UNA VITA ORDINARIA

DELL'ESSERE BUONI


Ci sono i buoni, sono pochi, ma esistono, e qui non parlo certo di quelli.Parlo dei buonisti, i buoni per finta.Quelli che vanno a fare i volontari dove succedono le disgrazie.Quelli che fanno tanta beneficenza a chi è lontano per sentirsi migliori, per far vedere a tutti quanto sono buoni e bravi.Quelli che con le persone vere, in carne e ossa, sono degli emeriti stronzi.Quelli che non sanno nemmeno che faccia abbia il vicino di casa, magari anziano e solo, quelli che se uno gli cade davanti non si fermano, neanche per curiosità.Quelli a cui stanno sul cazzo tutti, quelli che "o con me o contro di me".Quelli che parlano male di tutti, te compreso, ma se li incontri e li guardi negli occhi, invece di affrontarti,li abbassano...Se si guarda al risultato, conta che chi ha bisogno abbia un aiuto e va benissimo, ma essere buoni è un'altra cosa. La mia mamma mi ha insegnato con l'esempio cosa significa aiutare gli altri, in ogni casa dove abbiamo vissuto la mia famiglia ha "adottato" qualcuno, ricorderò sempre la Ines e i suoi fratelli, Iole e Secondo, con pensioni quasi inesistenti e debiti antichi da pagare, che per noi erano diventati come dei parenti.Insieme ai piatti di tortelli e di lasagne, pranzi di Natale e compleanni, abbiamo condiviso con loro la nostra famiglia, abbiamo dato calore e presenza e altrettanto abbiamo ricevuto. Aiutarsi tra vicini, prendere il caffè insieme, badarsi reciprocamente i bambini e i vecchietti, scambiarsi cibo, volersi bene, a casa mia è la cosa giusta da fare, la normalità.Al momento, dopo una famiglia con due bimbi piccoli e senza nonni, che poi si è trasferita, la Maria ha "adottato" gli studenti che abitano ora sul suo pianerottolo, spaccia piadine e crescioni, insieme a un pò di calore umano.Le loro mamme quando vengono in visita, suonano il suo campanello per verificare se "i ragazzi si comportano bene".A essere buoni si comincia da chi abbiamo vicino...