un giorno per caso
che il mare sia la mia canzone e il vento la sua melodia
Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.
Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste
Hermann Hesse
Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere "noi" in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l'un l'altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l'ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia...
Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
Pablo Neruda
Post n°1125 pubblicato il 07 Novembre 2019 da Ish_tar
Forse avrebbe potuto compensarsi con quella personalissima poesia che da sempre l’aveva aiutata a superare ed a corroborarsi, scongiurando, almeno con il pensiero, l’inevitabile che comunque avrebbe dovuto sondare in tutta la sua profondità. Anche contro la sua innata risolutezza, anche contro la sua volontà. Se lo chiedeva ogni giorno, senza sapersi dare una risposta. Nonostante tutto era felice di aver previsto ciò che le era stato concesso di intuire, sebbene i momenti di inevitabile ansia avessero a tratti prostrato quel coraggio che a fatica era riuscita a radunare dentro di sé. Quello che la sua mente, se pur percettiva e vivace, non era riuscita a colmare era il vuoto che avrebbe seguito gli eventi. Quel senso di perdita che ti fa sfinire davanti al fatale, all’ineluttabile, che raccoglie il tuo corpo come in un guscio, nell’intento di aiutarti a ritrarre quel che di fragile ed avverso ti sta attraversando come una sferzata, quando tutto sembra troppo difficile da affrontare ed oltrepassare. Così era andata avanti lasciando che tutto accadesse, come si fa quando non esistono alternative. Ed erano arrivati giorni di solitudine e di incompletezza, giorni di pianto e di disperazione, giorni che sembravano lenti inespressive attraverso le quali a malapena si intravedeva la possibilità di riaffiorare da quella terra che l’aveva stremata, attirandola a sé e stringendola al suolo come in una morsa infinita. In quei giorni fai tuoi, a spese della tua pelle, i convincimenti che ti hanno trasfuso fin da quando eri piccola: “Il tempo ti guarirà…” . Poi ti accorgi che davvero i progressi arrivano, a passi quasi impercettibili e ti regalano piccole conquiste che ti aiutano a riemergere, ora dopo ora, giorno dopo giorno, mese dopo mese, e capisci che realmente esiste un balsamo più efficace di tutti che è la Speranza. Tempo, Speranza, Credo. E il dolore ti affranca sconfitto, mentre riprendi in mano la tua vita.
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Post n°1124 pubblicato il 03 Settembre 2019 da Ish_tar
Dammi un momento,
un attimo ancora,
perché io possa tornare indietro
a riafferrare i giorni
che ho lasciato andare,
confidando che sarebbero stati infiniti.
Voglio essere di nuovo lì
mentre volano verso questi che vivo,
per poter dire loro di frenare
quella corsa verso quella che sono.
Ancora un baleno di tempo,
per non svegliare quel sogno
ma restare con lui
tra lenzuola stropicciate d’azzurro
Concedimi un solo istante
perché ritrovi quella che ero
e le riveli che non ha solo un bivio.
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Post n°1122 pubblicato il 18 Gennaio 2019 da Ish_tar
Sembra ieri, eppure sono passati gli anni senza che ce ne accorgessimo. Storie di vita racchiuse in manciate di righe, ordinatamente assemblate per piacersi, prima che per piacere. Insiemi solitari di lettere che si sono ritrovate sotto lo stesso tetto di un nido virtuale, sempre accogliente... come un caminetto scoppiettante che manda pagliuzze di gioia negli occhi di chi lo alimenta, in una calda cucina di emozioni dal buon profumo di vaniglia e cannella che intride l'aria. Sensi di vuoto che si alternano in modo ordinato nel caos dei giorni senza un filo coerente, sonni profondi senza sentore di vita e lunghi risvegli in compagnia di nuove sorprese. Ricerca di volti già noti, di note sorridenti tra i versi di altre dita febbrili, sensazione di casa... di caldo ritorno a se stessi, con la consapevolezza di non essere soli.
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Post n°1121 pubblicato il 19 Ottobre 2018 da Ish_tar
Filtrava polvere di luce attraverso le persiane socchiuse,
erano accostate sui flash del giorno, lontane dai clamori del quotidiano
che palpitavano indifferenti ai tumulti del suo animo. Lei guardava con
soggezione quei raggi di vita che si imponevano alla sua vista
invadendole il viso, pensando che avrebbe preferito la dimessa
penombra dei suoi pensieri odierni. Non le capitava spesso di
svegliarsi con la mente in trambusto senza sapere da dove questo
provenisse, quello che avvertiva nettamente era il bisogno di silenzio
che la dilaniava dentro, mentre fuori i rumori della strada inneggiavano
ad una continuità a cui non si può rinunciare, essendo vivi. Le domande
balenavano e danzavano intorno a lei, immettendosi in fasci ordinati ma
incalzanti nello spazio che avrebbe voluto occupare soltanto insieme a
quella solitudine che le pesava, ma della quale sentiva una forte
necessità, per rinvigorirsi dalle rinunce cui il senso di responsabilità la
obbligava. Aspettava guardando i suoi capelli sfatti che si snodavano
sul guanciale immacolato che aveva cullato il suo sonno, come se da un
momento all’altro quella corrente non proprio gradita avrebbe finito per
interrompersi andando altrove a cercare le risposte che lei
non sapeva darle. Al contempo sentiva in sé una curiosità pressante di
sapere quali risvolti avesse quello a cui avrebbe rinunciato, in modo da
avere comunque il controllo della situazione, che le
permettesse la conoscenza senza l’interazione di tutti i suoi sensi. Non
sapeva se questa indolenza che si impossessava di lei ormai sempre
più di frequente dipendesse da uno stato mentale ormai libero da
pregiudizi, lontano dall’obbligarla a mettere insieme spiegazioni per
motivare il suo comportamento o se l’inattività che cercava in certi
momenti fosse invece un indispensabile tempo di catarsi per potersi
rigenerare anche nelle membra e riprendere il possesso del suo corpo
nella sua interezza, dopo le prove che suo malgrado ne avevano
sminuzzato le prerogative e frantumato l’integrità cui tutti ambiscono.
Non era dato sapere se quella sicurezza apparentemente lontana,
sarebbe finalmente tornata ad offrirle la solidità che l’aveva sempre
supportata e resa indipendente da ciò che gli altri pensavano di lei... al
momento lei fluttuava, altalenando tra luci ed ombre e proseguendo un
po’ ad istinto ed un po’ allineandosi ai dettami dell’occorrenza, lungo il
tunnel attraverso il quale avrebbe perseguito nuovamente la sua libertà
di esistere.
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Post n°1120 pubblicato il 10 Ottobre 2018 da Ish_tar
Non so chi sei, mi limito a guardarti mentre graviti intorno all'orizzonte che sfugge al mio discernere. Porti in viso un tempo che è passato senza affliggerti e dal tuo sguardo immobile tracima un occhio vigile, che sa cosa comprendere. Studio senza sazietà le maree che la tua mente incalza, in attesa di un ormeggio in un frammento di terra che affiori senza lambire le acque in cui navighi. Perché lì tu ti riscopri, lì il tuo corpo si adegua alla forma dei tuoi affanni, e nelle balugini di sogni intermittenti con tocco lieve è intento a riesumarti.
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