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21 ottobre

Post n°205 pubblicato il 28 Ottobre 2010 da maiden.casoria
 

Fatti un passo più vicina per farmi vedere cosa c’è che non va. Conto ancora i giorni perché tu possa farti finalmente più vicina. Davanti ad un foglio bianco che piano piano diventa fitto, sono davvero tuoi gli occhi color gatto che mi mancano nel frattempo che il tempo passa senza che nessuno ti chieda se c’è un modo per te di premere “pausa”? Quando ti hanno chiesto di smettere di fare la mamma? Perché tu non mi hai chiesto di smettere di fare la figlia. Non si smette mai di essere figli, per tutta la vita, me lo stai insegnando tu. Per fortuna.

C’è che casa non basta per essere casa. C’è che vorrei poterti parlare in un’altra lingua per spiegartelo meglio, una lingua che distingua gli affetti dal luogo in cui abitano. C’è che aspetto la tua voce a telefono. C’è che devi annunciare “torno!”, anche solo per qualche giorno. C’è che non dovrebbero aspettarsi di più da noi. C’è che il cd di Massimo Ranieri aspetta solo te per essere riascoltato in macchina. C’è che voglio il tuo ordine, la tua pulizia. C’è che voglio la tua pasta. Le tue mani da donna di casa. La tua sveglia prima della sveglia. La tv che resta accesa quando tutti siamo oramai a letto e tu resti assopita ancora un po’ appoggiata al tavolo. I tuoi scherzi a papà. Il respiro ritmato che ti regala l’allergia. C’è che tu sai prevedere tutto e non hai previsto tutto questo. C’è che tu fai sempre più del necessario, più di quello che ti viene richiesto, c’è che il tuo dovere non lo manchi mai.

C’è che vorrei domenica.

C’è che ho preso 26.

C’è che telefonano per chiedere di te.

C’è che andrà avanti ancora a lungo.

C’è che zia è malata e noi non possiamo aiutarti ad aiutarla.

C’è che ti pesa quel che credi ci dia peso.

E a noi dà peso che tu stia in pensiero.

C’è che un domani vorrei essere per la mia famiglia ciò che tu sei per noi.

Dovremmo farci una passeggiata, lunghe chiacchierate, certo qualche risata oltre qualche lacrima. Ti devo qualche racconto, tu mi devi una marea di consigli.

C’è che eri partita col sole dell’estate che resisteva e adesso è arrivata la stagione di una coperta più calda.

C’è che gli ultimi giorni non scorrono mai in fretta: sono sempre i più lunghi da passare.

C’è che c’è tutto questo.

Il 21 ottobre è arrivato mentre tu eri via da casa e noi tutti qui a domandarci se qualcuno si è ricordato di chiederti se anche tu hai voglia di tutte quelle cose che neanche ci stanno nell’elenco di poche righe fa, proprio come noi. Mi farò sempre più grande e andrò per chissà quali strade del mondo ma non smetterò mai di cercarti, di volerti, di chiamarti mamma.

Mariantonietta Milano

 
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