i ricordi del cuore

Inter, quel sarto molto scomodo


Il protagonista principale è Domenico Brescia, il sarto di Rovello Porro (Como) dai mille contatti e dalla preoccupante fedina penale, ma attorno a lui gira tutta l'Inter, se non altro per farsi riparare i pantaloni.  Perché, anche se non ha mai avuto alcun incarico ufficiale all'interno della società di via Durini, da oltre 30 anni Brescia  frequenta la Pinetina e tutti i giocatori e i dirigenti che vi hanno messo piede conoscono la sua faccia.Inevitabile, quindi, la presenza delle voci di protagonisti  presenti e passati dell'Inter nelle sue conversazioni  telefoniche intercettate dai Carabinieri del Ros nell'ambito di un'inchiesta su un traffico di droga iniziata due anni e mezzo fa. Da Mancini a Mihajlovic, da Altobelli a Salsano, nessuno forse lo sapeva e di certo nessuno ha commesso qualcosa di illecito, ma dirigenti e giocatori nerazzurri hanno aperto le porte della Pinetina a un uomo che ha subito condanne per concorso in rapina, ricettazione e concorso colposo in omicidio. Con una pena, per quest'ultimo reato, di quattro anni che sta ancora scontando in regime di semilibertà e che lo costringerà a passare ancora 15 notti nel carcere di Como."Solo rapporti di lavoro e amicizia con professionisti  seri", spiega Brescia che, in una dichiarazione all'agenzia Ansa, si rammarica del fatto che "questa vicenda venga strumentalizzata in un momento così delicato per loro". E' chiaro, infatti, che la settimana per l'Inter non è di quelle normali e il sospetto  che ci sia molto di sportivo nella tempistica della fuga di  notizie è più che diffuso in via Durini. "Non abbiamo alcun  commento da fare. Posso solo precisare che Brescia non ha avuto mai alcun rapporto di lavoro con l'Inter", è comunque l'unica  precisazione della dirigenza nerazzurra, proveniente dall'amministratore delegato Ernesto Paolillo.Ma sulla frequentazione di lunga data di Brescia nell'ambiente nerazzurro non ci sono dubbi. "E' amico da trent'anni di giocatori dell'Inter e frequenta abitualmente, se non quotidianamente, la Pinetina", spiega il suo legale, l'avvocato Marisa Guassardo. "Lo conosco dal 1977, cioè da quando sono arrivato all'Inter, così come lo conoscono tutti quelli che sono passati in nerazzurro in questi trent'anni", conferma  Alessandro Altobelli.E Brescia era sì "il sarto delle emergenze", come lo  definisce il responsabile del Centro Coordinamento Inter Club,  Fausto Sala, ma era anche in grado di procurare oggetti di lusso come macchine e orologi a prezzi scontati tramite il suo socio in affari Daniele Bizzozzero, latitante a Montecarlo e poi arrestato a Parigi. Perché, in fondo, risparmiare non dispiace  neanche a chi guadagna milioni di euro ogni anno. Anche tramite amicizie pericolose.