SCONNESSA

Post N° 16


Evaporano come satelliti spenti le tue dita arrugginite, segnate dal tempo. Le vedo scorrere sul tessuto ribelle, cucitura dopo cucitura, filo infinito finalmente intrappolato, in movimenti in successione, rapidi e precisi, come se fossi nata sarta e quello fosse il tuo destino.A volte ti scopro avida, avida di sogni, desideri, terre da esplorare, e a volte mi pento di leggerti nel pensiero, troppo vicina per evitarli, troppo lontana per capirli. Vivi in questo sgabuzzino da un pò, con la macchina da cucire e pochi mobili, il ritratto del nonno e la foto delle nozze, sepolto dalla polvere.Non ti curi più, non mangi. Sopravvivi.E quando ti chiedo perchè lo fai, perchè non smetti di pensare a lui ed esci con me, svestita da queste mura, scruti le mie labbra senza catturarne i movimenti, abbassi lo sguardo sul cotone, che come un fiume avanza verso di te, impassibile, indifferente alle tue lacrime. La solitudine è una fissazione, come la morte, mi dici.E io comincio a crederci.