicola e Demetrio da Soleto, nel 1314, durante il regno di Roberto d’Angiò, affrescarono la cripta basiliana di S. Michele Arcangelo, posta nelle vicinanze della contrada e masseria "Monaci", in un una meravigliosa campagna di vigneti, oggi sulla strada provinciale Copertino-Galatina, nel Casale  di Mollone che apparteneva all’area ellenofona salentina. Questi pittori soletani, probabilmente di origine o cultura greca in virtù dei loro stessi nomi, scrissero all’interno dell’ipogeo sacro che questo luogo di culto era una “Venerabilissima Chiesa”. La cripta fu realizzata, come si deduce dall’iscrizione dedicatoria, per conto e devozione del cavaliere Surè, di sua moglie e dei suoi figli. Fu non solo luogo di preghiera, ma anche di difesa per i monaci ed i fedeli; infatti al suo interno presenta una botola studiata per rifugiarsi in caso di incursioni nemiche. Nella roccia sono scavati due altari, uno dei quali è il Pastophorion che serviva per la preparazione e consacrazione del pane. Gli affreschi raffigurano le scene della Crocifissione, dell’Annunciazione, di S. Michele Arcangelo, di San Giovanni Evangelista e dell’Arcangelo Gabriele. Il soffitto della cripta è un cielo stellato con stelle ad otto punte. Le scene presentano dei tratti iconografici ed iconologici volumetrici con una disposizione scenografica non ieratica e puramente bizantina, ma più vicina al gusto tridimensionale dell’epoca in cui furono realizzati. Possono considerarsi delle opere di transito e cerniera tra il pensiero d’Oriente e quello occidentale. Gli affreschi di Nicola e Demetrio da Soleto sono i primi ad essere “bizantineggianti” e non bizantini, in quanto gli artisti riescono a trasmettere il sentimento, il movimento, la drammaticità, l’umanità di alcune figure, allontanandosi dal rigore stereotipato dello stile della scuola di Bisanzio che prevedeva l’impersonalità e staticità delle immagini e dei personaggi religiosi. Ai pittori di Soleto va il merito di aver coniugato gli aspetti arcaici della cultura d’Oriente con gli elementi innovativi del secolo in cui vissero.
Copertino, Casale Mollone