All’improvviso affiorava un desiderio, un ricordo incosciente di un pensiero cullato,un barlume di ubriaca stoltezza che delineava i contorni di un’imminente follia.Seduto accanto a me il sapore inebriante di un frutto rubato emergeva al ricordo di quella voce desueta, dai toni caldi poco avvezzi alla luce, che muovevano passi di fuoco al solo limitare dell’apparire della notte.Così lasciavo che il nulla ingoiasse un timore incombente, concedendo al veleno di quell’illecita sublimazione di impossessarsi della stabilità della ragione che impazziva ben oltre gli steccati educati a recingerla.