SCONNESSA

ACERBO


Finestra schiusa sul voltogesticola il giornorefuso del sogno e delle dita,deboli giunchi infruttuosirecisi dal vento.E zampilla la boria del solesul flauto che accompagna il cantodel merlo danzantesulla soglia di quella che un giornola mia dimora fu e lieve nella corteccia - pelle mia e tua -riveli la seducente corazzache il corpo solleticava al tramontoorizzonte e scempiomelodia dissonante ferita dal tempo