MANDRIA ROSSA

Post N° 21


DAVIDE CONTRO GOLIALa sete di vendetta del governo Israeliano sta oscurando la vista al premier Olmert che ha decisamente perso il controllo sulla reazione al sequestro di due soldati Israeliani, avvenuto lo scorso 12 luglio ad opera di un gruppo di Hezbollah (organizzazione armata sciita libanese) . Negli scontri hanno perso la vita altri otto militari.La reazione Israeliana non si è fatta attendere ed è risultata sproporzionata e devastante, con massicci bombardamenti aerei su Beirut (la capitale) ed altre città libanesi. Il numero delle vittime è di poco superiore alle 300 unità, per la stragrande maggioranza civili e bambini che stavano trascorrendo la loro tranquilla quotidianità.Questa quotidianità è stata infranta da una pioggia di fuoco che ha colpito strade, abitazioni, ponti, centrali elettriche ed idriche, aeroporti; devastando un economia che i governi libanesi avevano rimesso in piedi dopo 15 anni (nell’ 82 il Libano era stato occupato militarmente proprio da Israele); distruggendo sogni e progetti di chi la guerra non l’ ha mai voluta.Deplorevole è stata l’offensiva lanciata dagli Hezbollah, sia chiaro, altrettanto deplorevole è stato l’attacco sionista che ha colpito una città che conta centinaia di migliaia di abitanti indifesi ed inermi, in modo indiscriminato.Prontamente sono partite le indignazioni, le critiche ed il sostegno alla popolazione Libanese da tutta la comunità internazionale, un coro unanime a chiedere il “cessate il fuoco”, per poter controllare una situazione che giorno dopo giorno si fa sempre più drammatica.Ad oggi il numero degli sfollati oscilla tra i 500.000 ed i 700.000. Gente senza più casa, senza cibo , acqua e medicinali.Ma il Grande paladino della democrazia, colui che dispensa amore e pace sparandoli dal carroarmato, dov’è? Cosa fa? Se inizialmente l’unico commento della Casa Bianca è a sostegno del diritto alla difesa dello stato di Israele, è di ieri il comunicato ufficiale che tra la notte di venerdì e sabato sono partite dalle coste statunitensi due navi da guerra cariche di armi. Bush, principale promotore della spedizione, dichiarare di voler chiudere la partita militare in pochi giorni. Si sa da tempo che il presidente degli Stati Uniti non annovera nel suo vocabolario la parola “pace “ come si sapeva che l’intero continente americano non sopravviverebbe economicamente senza guerre da finanziare con il commercio delle armi.Ci aspettavamo però, almeno stavolta, a pochi giorni dal G8 russo durante i quali tutti i presidenti si sono impegnati in un progetto di costruzione del dialogo tra Israele e i paesi arabi (il luogo delle trattative potrebbe essere Roma), che gli Stati Uniti potessero accantonare le loro esigenze economiche per salvare una situazione già tragica che potrebbe degenerare quanto prima.Indispensabile è , in questo momento, metter giù le armi e sedersi attorno ad un tavolo per attuare delle trattative di pace, preferibilmente con l’Italia da mediatore, per porre fine una volta per tutte aduna delle tante guerre che insanguina il pianeta.Perché le uniche armi efficaci per trovare la pace sono il dialogo ed il confronto, non di certo le bombe intelligenti, le testate atomiche o le mine anti - uomo.