Cartomante Mariano

Vedere l'invisibile


Immaginate di essere a cena a casa di amici. D’un tratto una persona, incontrata per la prima volta, vi fissa neglio occhi e vi dice: “Và a casa subito. Tuo figlio ha bisogno di te“.  Spinti da una strana sensazione, un misto di stupore, curiosità e preoccupazione, rincasate e scoprite che… effettivamente il bambino è a letto che sta male.  Questo episodio, veramente accaduto, è un esempio lampante di chiaroveggenza, o più semplicemente di veggenza. Anche se, come vedremo non è proprio corretto usare i due termini come sinonimi.Molti hanno studiato il fenomeno della veggenza, in senso generalizzato, tanto da svelarne i segreti e quando pensarono di essere vicini alla soluzione, arrivaroni persino ad attribuirgli nomi diversi. Metagnomia, per indicare qualcosa che va oltre la normale conoscenza. Telestesia, sensazione lontana nel tempo e nello spazio. Fino al moderno paragnosia (dal greco: para, accanto vicino a, e gnosis, conoscenza) che definisce una conoscenza “a margine” di quella normale,  ma diversificata,  senza sbilanciarsi sulle sue possibili origini. Da qui il termine paragnosta, adottato volentieri dai veggenti nostri contemporanei. L’esempio iniziale è di per se chiarificatore di che cos’è la veggenza: la facoltà di vedere (e conoscere) cose che altri non vedono. Che poi può assumere connotazione  di preveggenza (o precognizione) o retrocognizione, a seconda che “veda” accadimenti futuri o passati.Ben altra cosa è capire da dove provengano el immagini e i suoni, parleremo infatti anche di chiarudienza, che arrivano alla mente del veggente. E dunque ci addentriamo nei meandri dell’ignoto e della parapsicologia.  Sul fatto che la vegenza sia una percezione extrasensoriale non ci piove.  Si tratta, pertanto, di una conoscenza che si acquisisce tramite uno dei cinque sensi, nè con l’intelletto e il ragionamento logico.  E’ un evento paranormale.  Che poi sia dovuto a facoltà telepatiche, a meccanismi cognitivi ancora sconosciuti, o al cosiddetto “terzo occhio” che, secondo la filosofia indiana, è quello che permette la visione trascendentale (cioè quella che va al di là dei sensi, dello spazio e del tempo), è ancora argomento di studio e di dibattito. A riprova di ciò, le diverse modalità con cui si manifesta: alcuni veggenti cadono in stato di trance quando hanno queste visioni, mentre altri restano perfettamente lucidi e coscienti. Primo fra tutti il grande Gerard Croiset, sensitivo olandese che si mise al servizio della ricerca scientifica sul paranormale, nonchè delle forze dell’ordine per il ritrovamento di persone scomparse.Alcuni tendono a dimenticare l’immagine affiorata alla loro mente non appena questa svanisce, altri ricordano tanto nitidamente le loro visioni da poterle descrivere in un libro. Altri ancora vivono esperienze di veggenza in sogno. Ma c’è una cosa che accomuna i più illustri veggenti che lo studio della parapsicologia ricordi: tutti hanno manifestato questa loro innata capacità fin da bambini. E ora vediamo le diverse forme co cui si manifesta il fenomeno, arricchendo, dove possibile, la piatta linearità della spiegazione con qualche esempio che ha dell’incredibile. Siamo solo all’inizio della nostra avventura nell’ignoto