MANDRIA ROSSA

Post N° 49


Finanziaria 2007: ne capiamo davvero qualcosa?Molti esponenti del centrodestra hanno più volte attribuito alla manovra espressioni come “Finanziaria di guerra” o “manovra da lacrime e sangue” .Altrettanti appartenenti alle classi privilegiate della popolazione nonché del cosiddetto ceto medio (da notare che tra questo ceto medio s’infiltrano pure un’infinità di “furbetti” che a fronte di utili vertiginosi dichiarano allo stato vere miserie), hanno sollevato fiumi di polemiche e lamentele riguardo al futuro delle imprese, delle famiglie. Tutti si lamentano ma nessuno si domanda il perché di una manovra così pesante.  C’è davvero bisogno di più onestà da parte della classe politica italiana. Perché non c’è un politico del centrodestra che, alle svariate trasmissioni televisive a cui partecipa,comincia a parlare del grosso buco che da anni affligge i conti pubblici italiani e che nei 5 anni di governo Berlusconi è addirittura lievitato. Perché in Italia ci viene negata la verità?  In attesa di vedere con che risultati la piazza risponderà all’invito della Casa delle Libertà a manifestare contro il governo Prodi sabato 2 dicembre a Roma, cito un pezzo di articolo tratto dal quotidiano francese “LE MONDE”, che parla appunto del rapporto che hanno gli Italiani con la manovra finanziaria.“RITUALI D’AUTUNNOOgni autunno gli stranieri che vivono in Italia si chiede se  gli Italiani non siano per caso tutti premi Nobel dell’economia.In ogni caso, ecco un popolo che si appassiona ai misteri della finanza pubblica. Ogni mattina, da settembre a dicembre i giornali dedicano pagine e pagine a un feuilleton che tiene l’intero paese col fiato sospeso. S’intitola “Finanziaria”. Il sottotitolo, “Manovra”, lascia intravedere tutti i potenziali colpi di scena di un buon thriller.Davanti al loro cappuccino, i lettori di giornali divorano con passione storie che capiscono solo loro, i cui protagonisti hanno nomi in codice come TFR, Irpef, Irap, ICI, cuneo. Con stoico coraggio mandano giù un’abbondante colazione di dati, numeri, percentuali che lo deprimono, ma che si sentono obbligati a conoscere come degli esperti. La legge finanziaria è una cosa seria, che non può esser lasciata in mano ai soli politici. Dopo tutto , se un tifoso può parlare da pari a pari con Lippi, perché il contribuente non può dire la sua a Padoa Schioppa?In Francia il dibattito sulla legge di bilancio occupa la prime pagine per non più di tre giorni. Le grandi linee della politica di bilancio non fanno vendere i giornali; la lotta contro il debito pubblico non aumenta gli indici d’ascolto. Probabilmente per pigrizia, i francesi lasciano ai loro deputati il compitodi definire i dettagli nell’intimità delle commissioni parlamentari. Ci sarà sempre tempo di scendere in piazza per “rettificare” i punti “inaccettabili”.I francesi sarebbero sorpresi di sapere che in Italia la Finanziaria è una sorta di gioco interattivo che occupa il paese per metà dell’anno. Il governo getta i dadi a inizio settembre con il suo progetto di legge finanziaria, poi passa la mano ai suoi amministrati, che si sforzeranno di migliorarla.Visto così il rito annuale della finanziaria sarebbe un bell’esempio di democrazia partecipativa. Ma gli Italiani non considerao l’economia con il distacco di un premio Nobel. Se ne infischiano di sapere che a Bruxelles il cattivo commissario Almunia potrebbe storcere la bocca. Al diavolo il debito pubblico se il prezzo da pagare è un buco nel bilancio delle famiglie. Si tratta di una reazione umana, quasi rassicurante. Fra le righe del progetto di legge presentato dal ministro dell’economia in nome dell’inrteresse generale, ognuno legge le difficoltà delle sue finanze per l’anno dopo.. dal tassista al sindaco di sinistra, dal rettore dell’università al simpatizzante della Lega Nord, ognuno diventa la sentinella di un’ortodossia di bilancio molto personale.….”