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Le ambasce di Brunetta

Post n°30 pubblicato il 20 Agosto 2008 da magnum.3

No, non è un argomento di quelli che cambiano il Mondo. In giro ci sono parecchie altre cose, che fanno temere di più: la crisi caucasica, per esempio. Ma per quanto riguarda il nostro Paese, la minirivoluzione di Renato Brunetta, economista, Ministro della Repubblica, sembra essere di quelle destinate a lasciare un segno nella Storia del costume Italiano. Non di un costume-vestito, naturalmente: parlo di quello che comunque può essere definito a buon titolo un abito. Ma in questo caso si tratta di un "habitus". Mentale. Quello di una corretta Amministrazione Pubblica che deve coinvolgere tutti, ma proprio tutti coloro che ad ogni titolo agiscono, recitano la loro parte sulla scena dell'interesse del Popolo. Il quale paga per ottenere un servizio che dovrebbe essere, per definizione, perlomeno di livello medio-alto. E che invece risulta troppo spesso mediocre ed assai distante dalle legittime aspettative di tutti noi.
Ma ho una gran paura: che Brunetta non abbia ben compreso tutta la dimensione del problema che ha voluto affrontare, con grande coraggio, bisogna dire, considerata la sua natura di Uomo Politico. Perchè i primi segni di una controrivoluzione revanchista ci sono tutti, a cominciare dai ricorsi contro il suo Decreto, incredibilmente sostenuti, mi dicono, (o no? Su certe Organizzazioni di difesa dei Consumatori, ci sarebbe molto da scrivere) dal Codacons.
Stamane sono passato in quella Città-nella-Città che è diventato il compendio Viale Trento-Viale Trieste, che per quanto grande, beninteso, non si esaurisce in quell'area peraltro molto vasta, ma che conta anche diverse Frazioni disseminate in giro per il resto di Karalis. Mentre passavo di fronte ad un Assessorato ho creduto di vedere una persona che conosco da un sacco di tempo. Dovevo fermarmi a bordo strada trenta metri dopo, e così ho potuto verificare che si trattava proprio di quel mio conoscente. Si accompagnava ad altri tre, un uomo e due donne. Suoi Colleghi, certamente: due di loro li avevo visti casualmente un giorno che ero andato a  trovare colui che conoscevo, per motivi d'ufficio. Li avevo, anzi le avevo notate perchè erano tutte e due belline un sacco.
Mentre ero in sosta - aspettavo mia moglie - ho visto i quattro, intenti in una conversazione che doveva essere molto interessante e divertente, a giudicare dalle ripetute risate che accompagnavano gli scambi verbali, attraversare la strada, per poi entrare in un bar. Dalla vetrina trasparente ho potuto vedere i quattro sedersi ad un tavolino, dopo essersi avvicinati al banco, probabilmente per ordinare le consumazioni.
A quel punto, ho chiesto a mia Moglie, che nel frattempo mi aveva raggiunto, di pazientare un poco, e sono restato lì, ad osservare la scena. E così ho visto, nel giro di un quarto d'ora, una buona quantità di persone che entravano  (in alcuni casi, più di una volta) al Bar, si avvicinavano ai quattro seduti, scambiavano due chiacchere, consumavano e poi tornavano in Ufficio.
Nel corso della mattina ho riflettuto non poco sulla possibilità di telefonare od andare dal Direttore dell'Assessorato, per raccontare ciò che avevo visto. Se non l'ho fatto, ciò non è stato per pavidità (d'altra parte, cosa avrei rischiato?) bensì per un ricordo di alcuni anni orsono, quando andai presso un Assessorato per motivi di lavoro e mentre aspettavo che un mio Collaboratore mi raggiungesse, potei assistere allo spettacolo di due Impiegati che arrivavano, a distanza di circa dieci minuti - erano circa le tre del pomeriggio di un giorno di rientro - si avvicinavano alla bacheca dove erano conservate le schede di presenza, ne prendevano, ciascuno, quattro o cinque, le timbravano, le rimettevano a posto e poi se ne andavano, probabilmente, "là dove li portava il cuore". Penso, almeno.
Quella volta lo feci: la mattina dopo presi il telefono, mi feci passare l'Assessore competente e gli raccontai cosa era accaduto. Ne ricavai una serie di espressioni genericamente stupite, proprie di chi è in tutt'altre faccende affaccendato, e delle assicurazioni circa suoi interventi che, ça va sans dire, non arrivarono mai, come potei accertare successivamente.
Ecco perchè stavolta non ho detto nulla. Semplicemente perchè, ne sono convinto, non serve. Il "pro bono pacis" è ormai diventato una regola alla quale non si sottraggono neppure coloro che dovrebbero essere "controlores", non fosse altro  per via del fatto che una parte dei soldi che ricevono il 27 di ogni mese, e non sono pochi, dovrebbero pagare anche questo tipo di funzione. Spiacevole, certo: ma glielo ha ordinato il medico, di fare i Dirigenti?
Ecco perchè ho seri timori che Brunetta non ce la faccia. Esiste, nel Paese, un establishment che - seppure, per fortuna, non comprende tutti gli interessati -  oppone tuttavia ai virtuosi tentativi di risanamento, dei muri di gomma difficilmente abbattibili. A tutti i livelli. Perchè ognuno dei suoi, come dire, mattoni, ha propri interessi, diretti od indiretti, da coltivare.

A domani la seconda puntata.


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