La vita come viene

Master and servants


La storia del soldato statunitense Lozano e della base Usa a Vicenza, sono davvero emblematiche di come si svolgono i rapporti fra l’Italia e gli Usa. L'atto d'accusa della procura di Roma e' chiarissimo e senza fraintendimenti. Dice nero su bianco che gli Usa hanno distrutto volutamente le prove ed impedito in ogni modo di arrivare alla verita' sull'omicidio Calipari e che i militari Usa hanno mentito spudoratamente. Complimenti ai giudici per il coraggio, perche' sappiamo come vanno queste cose da noi. Ufficialmente arriveranno solo plausi all'operato dei giudici, ma in realta' dagli Stati Uniti arrivera' la richiesta non ufficiale di stoppare i giudici, e ci sara’ la gara fra i nostri politici a compiacere gli Usa. Qui non e' piu' questione di essere o no, antiamericani solo per partito preso. Qui e' in ballo la dignita' dell'Italia. Il pentagono ha gia' detto che se ne frega della giustizia italiana, che per loro Lozano non e' colpevole di nulla e non sara' punito in alcun modo.
Come nella strage del Cermis, quando i piloti Usa di stanza in Italia, giocarono a fare i Top Gun passando sotto una funivia e tranciarono i cavi della funivia facendo precipitare al suolo la cabina, provocando la morte di 42 italiani. Furono portati via dall’Italia di corsa, come dei ladri, e sottoposti ad un processo farsa negli Usa che li dichiaro’ tutti innocenti, come se i poveracci che morirono nella cabina, si fossero suicidati in massa o come suggeriva ironicamente qui affianco, la prima pagina del Manifesto, morti di freddo. E’ vero, ci hanno aiutato a liberarci dai nazisti e dai fascisti, ma per quanto tempo ancora dobbiamo pagare con la nostra dignita’ nazionale? Ci hanno liberato di un giogo odioso, per farci diventare i loro valletti, da punire se non siamo abbastanza solleciti e premurosi nel lustrargli gli stivali da cow boy. La base di Vicenza era l’occasione giusta per riprendere un po’ di dignita’ mandando un segnale, ma ora le abbiamo perdute entrambe, l’occasione e la dignita’. Depeche Mode "Master and servant"