Soleto

La faccia della Chiesa di S. Stefano


E’ una pietra preziosa modellata da raffinati orafi lapidei, come un sofisticato pendente filigranato di una collana aperta sul marmo di una strada simile ad un comò, incastonato tra le gemme e le piastrine geometriche irregolari bianche, avorio, terra e sabbia. Tinta dalla patina del tempo, come epidermide di abbronzatura dorata, consumata dalle secolari lacrime di pioggia che scendono sulle gote ed ai lati delle narici e del sorriso e disidratata dal vento caldo di scirocco e tramontata. La facciata della piccola chiesa di Santo Stefano è stupore per il passo inaspettato di calzari e di sguardi pellegrini in una stradina come tante.1.
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(1. Giovinazzo, 2. Onanì,3. Campo nell'Elba)             Il suo prospetto del 1347, minuto e composto, risulta sofisticato, unico e ricercato per il Salento medievale, soprattutto per il campanile a vela, monocuspidato ed a bifora, in asse col portale che spezza la cuspide degli spioventi laterali. Questa soluzione architettonica, che dona slancio verticale e rinnova la moda gotica del secolo, è presente nel Nord pugliese, come la chiesetta di San Lorenzo a Giovinazzo ed in diverse regioni italiane che seguono per il romanico e gotico i canoni veneti-toscani-dalmati, come la chiesa di San Pietro ad Onanì e Santa Maria di Uta in Sardegna, e la pieve di San Giovanni in Campo nell'Elba.  
Gli architetti di Santo Stefano sono riusciti, nella modesta pagina muraria esterna a coniugare gli elementi gotici dell’innovazione e del cambiamento con quelli del romanico arcaico e di tradizionale. Il portale a protiro quasi completamente corroso, presenta delle cornici ed un architrave traforati con motivi floreali-geometrici il cui ornamento è andato anch’esso completamente perso ed una lunetta destinata a contenere, molto probabilmente, l’affresco del Santo titolare. Certamente la sua tipologia, per analogia e comparazione, motivi decorativi ed artistici, era molto vicina ai portali di San Nicolò e Cataldo a Lecce, di Santa Caterina di Galatina e di Santa Maria di Cerrate nell'agro di Squinzano ed all'architrave di S. Maria d'Aurio nelle campagne di Surbo. (immagine: Portale della Chiesa dei SS.Niccolò e Cataldo a Lecce)
Il rosone al centro del frontone è un piccolo oculus a forma di ruota con otto raggi, ripropone l’antica soluzione di Casaranello nel Salento, è fonte di luce reale e metaforica con il cerchio divino e solare, e con l’otto esoterico della rinascita e perfezione.
Gli archetti ciechi che scorrono sulla facciata, quattro per lato sotto ciascun spiovente, sono quasi tutti diversi tra di loro ( ogivali, trilobati, a tutto sesto) che evocano il mondo occidentale ,bizantino, romanico e gotico celebrati nel piccolo monumento gioiello di Soleto. L’arco, affiancato da altri due archetti pensili, che si pone sulla monocuspide interrotta, è trilobato nel rispetto delle linee architettoniche e della simbologia cristiana.