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SUL BUE E L'ASINELLO


Si avvicina Natale e c'è chi pensa ai regali e ai festeggiamenti. Giorni fa, però, due giornalisti del Messaggero (Dose e Presta) ci hanno offerto uno spunto di riflessione sul ruolo di questi due simpatici protagonisti nel canonico quadretto commemorativo. Lo riporto integralmente, ad uso e consumo di chi se lo fosse perso.IL BUE E L'ASINELLO SONO DISOCCUPATI Nella già difficile situazione occupazionale del nostro paese, dobbiamo purtroppo registrare la perdita di altri due posti di lavoro : il bue e l'asinello nel presepe. Due nuovi esodati che proprio non ci aspettavamo e che costringeranno il ministro Fornero e l'INPS a rifare nuovamente i conti per verificarne la copertura. Nel suo ultimo libro dal titolo “L'infanzia di Gesù” Papa Benedetto XVI ha precisato che i due simpatici animali non erano presenti nella grotta della Natività, in quanto i vangeli non ne parlano. Insomma, a differenza di quella elettorale, la riforma del presepe è realtà. Le prime reazioni non si sono fatte attendere: l'On. Pecorella, che probabilmente col cognome che porta si sente parte in causa rispetto all'argomento in questione, per protesta ha abbandonato il Pdl, fondando una formazione politica autonoma. In tutte le famiglie italiane si è aperto un dibattito acceso, non privo di polemiche : a questo punto, il caldarrostaio e la lavandaia hanno diritto di occupare un posto a pochi metri dalla mangiatoia? E' mai esistito nei pressi di Betlemme un laghetto con i cigni? E soprattutto: quante volte, nel corso della storia, avrà nevicato in Palestina per giustificare tutta la bambagia che mettiamo sulle montagne di cartone? Speriamo non salti in mente a nessuno di organizzare le primarie nel presepe, per stabilire chi ha diritto di rimanere e chi deve tornarsene a casa. Inoltre, c'è un altro problema e c'era da aspettarselo. Gli artigiani di San Gregorio Armeno a Napoli, famosi in tutto il mondo per le loro meravigliose statuine, si sono subito lamentati per questo inatteso ostracismo nei confronti delle migliaia di buoi e asinelli, di tutte le fogge e dimensioni, di cui hanno, con tutta probabilità, i magazzini pieni. E se saltasse fuori che pure i cammelli dei Re Magi sono un'invenzione della fantasia popolare? In questo caso, dovrebbe intervenire addirittura il segretario generale della Cgil Susanna Camusso per placare gli animi. I rinomati artigiani campani, si sa, non hanno dimostrato di tenerci troppo agli aspetti filologici e alla veridicità storica: nelle loro belle botteghe puoi trovare, accanto ai pastorelli, i pupazzetti di Belen e Obama, che costringono gli amanti del presepe a uno sforzo di fantasia certo superiore a quello cui vengono costretti dalla presenza dei due quadrupedi al centro della disputa. A volerlo proprio trovare, un aspetto positivo c'è : siamo in un momento di crisi nera e la rinuncia a due elementi di questo meraviglioso plastico natalizio comporta un risparmio non indifferente (il governo Monti, peraltro, in una nota di palazzo Chigi ha precisato che l'esecutivo è del tutto estraneo a questo taglio : il bue e l'asinello non rientrano infatti nelle detrazioni rese possibili dalla legge di Stabilità).Papa Benedetto XVI, in realtà, ha detto anche qualcosa che, purtroppo, è stato coperto dall'immediato fragore della polemica: è vero, i due ruminanti forse non dovrebbero essere dove li pone la tradizione, sin dai tempi del presepe di Greccio, voluto da San Francesco nel 1223, però possono rimanere. Sono parole sagge e rassicuranti e ci forniscono una garanzia che, vista l'aria che tira, ci tranquillizza molto : almeno questa rottamazione ce la possiamo risparmiare.