sconnesso

Post N° 240


partecipa ad un estremo e chiamalo vita,come una corda che unisce lo stomaco a una nuovola e la tira a terra,e la rende parte dell'intestino capovolto da continue turbolenze.non so,non so spiegarmelo,non lo sai neanche tu.sono io che tiro l'acquilone verso de me,o forse è lui che mi tira ma non mi voglio muovere?ognuno è nato tra le proprie braccia e basta.e muore tra le propie braccia.senza strapparsi i capelli dalle lacrime,tirando acquiloni.calpestando aiuole troppo verdi,fiori troppo sbiaditi cieli senza nuvole oceani senza gabbiani.perchè in fondo chi non se ne sta a contemplarsi dalla vista di una collina sulla città?mi si muovono le viscere e mi vedo domani che guarderò ieri e mi abbraccierò le gambe.eh si,lo so lo so non si capisce,ma il filo lo seguo rapido sui tasti,non credo di comprendere fino in fondo,ma un senso di vuoto avvolto da un tubo circonda tutto e ogni tanto mi sembra di vedere il fondo.di vedermi in fondo girato all'indietro, a fare ombre cinesi dietro a un fuoco e urlante:vita!!!!!!!!tirare fili tirare calci bruciare case bruciare mondi fumare merda bere vino e ogni tanto fermarsi a guardare,che cosa incredibile.colori e mondi distanti e attaccati,fusi da un attimo .una nuvola si ferma un acquilone cade.solo.si ma solo se lo vedi cosi