i ricordi del cuore

Moratti-Mancini:prove di dialogo


MILANO - «Ci siamo visti sì, ma solo per festeggiare, con tante altre persone dell’Inter importanti per questo scudetto che ricoprirà un posto molto importante nella storia della società». Primo incrocio tra Massimo Moratti e Roberto Mancini dopo le feste tricolori di domenica. Il tutto ad Appiano Gentile: sorrisi e strette di mano sotto la pioggia sui prati verdi della Pinetina, e poi in alto i calici. Ma sarà così anche dopo la decisione sul futuro del tecnico di Jesi? Il presidente nerazzurro, sull'argomento, continua a non sbilanciarsi più di tanto: «Se rimarrà? Ci incontreremo, vedremo, valuteremo». E sarà impossibile cercare a breve di carpire qualcosa di più allo stesso Mancio, perché non si terrà la conferenza stampa di vigilia della finale di Coppa Italia di domani contro la Roma, esattamente come era successo sabato scorso prima della trasferta tricolore di Parma..Dall’Inghilterra, però, insistono: presto Mourinho sarà l’allenatore dell’Inter. Non solo: viene data per imminente una chiamata per Mancini del Chelsea, ancora scottato per la Champions League persa di un'inezia al cospetto del Manchester United. «Non credo che Abramovich si rivolgerebbe a me per questo», commenta sorridendo Moratti, che ha assistito con attenzione, in tv, alla finalissima di Mosca. Di certo non gli sarà sfuggito il partitone, seppur inutile, di Frank Lampard, papabile nerazzurro: «Ho visto lui, Cristiano Ronaldo e altri grandissimi campioni, compreso Terry che ha sbagliato il rigore. Mi dispiace tantissimo, ha un grande cuore, ma la vita talvolta è davvero crudele».Il numero uno di via Durini ha ancora parole quasi epiche per lo scudetto numero 16: «In questa vittoria c’è tutto quello che l’Inter rappresenta: dalla drammaticità, all’intensità, fino all’isolamento che ci ha poi fatto sentire degli eroi. Credo che mio padre sarebbe contento di questa squadra». Altrettanto grande è infine l’attaccamento al tricolore numero 14, quello revocato alla Juventus vinto a tavolino dopo Calciopoli: «Mai preso in considerazione l’ipotesi di rinunciarvi. Anzi considero quello scudetto uno dei più grandi orgogli dell’Inter».