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UNA VITA ORDINARIA

Vita quotidiana di una tipa che pensa troppo

 

Messaggi del 07/01/2021

RETORICA DELL'AMORE CON LA A MAIUSCOLA

Post n°231 pubblicato il 07 Gennaio 2021 da manu650
 

Negli ultimi mesi, ho avuto tanto tempo per girovagare sui social, leggere e pensare. Seguo su fb tante pagine che parlano di sentimenti e di amore, fatte da donne e rivolte alle donne.
Gli amori di cui si parla sono infelici, perchè gli amori felici si vivono e non si raccontano.
Ci si scambiano esperienze, si commenta, ci si sostiene e fin qui nulla di male, ma da un pò di tempo sento che qualcosa mi disturba, anche se non ho messo a fuoco in modo preciso di cosa si tratta.
Credo siano tutte le ricette e i decaloghi, le regole, TUTTO quello che dobbiamo pretendere e quante disposizioni debba seguire un poveraccio, che voglia imbarcarsi in una relazione, che sia qualcosina in più di una botta e via.
Come deve comportarsi, cosa deve fare e dire e come deve farci sentire.
A quale standard ideale debba adeguarsi, di fronte a donne che, troppo spesso, sono di una pochezza imbarazzante.
Tolti i bugiardi, i violenti, i traditori seriali e chi svolta nella patologia, nessuno, comunque, è perfetto, e non lo è nessuna relazione.
Se si è così fortunati da amarsi reciprocamente, sulla relazione ci si lavora, insieme, sbagliando e perdonandosi ogni giorno.
La verità è che, purtroppo, spesso le donne le storie se le inventano e cercano di trasformare un tizio, che voleva solo fare del buon sesso, in un fidanzato, come si tira fuori un coniglio dal cilindro del mago.
Come se per essere felici, innanzitutto non si dovesse lavorare su se stesse, conoscersi, volersi bene, accettarsi, e imparare a stare sole, prima che a far parte di una coppia di individui.
Come se dovesse arrivare l'uomo perfetto, l'uomo giusto, che sa di cosa abbiamo bisogno, che ci risolve la vita, tac, come in un romanzo del secolo scorso.
A me questi discorsi sanno di antico, di idealizzazione dell'amore, quello con la A maiuscola, di cui sono degne le donne con D maiuscola.
A me questi discorsi sanno di attesa passiva di un evento epifanico, che magari non arriverà mai, e poi, diciamocelo, forse possiamo essere delle compagne migliori, e non semplicemente delle principesse sul pisello da viziare.
La maiuscola solo dopo il punto, grazie!

 
 
 

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