La vita come viene

Grosso guaio a Chinatown


Come si puo' creare un “Grosso guaio a Chinatown”, senza ricorrere agli effetti speciali del film di John Carpenter?
A Milano ci sono riusciti ugualmente, con pochi, semplici ingredienti.Basta prendere una giunta di destra che governa Milano dal 1993, una comunita' molto attiva nel commercio come quella cinese, permetterle di insediare i propri magazzini e conseguente traffico molto intenso, in centro a Milano, e poi accorgersi all'improvviso, con quasi 15 anni di ritardo che non si puo' trasformare un quartiere centrale e residenziale di Milano in una specie di enorme scalo merci aperto 24 ore su 24, e decidere di far presidiare la zona notte e giorno dai vigili urbani a multare chiunque infranga di una virgola il codice stradale.
Fra i milanesi si e' sempre pensato che la comunita' dei cinesi sia quella che crea meno fastidi, per chi li avverte questi fastidi, di tutte.Certo l'ombra del sospetto della mafia cinese c'e' sempre stata, cosi' come la stranezza che di vecchiaia e malattia non muore mai nessun cinese a Milano.Gli unici cinesi che si siano mai visti morti a Milano, sono quelli periti in incidenti stradali.Insomma gente che si fa i fatti suoi, puliti o meno che siano, e non crea troppi problemi.Ma se ora vengono multati ogni giorno perche' non attraversano a piedi sulle striscie, perche' trasportano merce su auto normali, o perche' si fermano due minuti in doppia fila, cosa che a Milano fanno tutti ed i vigili non si sognano nemmeno di perdere un secondo a redarguirli, e' logico che si sentano vessati ingiustamente.E reagiscono.Organizzando un bell'agguato ai vigili.
Anche se i cinesi lo negano decisamente, il fatto che pochi minuti dopo l'episodio scatenante degli scontri si siano ritrovati per strada ad aggredire i vigili urbani centinaia di cinesi con striscioni, bandiere bastoni e megafoni conferma invece che era tutto premeditato.Con l'ombra della mafia cinese che si stende a proteggere la donna protagonista dell'episodio, assicurandole le prestazioni di un prestigiosissimo studio legale con sede nella carissima Piazza S.Babila che una povera commerciante di chincaglieria, come dice lei stessa di essere, non potrebbe mai permettersi.Certo i vigili fanno solo rispettare la legge, ma non si doveva arrivare al punto di trasformare un intero quartiere in un mercato senza regole per decenni.Occhi troppo chiusi prima e troppo aperti ora. “In medio stat virtus”.E li' in mezzo c'e' anche il buon senso, parola sconosciuta in questa occasione ai governanti di Milano.