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Definizione e cenni storici
Aggiornato il 22/10/2007
Definizione Formulare una definizione della Salsa comporta non poche difficoltà, dal momento che essa non è riconducibile, né come forma musicale autonoma né come tecnica specifica di ballo, al progetto originale di un singolo musicista o coreografo (come avvenne invece, per esempio, per il Mambo, il Cha cha cha, il ritmo Pilòn, ecc.). Il compito inoltre non è certo facilitato dal fatto che la Salsa è un movimento contemporaneo, in piena evoluzione, riguardo al quale non si sono ancora neppure sopite tutte le polemiche (vedi il dibattito: Salsa/Timba/Son/Casino) da parte degli addetti ai lavori, e dal fatto che sotto l’etichetta “Salsa” (un po’ come avviene per altri generi come: Pop, Rock, Jazz, ecc.) vengono comunemente classificate composizioni ed esecuzioni musicali estremamente differenziate (cosa vera anche per le tecniche salsere di ballo). E' ormai opinione pressoché consolidata che la salsa sia nata come movimento musicale trans-nazionale a cui non ha corrisposto lo sviluppo di uno specifico stile di ballo. I contributi che si sono mescolati fino a originare una nuova forma musicale, la salsa appunto, sono di varia provenienza: da Cuba arriva il Son (con i ritmi ad esso imparentati come Son montuno, guaracha, Changúi, Guajira, ecc.), che a partire dagli anni '30 si era diffuso con grande successo in tutta l'area caraibica di influenza spagnola; ma anche il Mambo e il Cha-cha-cha, così popolari negli USA. e a New York in particolare, a partire dagli anni '50, sono originari di Cuba, anche rivisitati in chiave yankee dalle grandi orchestre dell'epoca (da Perez Prado in avanti). Da Puertorico arrivano Bomba, Plena e Aguinando, anche se la loro influenza non è così diretta e forse è più corretto dire che in origine il contributo dei musicisti portoricani è stato più importante per la nascita della Salsa che non l'eredità della musica popolare portoricana. Da Santo Domingo arriva il Merengue tradizionale, dalla Colombia la Cumbia, ma non bisogna sottovalutare il contributo americano ("They jazzed up the Son and called it Salsa", N. Orguìa), già evidente nel Bogaloo degli anni '60, fatto essenzialmente di influenze jazzistiche (grandi orcheste della swing), del Boogie e del Rock'n'roll. Per ritornare al tema della definizione di Salsa, sul piano strettamente musicale l’unico oggettivo ed incontrovertibile fattore comune ad ogni brano che venga di norma classificato come “Salsa” è la frase ritmica disposta su due battute in 4/4 (o l’equivalente in 2/4) imperniata sul giro di clave cubana (di Son o di Rumba, dos/tres o tres/dos). Questa è la condizione necessaria ma non sufficiente perché si possa parlare di Salsa: infatti la stessa scansione ritmica in 8 tempi è tipica del Son e dei ritmi ad esso strettamente collegati, il che evidenzia chiaramente l’origine per così dire genetica della Salsa. Così le differenze fra Son e Salsa vanno ricercate in elementi meno oggettivamente classificabili e identificabili (orchestrazione, arrangiamenti, timbrica), tant’é vero che in casi limite i confini possono diventare sfumati e sfociare nel campo dell’opinabile Non per nulla alcuni musicisti della vecchia guardia non hanno mai accettato l'etichetta Salsa per la loro musica, definendola di volta in volta Guaracha (Celia Cruz), Son (Oscar D'Leon), Mambo (Tito Puente) anche quando alle nostre orecchie essa suonava in tutto e per tutto come salsa contemporanea. Altro discorso, altrettante se non più complesso e controverso, è necessario fare per la Salsa come ballo; rimanendo all'essenziale, il fatto è che la musica Salsa non ha prodotto al contempo una tecnica di ballo specifica, così che ballerini di diversa estrazione hanno adattato a questa nuova forma musicale differenti stili di esecuzione: i portoricani residenti a New York hanno usato il Mambo newyorchese, ma i cubani, quando la Salsa è approdata sull'Isla grande, hanno trovato naturale ballarla con le figure del Casino. Altra storia ancora per paesi come Venezuela e Colombia, dove la Salsa è stata eseguita in modo più semplice e meno virtuosistico. A tale proposito è allora necessario evidenziare il fattore comune che, al di là di ogni differenza stilistica, di impostazione, di gestualità, di scelta ritmica, identifichi il ballo chiamato “Salsa”: esso si ritrova nel marcare alternativamente con i piedi solo tre tempi per ogni battuta pur essendo la musica un ritmo quaternario (la variante dello step che sostituisce la pausa, presente in certe interpretazioni di Salsa cubana, venezuelana e colombiana, è in effetti una ribattuta ritmica che non costituisce un passo a sé stante); anche alcuni movimenti corporei di base che accompagnano i passi sono comuni a tutti gli stili (bacino che si solleva in opposizione alla gamba che balla, spalla che si solleva insieme alla gamba che balla, ecc.). Interessante è rintracciare l'origine del passo base un-dos-tres comune in ogni interpretazione stilistica della Salsa, origine che va fatta risalire alla Contradanza, punto di partenza per l'evoluzione del ballo di coppia sia a Cuba che a Puertorico, in seguito evolutasi in Danza, DanzÓn, danzonete, ecc. .
Cenni storici sull’origine della Salsa Il termine “Salsa” ha sempre fatto parte del lessico musicale cubano, per indicare, con un’azzeccata immagine di derivazione gastronomica, che una certa musica aveva Sabor, era saporita, emanava gusto intenso, piccante e/o era il prodotto di una mezcla di vari ingredienti. Sul piano discografico il primo riferimento a questo termine risale al Son di Ignacio Piňeiro “Echale salsita” (1929). Negli anni ’50 e ’60 l’uso della parola Salsa con riferimenti musicali si intensificò (Israel Cachao Lopez, “Mas salsa que pescao”, 1954; Joe Cuba, “Salsa y Bembé”, 1962; Charlie Palmieri, “Salsa na mà”, 1963; Carlos Federico y su combo, “Llego la salsa”, 1966; ecc.). Nel 1966, intanto, in Venezuela il Dj Danilo Escalona presentava un programma radiofonico di successo dal titolo “Con sabor, salsa y bembé”, e l’accostamento del termine “Salsa” alla musica latina in generale iniziò a diventare popolare. I paesaggi dove si svolgono queste vicende non sono però quello cubani: a seguito della rivoluzione del 1959 e al successivo embargo imposto dagli Stati Uniti, Cuba rimase tagliata fuori dal panorama discografico-musicale internazionale anche se, ovviamente, molti protagonisti di quel periodo sono cubani, già stabilitisi all’estero in precedenza o emigrati dopo la rivoluzione. E’ bene ricordare che in quegli anni negli Stati Uniti la commercializzazione di materiale musicale di produzione cubana era severamente proibita, mentre sull’altro fronte le difficoltà di introdurre a Cuba prodotti discografici stranieri e mantenere i contatti con i musicisti sul continente americano erano enormi. Invece la località dove il concetto di “Salsa” iniziò a prendere corpo è New York, e probabilmente il giornalista-editore Izzy Zanabria, sulla rivista Latin New York, fu il primo ad usare coscientemente tale termine per riferirsi alla nuova sonorità che andava evolvendosi e prendendo forma. In realtà si trattava di un movimento musicale estremamente eterogeneo, che si sviluppava a partire da contributi musicale cubani (Son, Son montuno, Guaguancò, Guaracha, ecc.), portoricani (Bomba, Plena, Aguinaldo), colombiani (Cumbia), dominicani (Merengue), americani (Mambo newyorchese, Latin jazz, generi a loro volta originati da precedenti contaminazioni fra ritmi tradizionali cubani e Swing e Be-bop yankee), animato da personaggi di origine ed estrazione assai variegate (alcuni nomi alla rinfusa: Eddie e Charlie Palmieri, Ray Barreto, Larry Harlow, Hèctor Lavoe, Celia Cruz, Tito Puente, Willie Colon, Cheo Feliciano, Johnny Pacheco, l’impresario Jerry Masucci, ecc.). Ma si trattava soprattutto di un movimento con forti connotazioni di rivalsa socio-culturale: ”Salsa” era un’espressione di orgogliosa rivendicazione della propria identità da parte dei latini dei barrios della Grande Mela e delle grandi aree urbane americane, in fiera contrapposizione al Rock’n’roll, al Rhythm and blues, al Country and western, al Soul; “Salsa” significava sentirsi parte di una grande comunità che, forte delle proprie radici, voleva costruire una nuova dimensione di visibilità all’interno della società americana, in cui i latini dovevano affrontare diffidenza, marginalizzazione, pregiudizi, disadattamento, ghettizzazione. Un’ulteriore sfaccettatura della questione è l’aspetto commerciale: un termine come “Salsa”, che poteva a pieno titolo rappresentare le varie forme artistiche del panorama latino con una parola universale e significativa, fu immediatamente accolto e sfruttato come etichetta di mercato dall’industria discografica, radiofonica ed editoriale americana: in fondo il pubblico di origine latina era un obiettivo ben appetibile ed in costante crescita. Per concludere si può simbolicamente citare, a puro titolo di riferimento, una data ed un evento che rappresentano in qualche modo un punto di arrivo e di partenza di un’avventura chiamata “Salsa”: lo storico concerto della “Fania all stars” tenuto il 26 agosto 1971 al Cheetah New York immortalato nel film-documentario “Nuestra cosa latina”.
Fonti bibliografiche: Testi: - E. Conte: Salseando y Bailando - Gremese - E. Conte: Salsa, il tropico dell’anima - Gremese - Besito de coco: Corazòn - Minimum fax - B. Benelli: Avanzi di balera - Il mulino - R. Guerra: La musica salsa - Musical Service - A. Garzia: C come Cuba - Ellen Multimedia
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La Bachata è una danza popolare originaria della Repubblica Dominicana da dove si è diffusa in varie comunità centroamericane quali Messico ed Ecuador, alcune aree statunitensi compresa New York ed anche in Europa. Non si fanno strani giri, ma si balla strettamente abbracciati facendo tre passi in una direzione seguiti da un movimento laterale delle anche, poi si ripete nella direzione opposta. Nella Bachata si avverte nettamente ogni battuta musicale. Bachata e Merengue fanno la parte del leone a Santo Domingo, veloce ed allegro il Merengue, più lenta e romantica la Bachata.
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Il Merengue nasce nella Repubblica Domenicana nel XVI secolo, per merito degli schiavi importati dall’Africa per coltivare lo zucchero. A Santo Domingo il Merengue è ovunque, scandisce il ritmo del giorno e della notte, coinvolgendo tutti; dominicani e turisti, giovani e anziani, donne e uomini. Il Merengue è per natura un ballo che esprime sensualità, passione, erotismo. Viene ballato in coppia, allacciati, come in uso nel Nordamerica e in Europa, oppure uno di fronte all’altro, come nella migliore tradizione dominicana. E’ un ballo nato come arma di seduzione, utilizzato dal cavaliere per corteggiare la dama. Il Merengue, come la maggior parte delle danze popolari sudamericane, si basa sull’improvvisazione. I ballerini apprendono i passi e le figure di base e li personalizzano poi secondo il proprio gusto e temperamento creando sempre nuove varianti.
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El Son La nascita del "Son" si ubica nella regióne orientale dell' isola di Cuba, principalmente in Santiago e sulla catena montuosa della Sierra Maestra. Inoltre, si menziona la provincia di Guantánamo e si associa, per le feste Changui che lì si celebravano. Questo genere musicale sorge alla fine del secolo XIX come parte della formazione della propia nazionalità cubana.
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La città di Alba - Indice - Corsi e stage di ballo - Il ballo latino-americano - Le foto di SalsaGolosa - Links - Motori di ricerca
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Nei modelli costruiti secondo la tradizione più genuina il Guìro è costituito da una zucca vuota essiccata, di forma oblunga (i più comuni modelli di produzione industriale sono di legno leggero), possono essere presenti dei fori che ne facilitano l'impugnatura. La superficie dello strumento è segnata da una serie di tacche molto ravvicinate dalle quali si ottiene il tipico suono mediante lo sfregamento effettuato con un'apposita bacchetta. Questa può essere di legno, di metallo sottile o di altri materiali che risultino adatti allo scopo; a volte al suo posto si usa una specie di pettine dai denti di metallo che produce un volume più elevato del normale. Uno strumento che somiglia al Guìro e che prevede la stessa tecnica di esecuzione, ma è in metallo, è chiamato Reco-Reco.
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Si tratta di uno strumento composto da due piccoli tamburi uniti fra di loro, uno più piccolo ed uno più grande, svasati verso l'alto, ma comunque sempre di dimensioni abbastanza contenute, tali da garantire un suono decisamente acuto. Sotto sono aperti mentre nella parte superiore sono sormontati da una pelle di vacca. Sono di norma suonati da seduto tenendoli stretti fra le ginocchia (il più piccolo a sinistra), ma possono anche essere montati su di un treppiede.
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Vi è chi afferma che probabilmente questo strumento derivi dall’uso delle botti utilizzate per trasportare il rum. Altri dicono che provengano direttamente dall’Africa e che infatti il loro nome derivi da Congo. La loro comparsa ufficiale pare risalga alla seconda metà dell'Ottocento a L'Avana, nel periodo della fine della schiavitù. Si trattava di un tamburo utilizzato in alternativa ai tamburi originari africani il cui uso a Cuba era stato sempre ufficialmente vietato, perché nei culti afro il suono di quei tamburi serviva ad evocare la presenza di divinità africane, condannate come pagane dai dominatori spagnoli di religione cattolica.
Nella dotazione maggiormente utilizzata sono costituite da un set di tre tamburi di diverso diametro:
La loro forma ricorda quella di un barile; il fusto può essere di legno o, come nei modelli più leggeri, di vetroresina. Sotto sono aperte mentre nella parte superiore sono sormontate da una pelle di vacca. Possono essere suonate poggiate per terra o montate su un treppiede
Quando si sentono suonare le congas per la prima volta si rimane stupiti dalla molteplicità di suoni che si possono ottenere con diverse combinazioni delle mani sulle pelli ( cosa tutt’altro che semplice, almeno all’inizio). Le mani sono lo strumento, che sta a diretto contatto con la pelle delle congas, e sta al percussionista cambiare il suono con il loro ausilio. Sono diversi i colpi della mano che possono dare diversi suoni, eccone alcuni:
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Quelli che seguono sono alcuni degli strumenti a percussione utilizzati nella musica latino-americana e caraibica.
Quello descritto è un set di base dei principali strumenti così come suonati da un unico percussionista, anche se nella Salsa ed in tutta la musica caraibica è tipico vedere questi stessi strumenti suonati da più musicisti contemporaneamente.
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Definizione e cenni storici
Aggiornato il 30/09/2007
Definizione Formulare una definizione della Salsa comporta non poche difficoltà, dal momento che essa non è riconducibile, né come forma musicale autonoma né come tecnica specifica di ballo, al progetto originale di un singolo musicista o coreografo (come avvenne invece, per esempio, per il Mambo, il Cha cha cha, il ritmo Pilòn, ecc.). Il compito inoltre non è certo facilitato dal fatto che la Salsa è un movimento contemporaneo, in piena evoluzione, riguardo al quale non si sono ancora neppure sopite tutte le polemiche (vedi il dibattito: Salsa/Timba/Son/Casino) da parte degli addetti ai lavori, e dal fatto che sotto l’etichetta “Salsa” (un po’ come avviene per altri generi come: Pop, Rock, Jazz, ecc.) vengono comunemente classificate composizioni ed esecuzioni musicali estremamente differenziate (cosa vera anche per le tecniche salsere di ballo). E' ormai opinione pressoché consolidata che la salsa sia nata come movimento musicale trans-nazionale a cui non ha corrisposto lo sviluppo di uno specifico stile di ballo. I contributi che si sono mescolati fino a originare una nuova forma musicale, la salsa appunto, sono di varia provenienza: da Cuba arriva il Son (con i ritmi ad esso imparentati come Son montuno, guaracha, Changúi, Guajira, ecc.), che a partire dagli anni '30 si era diffuso con grande successo in tutta l'area caraibica di influenza spagnola; ma anche il Mambo e il Cha-cha-cha, così popolari negli USA. e a New York in particolare, a partire dagli anni '50, sono originari di Cuba, anche rivisitati in chiave yankee dalle grandi orchestre dell'epoca (da Perez Prado in avanti). Da Puertorico arrivano Bomba, Plena e Aguinando, anche se la loro influenza non è così diretta e forse è più corretto dire che in origine il contributo dei musicisti portoricani è stato più importante per la nascita della Salsa che non l'eredità della musica popolare portoricana. Da Santo Domingo arriva il Merengue tradizionale, dalla Colombia la Cumbia, ma non bisogna sottovalutare il contributo americano ("They jazzed up the Son and called it Salsa", N. Orguìa), già evidente nel Bogaloo degli anni '60, fatto essenzialmente di influenze jazzistiche (grandi orcheste della swing), del Boogie e del Rock'n'roll. Per ritornare al tema della definizione di Salsa, sul piano strettamente musicale l’unico oggettivo ed incontrovertibile fattore comune ad ogni brano che venga di norma classificato come “Salsa” è la frase ritmica disposta su due battute in 4/4 (o l’equivalente in 2/4) imperniata sul giro di clave cubana (di Son o di Rumba, dos/tres o tres/dos). Questa è la condizione necessaria ma non sufficiente perché si possa parlare di Salsa: infatti la stessa scansione ritmica in 8 tempi è tipica del Son e dei ritmi ad esso strettamente collegati, il che evidenzia chiaramente l’origine per così dire genetica della Salsa. Così le differenze fra Son e Salsa vanno ricercate in elementi meno oggettivamente classificabili e identificabili (orchestrazione, arrangiamenti, timbrica), tant’é vero che in casi limite i confini possono diventare sfumati e sfociare nel campo dell’opinabile Non per nulla alcuni musicisti della vecchia guardia non hanno mai accettato l'etichetta Salsa per la loro musica, definendola di volta in volta Guaracha (Celia Cruz), Son (Oscar D'Leon), Mambo (Tito Puente) anche quando alle nostre orecchie essa suonava in tutto e per tutto come salsa contemporanea. Altro discorso, altrettante se non più complesso e controverso, è necessario fare per la Salsa come ballo; rimanendo all'essenziale, il fatto è che la musica Salsa non ha prodotto al contempo una tecnica di ballo specifica, così che ballerini di diversa estrazione hanno adattato a questa nuova forma musicale differenti stili di esecuzione: i portoricani residenti a New York hanno usato il Mambo newyorchese, ma i cubani, quando la Salsa è approdata sull'Isla grande, hanno trovato naturale ballarla con le figure del Casino. Altra storia ancora per paesi come Venezuela e Colombia, dove la Salsa è stata eseguita in modo più semplice e meno virtuosistico. A tale proposito è allora necessario evidenziare il fattore comune che, al di là di ogni differenza stilistica, di impostazione, di gestualità, di scelta ritmica, identifichi il ballo chiamato “Salsa”: esso si ritrova nel marcare alternativamente con i piedi solo tre tempi per ogni battuta pur essendo la musica un ritmo quaternario (la variante dello step che sostituisce la pausa, presente in certe interpretazioni di Salsa cubana, venezuelana e colombiana, è in effetti una ribattuta ritmica che non costituisce un passo a sé stante); anche alcuni movimenti corporei di base che accompagnano i passi sono comuni a tutti gli stili (bacino che si solleva in opposizione alla gamba che balla, spalla che si solleva insieme alla gamba che balla, ecc.). Interessante è rintracciare l'origine del passo base un-dos-tres comune in ogni interpretazione stilistica della Salsa, origine che va fatta risalire alla Contradanza, punto di partenza per l'evoluzione del ballo di coppia sia a Cuba che a Puertorico, in seguito evolutasi in Danza, DanzÓn, danzonete, ecc. .
Cenni storici sull’origine della Salsa Il termine “Salsa” ha sempre fatto parte del lessico musicale cubano, per indicare, con un’azzeccata immagine di derivazione gastronomica, che una certa musica aveva Sabor, era saporita, emanava gusto intenso, piccante e/o era il prodotto di una mezcla di vari ingredienti. Sul piano discografico il primo riferimento a questo termine risale al Son di Ignacio Piňeiro “Echale salsita” (1929). Negli anni ’50 e ’60 l’uso della parola Salsa con riferimenti musicali si intensificò (Israel Cachao Lopez, “Mas salsa que pescao”, 1954; Joe Cuba, “Salsa y Bembé”, 1962; Charlie Palmieri, “Salsa na mà”, 1963; Carlos Federico y su combo, “Llego la salsa”, 1966; ecc.). Nel 1966, intanto, in Venezuela il Dj Danilo Escalona presentava un programma radiofonico di successo dal titolo “Con sabor, salsa y bembé”, e l’accostamento del termine “Salsa” alla musica latina in generale iniziò a diventare popolare. I paesaggi dove si svolgono queste vicende non sono però quello cubani: a seguito della rivoluzione del 1959 e al successivo embargo imposto dagli Stati Uniti, Cuba rimase tagliata fuori dal panorama discografico-musicale internazionale anche se, ovviamente, molti protagonisti di quel periodo sono cubani, già stabilitisi all’estero in precedenza o emigrati dopo la rivoluzione. E’ bene ricordare che in quegli anni negli Stati Uniti la commercializzazione di materiale musicale di produzione cubana era severamente proibita, mentre sull’altro fronte le difficoltà di introdurre a Cuba prodotti discografici stranieri e mantenere i contatti con i musicisti sul continente americano erano enormi. Invece la località dove il concetto di “Salsa” iniziò a prendere corpo è New York, e probabilmente il giornalista-editore Izzy Zanabria, sulla rivista Latin New York, fu il primo ad usare coscientemente tale termine per riferirsi alla nuova sonorità che andava evolvendosi e prendendo forma. In realtà si trattava di un movimento musicale estremamente eterogeneo, che si sviluppava a partire da contributi musicale cubani (Son, Son montuno, Guaguancò, Guaracha, ecc.), portoricani (Bomba, Plena, Aguinaldo), colombiani (Cumbia), dominicani (Merengue), americani (Mambo newyorchese, Latin jazz, generi a loro volta originati da precedenti contaminazioni fra ritmi tradizionali cubani e Swing e Be-bop yankee), animato da personaggi di origine ed estrazione assai variegate (alcuni nomi alla rinfusa: Eddie e Charlie Palmieri, Ray Barreto, Larry Harlow, Hèctor Lavoe, Celia Cruz, Tito Puente, Willie Colon, Cheo Feliciano, Johnny Pacheco, l’impresario Jerry Masucci, ecc.). Ma si trattava soprattutto di un movimento con forti connotazioni di rivalsa socio-culturale: ”Salsa” era un’espressione di orgogliosa rivendicazione della propria identità da parte dei latini dei barrios della Grande Mela e delle grandi aree urbane americane, in fiera contrapposizione al Rock’n’roll, al Rhythm and blues, al Country and western, al Soul; “Salsa” significava sentirsi parte di una grande comunità che, forte delle proprie radici, voleva costruire una nuova dimensione di visibilità all’interno della società americana, in cui i latini dovevano affrontare diffidenza, marginalizzazione, pregiudizi, disadattamento, ghettizzazione. Un’ulteriore sfaccettatura della questione è l’aspetto commerciale: un termine come “Salsa”, che poteva a pieno titolo rappresentare le varie forme artistiche del panorama latino con una parola universale e significativa, fu immediatamente accolto e sfruttato come etichetta di mercato dall’industria discografica, radiofonica ed editoriale americana: in fondo il pubblico di origine latina era un obiettivo ben appetibile ed in costante crescita. Per concludere si può simbolicamente citare, a puro titolo di riferimento, una data ed un evento che rappresentano in qualche modo un punto di arrivo e di partenza di un’avventura chiamata “Salsa”: lo storico concerto della “Fania all stars” tenuto il 26 agosto 1971 al Cheetah New York immortalato nel film-documentario “Nuestra cosa latina”.
Fonti bibliografiche: Testi: - E. Conte: Salseando y Bailando - Gremese - E. Conte: Salsa, il tropico dell’anima - Gremese - Besito de coco: Corazòn - Minimum fax - B. Benelli: Avanzi di balera - Il mulino - R. Guerra: La musica salsa - Musical Service - A. Garzia: C come Cuba - Ellen Multimedia - AA. VV.: Le danze caraibiche latino-americane - C.I.D.S. (edito in proprio)
In rete: - Archivio IABLA (it.arti.ballo.latinoamericano), in particolare i seguenti post: § Tommy salsero: Cos’è la salsa - 05/10/2002 § Morgana la fata: Il giorno che a NJC nacque la salsa - 26/10/2001 § Tommy salsero, Pachanga, Corinna: dal trend “La salsa è …” - dicembre 2002 - Members.tripod.com: Historia oficial de la salsa - Salsaconexion.com: Ritmi latini - Lajiribilla.cu: El casino y la Salsa en Cuba - Salsanewyork.com: Who owns Salsa, nationality, ethnicity and clave - Ballilatini.it: Forum Salsa, thread sulla Salsa di E. Conte, Pachanga, Corinna, Monica Club- latino, ottobre 2003 - Meetinglatino.it: Forum Salsa, thread "Ecco perchè nn la possiamo chiamare salsamambo",
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