Maheo

e poi ...


e poi mi dicevo, raccontando a me stesso di quando indietro non era sempre lo stesso. Fermo ed immobile, in questo turbine immenso di statiche immagini. Non c'era ne tempo, ne la voglia di rincorrere, perchè non è nel semplice movimento che la musica ti ritorna, non è nel solo movimento che il niente può collimare con il tutto che lo circonda. Allora non c'erano spazi immensi, non c'erano nuvole e lampi ad accompagnare i miei i tuoi passi, c'era solo la nuda e cruda essenza del muto parlare, del cupo e sordo rumore di un tragico errore. Ancora, ed ancora e poi ?, lo chiedevo a me stesso, incapace ieri, come oggi di dare risposta. Perchè la mano corre come ha sempre fatto su questa tastiera, senza freni ed inibizioni, perchè le parole trovano un senso, solo dopo, solo dopo averle pronunciate scritte, solo dopo, dopo molto tempo che le hai scritte. Le cose si sedimentano le une sulle altre, e mai scompaiono veramente sebbeno tu stesso diventi incapace di vederle ... di sentirle ... di viverle. Ed ascolto musica questa enigmatica musica che mi trafigge l'Anima capace solo di dire ancora e solamente ... " e poi ..."