Creato da maidirmai_2007 il 01/12/2007
Parole disilluse che si inseguono
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BASTA!
DONNA VIRTUALE
La mente vaga come impazzita
Sotto la pelle mille spilli
roventi
Sul corpo le carezze delle tue mani invadenti
Una sensualità riscoperta non
più sopita
Insegui sognante la passione atavica
di un amore ancestrale
L’isola deserta in cui lasciarti cullare
dal sole, dal vento e dalla bramosa frenesia
di un compagno dolce e brutale
Sogni affidati a parole in un mondo virtuale
La mano si alza a lenire l’ardore di un seno trascurato
La paura che la voglia possa essere esistenziale
Titubante ti guardi attorno
Orpelli e doni di un amore sfiorito
L’angoscia di non saper trovare
di non saper osare, di non poter rinunziare
L’ardore divampa, il desiderio
esplode
la mente cerca il coraggio
di saper provare
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Ad un'amica virtuale
Dita che si contorcono si tormentano in silenzio
I denti affondano sulle labbra a farti sentire vivo
le righe si susseguono nere su uno sfondo bianco
sai che lì dietro quello schermo informe la sua mente ansima
le sue labbra soffrono
tu non osi rompere il silenzio
la sua immagine danza dentro di te
« Meditazioni | adagio » |
parole vuote, non pronunciate
una frase come fuoco
duro di pietra un pensiero
alla mente al cuore
una certezza di conquista
alta la rupe
scarna la montagna
rovinosa la sconfitta
di ghiaccio le illusioni
al chiarore soffuso di fiaccole
anelli di ferro brunito
freddi muri grondandi acqua
un tempo perduto
neri accompagnatori
fuochi senza incenso
un ginocchio piegato
un trono innalzato
una nuova consapevolezza
[l'immagine è di Crepax, le parole mie]
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Allegoria per un'eterea presenza
Eterea presenza, un dolce broncio da bambina
A volte vicina sento la tua testa poggiarsi sulle mie dita
Poi fuggi quasi inorridita da un contatto cercato, bramato
Mille nuvole si addensano dietro i tuoi occhi
Il temporale dei sentimenti
La voglia di fuggire di rompere le sbarre
di questa gabbia che ami
di spezzare la catena che ti lega
Ti volti indietro, lo sguardo chino sul tuo nido
due implumi aspettano lamentosamente il frutto del tuo gozzo
Davanti a te l’azzurro del cielo, spazi infiniti
dispiegare le ali, lasciarsi cullare dal vento
Un sogno lungamente agognato, il cuore che batte in gola
reclini la testa sul petto immacolato
L’occhio si offusca
lentamente torni indietro
a beccare da una
mangiatoia che ormai odi
un pasto che ha sempre lo stesso sapore
Il trespolo occupato da un signore
che canta sempre la stessa canzone
un cinguettio allegro sul davanzale
un passero appare
sembra invitarti a volare
alzi la testa ti guardi attorno
uno sbattere d’ali
uno strappo al piede
un triste ritorno
un amico che vola via
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