SCONNESSA

BIANCO E NERO


Ho rilegato il vecchio album di fotografie. Nei colori seppia la mia carnagione appare meno olivastra. Il buio attorno agli occhi si assopisce e i miei capelli appaiono lucenti. Non le guardavo dal giorno del nostro distacco, come se potessero in qualche modo materializzarti, qui davanti a me. Da anni non aprivo il baule. La polvere lo ha custodito, mimetizzato fino a oggi, e ora mi sembra un sopravvissuto, in mezzo a tutti questi ammennicoli sparsi senza senso. Come la mia vita. Mai avrei pensato di riaprire questo album, dal giorno che mi hai lasciata. Eppure vive, nonostante il tempo, nonostante la stanchezza, e la noia mi stiano divorando. Provo una certa invidia, quando scopro il mio profilo ingenuo e pieno di speranze, i riflessi del sole sulla chioma vivace, il naso insolente che non chiede scusa, e quella libertà negli occhi, privilegio di gioventù, che scalcia e anima il volto, in un crescendo di risa e sguardi ammaliatori. Questo ero. Da non crederci. A stento vedo la luce, ora che scruto le iridi spente allo specchio. Non credo di essere io. Qualcuno mi ha derubato, ha giocato con me e ha vinto, gli ho dovuto dare la gioia.