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Post N° 1


Dovevo dimagrire, su questo non c’erano dubbi.Il diabete mellito, anche se non troppo grave, è pur sempre molto pericoloso.“Ed è lì che si annida il nostro nemico” il medico puntava l’indice accusatore verso l’adipe ragguardevole che circondava il mio addome “è quella che dobbiamo eliminare” proseguiva “la più difficile, la più ostinata”.Il plurale non mi confortava affatto: il nemico non era nostro ma mio, ed ero io e non noi che dovevo eliminare l’adipe.Lui inforcava gli occhiali e mi porgeva un foglio dattiloscritto:a colazione 3 fettine sottili di pane biscottato con un velo di marmellata al fruttosio, alle 11 uno yogurt magro, a mezzogiorno 40 grammi di pasta integrale, una fettina di vitello con contorno di fagiolini conditi con un cucchiaino di olio di oliva (mi raccomando: non più di un cucchiaino), e una michetta di pane integrale, alla sera minestrina di verdura, 50 grammi di prosciutto crudo magro, un panino e un piatto di fondi di carciofo poco conditi, prima di coricarmi un frutto.Per il resto della settimana altri menù con tutte le variazioni possibili ma con un totale inchiodato sempre su 1.600 calorie.“Naturalmente”, sorrideva il medico condiscendente, se c’era qualche alimento che non mi andava a genio, potevo apportare delle variazioni, ma si intende, entro limiti ben definiti: stesse calorie, stessa valenza alimentare (proteine con proteine, carboidrati con carboidrati, verdure con verdure). “Logicamente” aggiungeva, “le diete, per quanto possibile, devono essere gradevoli”.Parlare di gradevolezza riferendosi a quanto stava scritto su quel foglio era un controsenso, oserei dire una provocazione, sempre che consentisse al condannato di sopravvivere!Dovete sapere che sono malato di diabete mellito a causa di comportamenti alimentari poco sani (direbbe il mio diabetologo) e, cioè, anni di squisiti intingoli, deliziosi tiramisù, pastasciutte ben condite....