SCONNESSA

INCIPIT... CONTINUA CHI LEGGE


Ho divorato la luce con il corpo, mentre avanzavo sul viale deserto, quattro di mattina, freddo, silenzio acceso dai lampioni. La mia ombra si accorcia, nascosta sul pavè spigoloso sotto le suole delle scarpe. Rimango in bilico: pochi secondi, lunghi, sordi, in cui capisco di non essere sola. Quando i miei occhi comprendono, il cervello indietreggia tra ricordi accantonati, frasi buie, sentimenti ancora vivi, e la nausea mi avvolge, aggrappata alla gola, il respiro che tace, davanti al suo volto indurito dalla rabbia. Non puoi lasciarmi, mi dice. E io rimango incollata, sulle pietre appuntite di quelle parole. Riccardo è uguale a un anno fa. Sono io ad essere cambiata, rinata. E ora travolge il mio presente, insidia la mia vita, incarnata in una donna diversa, diverse opinioni, diversi pensieri, diversa in ogni senso. Perchè non sei capace di odiarmi, come faccio io, e respingi l'idea di me con qualcun altro... perchè semplicemente non impari a stare solo... lo sono tutti prima o poi. Si avvicina, un bagliore riecheggia tra me e il suo cammino, lento e inquietante, che versa lacrime dai pori della fronte, dei piedi, dei suoi occhi vuoti. Un pipistrello reagisce e sorvola infastidito le nostre teste, distanti ora solo pochi centimetri, e ti vedo. Ora meglio di prima, ora meglio di ieri e di un anno fa. Uno sguardo diverso, diffidente, sottile, una timida fessura che non svela ciò che penso di te, per paura.Sei pazzo. Ora lo so, non ho dubbi, la lama affonda su di me, prima che possa dirtelo.