MAIDEN

Elenco: le cose che dicono di Napoli


E’ da quando ero bambina che, come ogni napoletano, appena metto il naso fuori da qui, che sia il Nord o sia il Sud, che sia paese o città, che sia Italia o estero, ci sono sempre un sacco di domande e curiosità su Napoli e i napoletani dalle quali vengo assalita. E pi, subito dopo, parte una frase fatta, piena di pregiudizio, un commento pungente pronto a suggellare la mia risposta  che chissà per quale strana ragione, non è mai tenuta in debito conto e/o si presta puntualmente a fraintendimenti. Così prendo spunto anch’io da una trasmissione TV che ha smesso di andare in onda non  molto tempo fa e, proprio a proposito di elenchi, un po’ sedotta dal meccanismo, provo anch’io a stilare il mio: “le cose che dicono di Napoli”.Se sei all’ estero:2napoli…la pizza…la mozzarella!” E subito dopo, cambiando tono : “E la camorra!”Se sei al Nord:”Ma come fate a vivere in quel modo?”“Tanto lo volete voi che le cose vadano così: la rovina di Napoli sono i napoletani!”“Napoli non cambierà mai!”“ La munnezza di Napoli resta a Napoli!”Ma questi sono solo i commenti meno fastidiosi, i più politically correct. Perché come minimo quello che ti becchi è : “Siete tutti ladri!”“Siete tutti cafoni!”“Siete tutti ignoranti!”Oppure, quando ti conoscono meglio e si accorgono che sei una persona per bene: “Però!Lo sai che non sembri proprio un napoletano?”Perché, com’è un napoletano?E se invece sei al Sud, piuttosto che capirci meglio, piuttosto che “mal comune mezzo gaudio”, comincia il rimpiattino di chi difende sempre casa sua:“Abbiamo tanti problemi qui, però non è mica come da voi!”“Noi possiamo dormire con le porte di casa aperte!”“Qui non ci sono gli scippi come da voi!” Come se non fosse sempre Sud, come se non fosse sempre Italia. E poi si comincia con le disavventure che hanno passato quando sono venuti a Napoli, lo sgomento di arrivare nella stazione a Napoli, i tassisti che ti fanno fesso a Napoli, i parcheggiatori abusivi a Napoli, il traffico a Napoli, la gente che parla solo il dialetto a Napoli. E io lì che mi domando se si accorgono del traffico nella loro città, dei tassisti nella loro città, dei parcheggiatori abusivi nella loro città, del dialetto nella loro città e via via tutto il resto. Mentre mi dicono tutto questo io penso al traffico sul raccordo a Roma, ai mille dialetti d’Italia, ai turisti che devono stare attenti a non farsi fregare a Napoli come a Milano come a New York…Perché ovunque tu vada nel mondo  lo sai già che ci sarà sempre chi tenterà di tirare un conto un po’ salato ad un turista. Così per il resto. Allora non posso fare a meno ad un libro che ho letto qualche tempo fa ( che pure poi finiva con lo sconfessarsi pagina dopo pagina cadendo nel tranello della mancata voglia dei napoletani di non fare i napoletani), di Giorgio Bocca, “ Napoli siamo noi”. Ed è vero: Napoli è la somma dei difetti di tutti gli italiani ed è tanto facile vederli e criticarli proprio perché ci somigliano. Ci somigliano assai. Gesticoliamo tutti in Italia. Parliamo tutti ad alta voce in Italia. Facciamo tutti l’arte dell’arrangiarsi in Italia. Le associazioni mafiose – ahimè! – sono un po’ ovunque in Italia. Mangiamo tutti tanto e arriviamo tutti in ritardo. Evadiamo le tasse in modo trasversale, cerchiamo tutti le raccomandazioni. Siamo tutti “un po’ ladri, un po’ cafoni, un po’ ignoranti”. Quando guardiamo ai nostri difetti proprio non possiamo sbagliarci : siamo tutti italiani.  Quasi mi dimenticavo che ho un elenco da aggiungere : l’elenco  di Casoria. Ebbene si, Caloria può gloriarsi di un elenco tutto suo. “Dove è stato ucciso quell’uomo per una cassetta d’uva”.“Dove è venuto Berlusconi per la festa di Noemi”.“Dove cinque minorenni hanno stuprato una giovane donna in una scuola abbandonata”. Che poi, per quest’ultimo fatto,non era Caloria, a voler essere rigorosi; solo che chissà come è passato in tutta Italia così. Ma era qui, dietro l’angolo, e avrebbe potuto essere successo anche a “casa nostra”. Ho sentito la storia di un posto dove dalla strada in cui abiti, ma non solo, dal lato della strada e finanche dal numero civico, è possibile dire già chi sei, che mestiere fai,  quale religione pratichi, per che partito voti, se sei borghese o operaio, a quanto ammonta il tuo reddito. E che allora la gente di lì ha iniziato a sognare un posto in cui le strade non hanno un nome e sono loro stessi a potersi identificare,.  Così un po’ anch’io: che a identificarmi sia io, non la città in cui abito o il mio accento quando parlo.C’è una cosa però che non ho sentito dire masi e che vorrei una volta mi capitasse che mi dicessero (così potrei iniziare un nuovo elenco!) : col sorriso fino agli angoli della bocca, con gli occhi che luccicano e un tono finalmente diverso, “Napoli siamo noi”!Mariantonietta Milano