Creato da lunliya il 06/03/2013
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Roma, 5 mar. (Adnkronos) - C'e' poco da ridere. Con la Tv non si scherza. Non e' piu' una cosa. Non e' un oggetto. Non e' un mezzo. E' un'entita'. E quando inizia lo spettacolo, questo e' una certezza. 'Pazza per la tele' (fino al10 marzo al Teatro dell'Orologio, a Roma), scritto da Noemi Serracini e messo in scena da Valentina Fois, te lo urla dall'inizio alla fine con qualche distinguo, che offre riflessioni piu' sottili e apre plausibili desideri di trasformazione del presente. Il testo di Serracini, infatti, non solo rimarca, attraverso esasperazioni studiate ad arte e ad arte interpretate da Valentina Fois, come la tv sia 'diventata' un po' divina e un po' guru con consigli e soluzioni per tutto, una sorta di Grande Madre, ma si immerge dentro l'entita' Tv e ne mostra il cambiamento, come specchio impietoso dell'evoluzione della societa': la tv degli anni '90 ti insegnava la storia, per vincere un premio dovevi aver studiato davvero, la tv degli anni '90 consegnava a chiunque l'immortalita'... chi non conosce la Signora Longari ? La tv di oggi, no! Non e' fatta per ricordare nessuno.
Difficile dare torto alla protagonista della pie'ce, Claudia Panzeri Grasso, una donna che ha scommesso la sua vittoria come essere umano tutta sulla tv, sulla capacita' della tv di farla entrare nella memoria collettiva e quindi di dare senso alla sua esistenza. E qui sta il punto. Che persona e' la protagonista? Un caso piuttosto isolato, a ben guardare. Non ama nessun altro essere umano, non ha amiche, non fa sport, non ascolta la musica, in sostanza non vive se non per essere accolta dalla Grande Madre Tv. E questo, pur essendo certamente la storia di qualcuno, e' un dramma sconosciuto ai piu' che, a dispetto della tele-dipendenza, lavorano, amano, si appassionano a cio' che e' vivo e tangibile con tutti i sensi a disposizione.
Davvero brava Serracini per l'idea, per il forte impatto emotivo della storia, per come l'ha concepita, per la lucidita' dell'allarme che ha la sua verita' nello stato delle cose, ma c'e' un eccesso di disumanita' che risulta esorbitante anche per noi 'civilizzati' del 2013. La televisione spesso distorce, codifica cio' che vive di liberta', tenta di immettere nel sistema-uomo la 'licenza di emozionarsi' a seconda dei programmi: ora siate razionali e cinici perche' il tg offre notizie, ora piangete perche' questa trasmissione celebra la morte e ricorda la vita che fu, ora sentitevi grassi perche' vi serve la medicina dimagrante, ora golosi perche' vi serve un bel gelato. Detto questo, pero', ed espressa gratitudine per Serracini che ha voluto dare solidita' (questa volta si') col teatro ad un allarme che non puo' essere evanescente come la tv, la storia di Claudia e' l'estremo, e' l'acme dello scollamento da se stessi, e' un caso clinico. Un caso che la bravissima Valentina Fois ha raccontato con maestria, pur calcando esageratamente il timbro di voce. Decibel di troppo davvero inutili per una voce gia' potente e uno sguardo piu' incisivo di un laser.
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