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ANTEPRIMA!!

Post n°65 pubblicato il 29 Maggio 2006 da scemo81
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Succulenta anteprima per voi utenti del mio Blog ufficiale!

La prossima settimana verrà, finalmente, messo in vendita il mio primo romanzo, Per Sempre. Contrariamente da quanto era stato dichiarato nell’ultimo mese, il romanzo non verrà pubblicato su supporto cartaceo ma, al contrario, su supporto digitale. Questo mi permetterà di ammortizzare i costi di pubblicazione e, di conseguenza, il prezzo di vendita del “prodotto finale”. Il libro, infatti, verrà venduto a 5 euro a copia. Il supporto digitale utilizzato dovrebbe essere .pdf (file leggibile con acrobat reader). Il libro, oltre che sul sito internet ufficiale (www.per-sempre.net) verrà venduto, almeno in un primo tempo, anche su Ebay. Nei prossimi giorni pubblicherò ulteriori dettagli.

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FORTITUDO-BIELLA 2-1

Post n°64 pubblicato il 25 Maggio 2006 da scemo81
Foto di scemo81

E siamo 2-1. Grazie ad una prestazione stratosferica dei ragazzi in campo, ieri sera ci siamo portati in vantaggio nella serie contro l'Angelico Biella. 105-55 il punteggio finale, raro da vedere nei play off. Ora, la speranza, è di chiudere domani sera, a Biella, per prepararci al meglio per l'eventuale semifinale contro Napoli. Se giocheremo come ieri, comunque, non ci sarà storia.

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COMUNICAZIONE

Post n°63 pubblicato il 23 Maggio 2006 da scemo81

Il racconto breve La terra brucia, non è stato accettato dalla redazione del concorso COOP FOR WORDS, in quanto, per regolamento, si può partecipare con un solo componimento. Per il momento, quindi, non potrò pubblicare il testo nè sul Blog nè sul mio sito ufficiale. 

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FINALE AMARO PER "THE O.C."

Post n°62 pubblicato il 22 Maggio 2006 da scemo81
Foto di scemo81

Quello che si è sempre vociferato su serie televisive di notevole successo come Beverly Hills 90210 o Dawson's Creek, si è materializzato in "The O.C.", la serie culto tra i teen agers odierni. Un personaggio principale della serie, morirà al termine della terza stagione. E questa volta, non è uno scherzo. Ecco l'articolo sulla vicenda, apparso poco fa su TgCom:


The O.C, muore uno dei protagonisti
Fan americani sotto choc

L'America dei telefilm è sotto Choc. Il finale della terza stagione di The O.C, il teen-cult più popolare del mondo, ha lasciato il pubblico americano di stucco con una tragedia clamorosa quanto inaspettata: la morte a sorpresa di uno dei protagonisti. Ma quel che è peggio, l'annuncio ha lasciato a bocca aperta anche gli ideatori McG e Josh Schwartz. Sì, perché la notizia di quello che gli americani hanno visto lo scorso 18 maggio e che in Italia sarà trasmesso il 26 luglio su Mediaset Premium, è stato improvvisamente svelato in anteprima, senza alcun accordo con la produzione, dall' attore-attrice protagonista che sarebbe uscito/a di scena tragicamente. In un'intervista ad Access Hollywood  l'interprete del personaggio che sarebbe uscito per sempre dal cast del teen-cult ha motivato la fine luttuosa con le proprie aspirazioni cinematografiche. La reazione dei fan americani non si è fatta attendere: un misto di subbuglio (per la notizia inaspettata) e rabbia (per lo spoiler, ovvero l'anticipazione, prima della messa in onda). Come se non bastasse, l'annuncio a tradimento della morte di uno dei protagonisti ha mandato all'aria i piani della produzione che prevedevano di girare diversi finali alternativi per creare una sorta di cortina fumogena, come già avvenne ai tempi di Dallas quando si trattò di scoprire chi avesse sparato a J.R. Qualcuno ipotizza già che l'aver annunciato in anteprima il finale senza alcun accordo con la produzione potrebbe essere motivo di rivalsa giudiziaria verso l'attore/attrice: in tal modo, il suo personaggio potrebbe sopravvivere con un contratto-capestro, anche se appare un'ipotesi assai improbabile agli addetti ai lavori. La produzione del telefilm non si è comunque persa d'animo e ha già messo in cantiere uno spin-off, ovvero una serie tratta da The O.C. con uno dei personaggi secondari destinato a diventare protagonista: in Athens, il cui debutto è previsto per il gennaio 2006, salirà alla ribalta la sorella di Marissa Cooper, Kaitlin, interpretata dall'attrice Willa Holland, personaggio già presente in alcune puntate del terzo ciclo di quello che all'ultimo Telefilm Festival è stato eletto "miglior serie tv della stagione" da un sondaggio di Tv Sorrisi e Canzoni.


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RECORD ANNUNCIATO?

Post n°61 pubblicato il 22 Maggio 2006 da scemo81
Foto di scemo81

Ecco come TgCom parla de "Il codice Da Vinci", dopo il primo week end di incassi record:


Codice da Vinci, è record nel mondo
224 milioni di dollari in un weekend

Nè le stroncature dei critici nè l'accoglienza tiepida ricevuta a Cannes hanno arginato il successo annunciato de "Il Codice da Vinci". Il film di Ron Howard, tratto dal bestseller di Dan Brown, è uscito lo scorso fine settimana in tutto il mondo è ha fatto... boom. Non tanto negli Stati Uniti dove comunque ha incassato ben 77 milioni di dollari. Quanto nel resto del mondo: 147 milioni di dollari, record mondiale di sempre. In tutto, se la matematica non è un'opinione, sono 224 milioni di dollari in un solo weekend. Considerato il semi-flop dell'anteprima all festival di Cannes, le polemiche e i veti incrociati imposti sul film nel mondo da alcune istituzioni religiose, si tratta di un risultato di grande rilievo. Se si prende in esame il boxoffice extra-Usa, si tratta della migliore performance di sempre: con i suoi 147mila dollari incamerati, il "Codice" ha superato infatti il primato di 145 milioni di dollari incassati l'anno scorso dal terzo episodio di "Guerre Stellari". Il record assoluto di incassi mondiali (America e resto del pianeta) resta invece, per il fine settimana di esordio, quello del più recente "Guerre Stellari" che incamerò 253 milioni di dollari. Il risultato ottenuto dal "Codice" va comunque al di là delle più rosee aspettative dei produttori e del regista di "A Beautiful Mind". Segno che le recensioni generalmente non entusiastiche ricevute dal film non hanno scoraggiato i numerosi appassionati del libro - che ha venduto oltre 40 milioni di copie nel mondo - che hanno affollato i cinema di mezzo mondo per constatare di persona la rispodenza del film alla celebre storia raccontata da Brown (che ipotizza che Gesù abbia sposato Maria Maddalena avendo una figlia). Negli States, dove gruppi religiosi avevano istituito preghiere di protesta all'esterno di alcune delle sale dove era proiettato il film, la pelllicola di Howard ha comunque superato le previsioni degli esperti che stimavano tra i 50 e i 70 milioni di dollari l'introito potenziale del primo fine settimana. I 77 milioni di box-office Usa de "Il Codice da Vinci" non costituiscono comunque un primato perché il film è uscito solo per tre giorni (dal venerdì alla domenica). Nel 2002 "Spider-Man" aveva incassato 115 milioni di dollari (ancora un primato) ma uscendo nei cinema al mercoledì, con due giorni in più quindi di proiezioni. 


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COOP FOR WORDS/2

Post n°60 pubblicato il 22 Maggio 2006 da scemo81
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Quest'oggi ho spedito un nuovo racconto breve al concorso COOP FOR WORDS 2006. Si intitola LA TERRA BRUCIA, ed era stato inizialmente creato per un altro concorso. Appena verrà pubblicato sul sito E-Coop lo pubblicherò, a mia volta, su questo Blog e sul mio sito ufficiale.

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DELUSIONE...

Post n°59 pubblicato il 22 Maggio 2006 da scemo81
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Un brutto film. Una volta tanto, il giudizio dei critici rispecchia il mio e quello di tanti altri che, come me, si sono recati a vedere la tanto attesa pellicola di Ron Howard. Il codice Da Vinci, quindi, non rispetta le attese, ma avvalora piuttosto la tesi che vuole un film essere peggiore del libro da cui è tratto. Che si poteva fare di più, è sotto gli occhi di tutti fin dalla prima scena. Sono tante le omissioni che rendono il film non fedele al romanzo di Dan Brown. Gli attori, a mio parere, sono stati mal selezionati, in particolare Tom Hanks che dà l’impressione di non sentirsi per niente a proprio agio nei panni di Robert Langdon. Di tutti quanti, l’unica buona prova è quella di Jean Reno, impeccabile nella parte del commissario Bezu Fache. Per il resto, questo film tanto atteso quanto premiato ai botteghini, non lascia niente di più che uno strascico di polemiche che ancora non sembrano volersi placare. Voto finale: 5

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BUONA VISIONE!

Post n°58 pubblicato il 19 Maggio 2006 da scemo81
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Dopo un estenuante susseguirsi di polemiche, questa sera esce nelle sale Il Codice Da Vinci. Personalmente mi recherò a vederlo questa sera stessa (secondo spettacolo), presso la multisala Medusa di Bologna. Mi riservo di pubblicare, in questo Blog, la mia opinione personale sulla pellicola nei prossimi giorni. Nel frattempo, se volete, potete lasciare il vostro commento a proposito del libro. Vi rimando al prossimo post, invece, per ciò che riguarda ogni commento sul film

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CIAO STEFANONE

Post n°57 pubblicato il 19 Maggio 2006 da scemo81
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Ieri, al Paladozza, sono cominciati i play off scudetto per la mia squadra preferita, la Fortitudo. Alcune ore prima, invece, è venuto a mancare Stefanone, un ragazzo che faceva parte della Fossa dei Leoni 1970, il nostro gruppo di tifosi. Con questo post voglio, quindi, rendere omaggio alla memoria di Stefanone, un ragazzo che non conoscevo approfonditamente ma con cui ho avuto modo di scambiare le classiche "quattro chiacchiere" per più di una volta, in questi anni. In Fossa, d'altronde, ci si conosce tutti. E' una grande famiglia, e Stefanone era uno di noi.
In suo ricordo, pubblico l'articolo comparso ieri sul sito ufficiale della Fortitudo.
Ciao Stefanone. Fai buon viaggio e poi riposa, se puoi.



C'era anche Stefanone, al Palazzo. C'era nei cuori della moglie, della figlia e del figlio, presenti e circondati dall'abbraccio di tutta la Fossa dei Leoni, con Paolo Santi e tutti gli amici di una vita che non potevano nascondere le lacrime. E c'era nello spirito di tutta la Fortitudo, che subito dopo la presentazione delle squadre in campo ha visto il GM Teo Alibegovic e il Capitano Stefano Mancinelli andare proprio in curva per portare un mazzo di fiori alla famiglia tra l'applauso di tutti i cinquemila presenti, e poi lo ha voluto ricordare ulteriormente con il minuto di raccoglimento prima della palla a due, mentre la Fossa esponeva uno striscione di saluto replicato dai tifosi di Biella, encomiabili come la Società e gli arbitri nell'appoggiare immediatamente ed incondizionamente quella richiesta giunta dalla Fortitudo di celebrare il ricordo di un amico scomparso. Domani, tra le 14.30 e le 15.30 saranno in tanti gli amici che andranno a salutare Stefanone nella camera ardente dell'Ospedale S. Orsola, prima di fare ritorno nella sua Baricella. Ma, intanto, questa sera al Palazzo c'era anche lui. E la Fortitudo dedica questa vittoria a Stefanone.

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MANCA POCO!

Post n°56 pubblicato il 18 Maggio 2006 da scemo81
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Adesso manca davvero poco. Entro la fine di questa settimana dovrebbero tornare tra le mie mani le bozze corrette del romanzo. Un'ultima occhiata e, poi, Per Sempre sarà spedito in tipografia per la stampa. La previsione più ottimistica mi fà pensare che, entro una quandicina di giorni, il romanzo dovrebbe già essere stampato e pronto per la vendita. Più realisticamente, potrebbero passare 20/25 giorni. In ogni caso, resta il fatto che Per Sempre vedrà la luce entro un mese. Ormai, quindi, ci siamo. E, allora, rinnovo il mio appello: visitate e fate visitare il sito ufficiale del romanzo, www.per-sempre.net . E non dimenticatevi del mio sito internet ufficiale, www.manuel1781.net . Il conto alla rovescia è cominciato!

 
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HO VOGLIA DI TE

Post n°55 pubblicato il 17 Maggio 2006 da scemo81
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Ieri sera ho cominciato a leggere “Ho voglia di te”, seguito del fortunatissimo “Tre metri sopra il cielo” di Federico Moccia. Sembra che, intorno a questo libro, ci sia molto entusiasmo, almeno stando alle vendite. Devo dire che le prime trentacinque pagine invogliano la lettura di questo volume, nonostante sia già marcata la propensione dell’autore di citare marche a ripetizione, come era già avvenuto nel primo capitolo della saga di Babi e Step. Questo, forse, “intristisce” un po’ il lettore più esigente, rendendo l’opera poco “futuribile”. Mi spiego: tra cinquanta, cento o più anni, molto probabilmente, nessuno si ricorderà di Nokia o Bmw. Tanto per intenderci, senza voler fare paragoni inopportuni e impossibili, Manzoni e Pascoli non utilizzavano le marche per riempire i propri scritti. Certamente, quello di Moccia, è un adeguamento ai nostri tempi, dove il consumismo è imperante. Tuttavia, le frequenti citazioni dei vari marchi, alla lunga, possono stancare.
Ovviamente, questo, è solo il mio parere personale. E, nel frattempo, proseguo con la lettura di questo romanzo, sperando di rimanerne soddisfatto.


PS: Voi l’avete già letto? Cosa ne pensate?


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ECCOLA LI'...

Post n°54 pubblicato il 16 Maggio 2006 da scemo81
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Ecco qui, puntuale come un orologio svizzero, la notizia del giorno sull'inutile Paris Hilton. La fonte è la solita, ovvero TgCom. Propongo di fare una petizione per abolire le notizie riguardanti la Hilton in tutte le testate giornalistiche. Per cominciare, prometto che da questo momento in poi non posterò più niente che riguardi la bionda ereditiera, per dare il mio piccolo contributo. Nonostante questo, sono sicuro che continuerà a farci ridere. Di gusto.


Paris, note al vetriolo per Nicole
Hilton canta la gelosia dell'ex amica

Da inseparabili ad acerrime nemiche: l'attrice ed ereditiera Paris Hilton lancia un attacco "canoro" contro l'ex migliore amica Nicole Richie, figlia del cantante Lionel. Paris ha infatti dichiarato in un'intervista con il magazine Out, che canterà una canzone sul suo primo disco ispirandosi proprio alla sua relazione con Nicole, da un anno circa, tutt'altro che idilliaca.
La canzone si intitola "Jealousy" e, così spiega Paris Hilton "in realtà riguarda tutte le ragazze. Abbiamo tutte un'amica che è gelosa di noi. E' la cosa più meschina che possa capitare." Parlando di Nicole, Paris Hilton ha aggiunto: "L'ho portata a Simple Life, ed è cambiata. Si è lasciata con il fidanzato. Non è più la ragazza che ho conosciuto. Assomiglia molto a quella descritta in Jealousy."
Sarebbe quindi nient'altro che gelosia la ragione del patatrack scoppiato un anno fa circa tra le due ricche e belle ereditiere, amiche fin dall'età di due anni.
Già durante un'altra intervista con il giornale Elle, Paris Hilton aveva sfogato la sua rabbia nei confronti dell'amica dicendo "Probabilmente non vuole starmi vicina perché attiro l'attenzione della gente e nessuno si interessa più a lei." aggiungendo "Da quando l'ho portata al mio show, è diventata gelosa e se l'è presa con me."
In molti avevano attribuito le tensioni a quanto accaduto proprio un anno fa, quando la figlia di Lionel Richie aveva organizzato una proiezione privata per far vedere agli amici il famoso ed infamante video hard che ha la sua amica protagonista. La Hilton naturalmente era andata su tutte le furie.Paris e Nicole sono le protagoniste del reality show The Simple Life trasmesso dall'emittente televisiva FOX, dove due ragazze ricche e viziate si sono dovute mettere in discussione facendo i lavori più umili. Una trasmissione di gran successo tanto che, proprio in questi giorni, si sta girando la quarta serie.
Ma sul set le due ex amiche non si parlano nemmeno e questa "convivenza televisiva forzata” è resa ancor più dura dal fatto che, nella nuova serie, le due dovranno vivere in famiglie con abitudini molto diverse dalle loro e avranno l’arduo compito di rivestire i panni di mogliettine tutto fare.
Secondo alcune fonti le due star non vogliono più lavorare insieme. Tuttavia entrambe hanno firmato un nuovo contratto con i produttori.
In quanto al primo album di Paris non è stata ancora annunciata nessuna data d'uscita.


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PRIMI IN ITALIA!

Post n°53 pubblicato il 15 Maggio 2006 da scemo81
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Dopo la trionfale domenica di basket, torno a parlare di una delle mie passioni principali: la Fortitudo. Ieri abbiamo strappato la pole position nella griglia play off scudetto, battendo in casa la Snaidero Udine, formazione coriacea e mai doma, per 87-86, grazie ad un canestro a 25" dalla fine di Marco Belinelli, giovane talento del basket italiano, nato a pochi passi dal mio paese. Giovedi, quindi, comincerà ufficialmente la nostra post season, con i quarti di finale: primo avversario, da battere, è l'Angelico Biella. La speranza è, ovviamente, quella di ripetere la scorsa stagione, che ci ha visti trionfare in quel di Milano, diventando campioni d'Italia con un tiro da 3 punti all'ultimo secondo del mai dimenticato Ruben Douglas. Un mattone alla volta, possiamo costruire il nostro capolavoro. Ci vuole soltanto pazienza sperando che, anche la fortuna, ci metta del proprio.

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LA MORTE DEL CALCIO

Post n°52 pubblicato il 15 Maggio 2006 da scemo81
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Nessun commento per questa fotografia, ma solo tanta, tanta tristezza.
Questa è la morte del calcio. Evviva la pallacanestro.



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STANZA NUMERO VENTIDUE

Post n°51 pubblicato il 15 Maggio 2006 da scemo81
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Dopo un week end di pausa, eccomi nuovamente a postare sul Blog.
Questa settimana è molto importante, perché terminerà la correzione delle bozze di Per Sempre. Nel frattempo, oggi verrà aggiornato il mio sito internet ufficiale con un racconto breve scritto per il premio “Vigonza” 2006. Il racconto in questione si intitola “Stanza numero ventidue” e, in anteprima assoluta, potete leggerne il testo integrale qui sotto.


STANZA NUMERO VENTIDUE

Stanotte ho visto una stella cadente. I miei occhi non hanno avuto nemmeno il tempo di assorbire quell’immagine che il mio cuore già palpitava d’amore e di vita.

Il mio nome è Albino, ho la veneranda età di ottantaquattro anni e sono vedovo.
Mia moglie Rachele è salita in cielo cinque anni fa e non mi è rimasto più nulla in cui credere.
Ricordo ancora quella maledetta sera come fosse ieri. Era luglio ed il caldo opprimente soffocava il corpo e l’anima della mia compagna di vita. La sua malattia non le permetteva di pensare al domani. E il domani, per Rachele, da quella sera non fu più nemmeno una speranza. Si spense lentamente, con il sorriso sulle labbra, nonostante il cancro l’avesse logorata giorno dopo giorno. Più passavano le ore e più vedevo quel bastardo portarsi via mia moglie. Lentamente. Pezzo per pezzo. Cellula per cellula.
Era una donna straordinaria, mia moglie. Non potrò mai dimenticare tutto l’amore che è stata capace di donarmi. Era in grado di trovare positività anche nelle situazioni più spiacevoli.
E poi era bella. Dio, com’era bella. Aveva due occhi azzurri che rispecchiavano la purezza di mari lontani e una chioma liscia e nera che li metteva in risalto. La natura, poi, era stata generosa con i suoi seni, due ripide montagne perfettamente collocate al centro di una dolce pianura. I suoi fianchi erano leggermente larghi, quel tanto che bastava per renderla maledettamente sexy ed irresistibile. Già, irresistibile. E’ anche per questo motivo che non ho mai capito perché scelse proprio me, come fidanzato prima e come marito poi. Non sono mai riuscito a comprendere come, ad esempio, una donna così meravigliosa potesse scegliere un burbero e grasso uomo come me. Ho un ricordo limpidissimo dei miei vent’anni. Avevo quell’età quando la conobbi. Lei era una ragazzina graziosa di diciotto anni, io un brutto uomo appena uscito dall’adolescenza. Adolescenza per modo di dire.
Già, perché ai miei tempi - quando conobbi Rachele correva l’anno 1942 - l’adolescenza non esisteva. Si diventava uomini in cinque minuti. La guerra ti faceva crescere in fretta e potevi solo pensare ad un buon modo per sopravvivere. Non c’era tempo per la timidezza o per i lunghi corteggiamenti. Non c’era tempo per niente. Ci si amava e basta. I più fortunati sono arrivati a festeggiare le nozze d’oro. Chi non ha avuto l’appoggio della buona sorte, invece, non è nemmeno riuscito a consumare la prima notte d’amore.
In tutto quel trambusto di morte e disperazione, il nostro amore è germogliato. Abbiamo visto passare davanti ai nostri occhi più di mezzo secolo. Poi, un giorno, è finito tutto. The end. Titoli di coda. Proprio come al cinema, ma senza lieto fine. La cosa peggiore è stata non riuscire a rendermi conto che il protagonista di quel brutto film ero proprio io. Non ho mai accettato la morte di mia moglie. Non ho mai accettato il fatto di doverla perdere a causa di una malattia per cui l’uomo non è mai riuscito a trovare una cura. Non ho mai più trovato pace, da quel giorno.
Così sono rimasto solo. Io, contro tutto e tutti. Contro me stesso.
La mia unica figlia, Luisa, è stata abbandonata dal marito quando aveva quarantadue anni. Due anni fa, invece, è stata costretta a spedirmi nel posto in cui mi trovo attualmente, l’ospizio “Villa delle rose”. Le mie condizioni fisiche non le permettevano più di svolgere una vita normale. Non la biasimo per questo suo gesto. D’altronde, ormai, ero diventato una specie di vegetale. Le uniche parti del corpo che riuscivo a muovere erano le braccia e la testa. I miei giorni li passavo per il cinquanta percento disteso sul letto e per l’altro cinquanta sopra una sedia a rotelle.
Quello che mi ha deluso parecchio è che mia figlia mi ha portato in questo posto un giorno qualunque, senza nemmeno rendermi partecipe della sua decisione. Senza una parola.
Così, oggi, mi ritrovo qui seduto nel giardinetto della villa. Scrivo a mia moglie, mentre attendo di riconciliarmi con lei. Sono solo. Gli altri ospiti mi considerano un malato di mente solo perché sono colpevole di spedire lettere ad un destinatario inesistente. Gli infermieri e gli assistenti sociali della villa, invece, si limitano a lavarmi, a farmi mangiare e a concedermi un paio di ore d’aria al giorno.
La stanza numero ventidue è la mia cella d’isolamento. I giardinetti rappresentano la libertà.
Due ore al giorno. Non di più. Ormai ho perso anche l’uso della parola e mi viene difficile comunicare con chi è talmente ottuso da non capire che provo un briciolo di benessere soltanto uscendo da quella maledetta stanza.
Ho imparato, in questi anni di solitudine, a gioire per le piccole cose. Non ho più la forza per lottare e l’unico modo per vivere serenamente gli ultimi giorni che mi rimangono è sfruttare il mio tempo per scrivere alla mia adorata moglie. Voglio farle sapere che mi manca da morire. Voglio dirle che la amo, perché durante la nostra vita insieme non sono stato capace di dirglielo tutte le volte che lo meritava. Sarò retorico, o forse pazzo, ma sono sicuro che lei possa leggere quello che le scrivo.

Il sole comincia a scaldare l’aria. Ho la penna in mano e comincio a scrivere.

Mia adorata Rachele,

come va lassù? Qui non tanto bene. Ormai non ho più dignità.

Il fatto è che non riesco più a farmi rispettare. Non ho la forza per pretendere il rispetto delle persone che mi circondano.
Me ne sto andando. Lentamente. Sto per raggiungerti.
Tutti, qui, lo hanno capito. Ormai sono diventato un peso per la comunità.
Non vedono l’ora di assistere al mio ultimo respiro. Anche nostra figlia non aspetta altro.
Non gliene faccio una colpa: d’altronde con i pochi soldi della sua pensione riesce a malapena a pagare la retta di questa prigione.
Ti amo, Rachele. Mi sento l’uomo più fortunato di questa terra.
In fondo non mi interessa niente della considerazione che le persone hanno nei miei confronti.
Tu sei la mia fortuna. La stella che guida le mie notti più buie.
Come si sta lassù? Mi stai aspettando?
Fremo all’idea di poter toccare di nuovo il tuo viso. Voglio baciarti, amore mio.
Voglio che il mio amore ti entri nelle viscere. Voglio sentire il sangue ribollire passione.
Respiro aria per sopravvivere, amore mio. Per vivere ho bisogno di te.
Ti ho mai detto quanto ti amo? Forse si, ma non abbastanza.
Un’infermiera della villa si sta avvicinando a piccoli passi. Vuole portarmi via da qui.
Non ho più tempo. Ti amo, mia dolce Rachele. A domani.

Eccomi di nuovo qui. Stanza ventidue, ovviamente. Mi hanno coricato sul letto.
Appena ho toccato il cuscino con la testa mi sono sentito soffocare. Jenny, questo è il nome dell’infermiera che si occupa di me, si è bloccata per qualche minuto a guardarmi. Ha uno sguardo triste, che non riesco a decifrare. Una lacrima riga il suo volto.
Scappa via, correndo, senza nemmeno lasciare il tempo a quella lacrima di staccarsi dalla sua pelle fresca di ragazza. Sono rimasto di sasso. Non capita spesso di vedere certe cose qui dentro.
Dopo qualche ora, mi trovo ancora sdraiato sul letto a fissare il soffitto. Non è proprio un bel vedere. Ci sono piccole crepe che si aprono al centro e una striscia di muffa sull’angolo destro. Ad essere onesti, tutta la stanza ventidue non si può certo definire il “fiore all’occhiello” della villa. Le pareti sono annerite dal fumo provocato dall’incendio che, tre anni fa, ha colpito l’ala destra dell’edificio. Da quella volta, nessuno si è preso cura di imbiancarle. Del soffitto ho già parlato. L’unica finestra presente è costruita con un legno di pessima qualità, a sua volta ammuffito, probabilmente a causa dell’umidità che qui si fa pesante soprattutto nei mesi estivi. Il fulcro della ventidue è il letto nel quale riposo. Si tratta di un matrimoniale con sponde in legno - lo stesso usato per la finestra - troppo grande per la stanza. Lo spazio vitale è ridotto al lumicino. Certo, non è un problema che mi tocca personalmente. Non essendo in grado di camminare, non mi interessa più di tanto se tra il bordo del mio letto e le pareti ci sono, si e no, quaranta centimetri di spazio calpestabile. Sono in grado, a malapena, di scorgere il colore del pavimento, un rosso intenso che lascia spazio a nugoli di polvere che giacciono lì da chissà quanto tempo. La società privata che amministra la villa non sta passando un periodo semplice dal punto di vista economico, e la situazione si riflette inevitabilmente sulla qualità del servizio. Il personale è sul piede di guerra da parecchie settimane, a causa dei ritardi cronici sul pagamento degli stipendi. Gli ospiti non possono fare altro che subire la situazione in silenzio, complice anche il totale disinteressamento delle famiglie di appartenenza.

E’ quasi passata la mezzanotte e non mi rimane che chiudere gli occhi. Ho bisogno di riposarmi. La notte mi regala sempre un sorriso. Sogno. Sogno continuamente. Sogno Rachele. Spesso sogno anche ad occhi aperti. Non avrei mai creduto che la vecchiaia mi avrebbe dato un privilegio che non ho avuto in gioventù, quando sognare voleva dire vivere. Per lungo tempo sono stato troppo razionale e cinico e non ho mai dato il benché minimo spazio a desideri irrealizzabili. Ho scoperto la bellezza della vita ad ottantaquattro anni perché ho scoperto di essere capace di sognare.
Anche oggi è arrivato quel momento. Smetto di fissare il soffitto. Spengo la luce. Buonanotte.

Le sette del mattino. Sono sveglio. Jenny è piombata nella mia stanza da qualche secondo.
La mia carrozzella è di fianco al letto. Non sono abituato ad alzarmi così presto. L’ultima volta che mi sono svegliato prima delle nove è stato a causa della morte del mio vicino di stanza, tale Raffaele Patrizi.

Erano le sei del mattino, quando l’infermiera di turno fece un urlo che svegliò tutti gli ospiti. Si seppe poi, a distanza di giorni, che Raffaele Patrizi, ex ferroviere in pensione, nato a Milano da genitori siciliani, si era impiccato con la cintura dei suoi pantaloni al lampadario della sua stanza. Era in villa da qualche settimana, portato quasi a forza dal marito della figlia. In poche settimane aveva perso ogni speranza di vivere dignitosamente gli ultimi anni della propria vita. In pochi minuti aveva deciso che non valeva più la pena vivere.

Jenny non dice nulla. Si limita a prendermi di peso e a farmi accomodare sulla carrozzella.
Dopo pochi istanti sono seduto sulla panchina dei giardinetti, carta e penna in mano. Ho trovato il mio taccuino e la mia stilografica nella tasca portaoggetti della carrozzella.
Non mi sono preoccupato di domandarmi per quale motivo Jenny mi ha portato nel mio posto preferito a quest’ora. Mi limito a scrivere.

Mia adorata Rachele,

Oggi mi sono svegliato prestissimo. Da quanto tempo non lo facevo?
Jenny si è presentata in camera mia all’alba, mi ha tirato giù dal letto e mi ha condotto qui, nei giardinetti. Sono rimasto senza parole. In tutto il tempo passato qui dentro, non mi era mai capitata una cosa simile. Ti ho mai parlato di Jenny? E’ una ragazza giovane,
avrà vent’anni, ed è molto carina. Onestamente credo che qui dentro sia sprecata.
Quando la guardo vedo in lei tanta tristezza. Non parla mai con nessuno degli ospiti e nemmeno con le sue colleghe. Possibile che una ragazza giovane e bella come lei sia così sola?
No, non è possibile. Non voglio crederci, perlomeno.
La solitudine è roba per vecchi, come me. Jenny non può essere sola. Non lo merita.
Amore, ricordi quando ci siamo conosciuti? Beh, volevo farti sapere che quel momento rimarrà per sempre impresso nei miei ricordi come il momento più bello della mia vita. In assoluto.
Non hai idea di come mi batteva forte il cuore nell’esatto istante in cui mi hai chiesto se potevamo rivederci. Ero emozionato come non lo ero stato mai. Di momenti indimenticabili, poi, me ne hai regalati tanti altri, senza chiedere mai niente in cambio. Mi hai amato come ogni uomo desidera di essere amato. Mi hai amato con tutta te stessa, senza mai tirarti indietro.
Devo chiederti scusa, mia amata Rachele. Devo espiare una colpa che non ho potuto farmi perdonare quando eri più vicina a me. Ti ho amata, Rachele. Profondamente. Per tutta la mia vita non ho avuto che occhi per vedere te. Il mio cuore è sempre stato tuo servo fedele.
Quello che mi devasta, amore, è non essere stato in grado di dimostrartelo, di non aver avuto il coraggio di tirare fuori quello che provavo per te.
Perdonami, amore mio. Perdona quest’uomo piccolo e fragile, di fronte alla tua immensità.

Per sempre tuo, Albino.

 

Dopo quattro ore mi trovo ancora ai giardinetti. Forse si sono dimenticati definitivamente di me. D’altronde, è risaputo, la mia salute interessa a pochi. Sono ormai passate le dieci ed in teoria dovrebbe arrivare qualcuno per farmi l’iniezione quotidiana. Non ho mai capito quale sostanza introducono nel mio organismo. A dire la verità, non me lo sono nemmeno mai chiesto. L’unica cosa che so è che mi fa stare meglio. Sto respirando l’aria ancora fresca del mattino, quando ad un tratto riappare Jenny, siringa in mano. Prende un batuffolo di cotone imbevuto d’alcool, lo sfrega contro il mio braccio e mi inietta il famoso liquido di cui non conosco la natura. Ad un tratto alza gli occhi e mi sorride. Prende un foglietto di carta piegato in quattro da una tasca e me lo porge.

<<Questo è per lei. Le voglio bene.>>, mi sussurra all’orecchio.
Rimango di sasso. Non mi aveva mai rivolto la parola prima d’ora. Sono sinceramente confuso. Prendo in mano quel pezzo di carta che mi ha lasciato. Lo apro. Lo leggo.
 

Caro signor Albino,

Quando leggerà questo biglietto sarà molto vicino a riconciliarsi con sua moglie.
L’ultima visione terrena sarà per lei l’immagine dei suoi amati giardinetti.
Non voglio chiederle perdono per quello che ho fatto poco fa, perché non avrebbe senso.
Sono solo una povera infermiera di vent’anni, rimasta orfana del proprio amore.
Si chiamava Luca. Era tutto quello per cui valeva la pena vivere. Un giorno, il mare me lo ha portato via. Per sempre. Da quel giorno non voglio più vivere.
Non ho mai avuto il coraggio di uccidermi. Se lo avessi avuto, oggi non sarei qui.
Ho letto tutte le sue lettere. Quando lei le imbucava dentro la buchetta della villa, io me ne impossessavo e le custodivo gelosamente. Non ho mai conosciuto un uomo più romantico di lei. Non so quando potrò ritrovare il mio Luca, ma sono certa che lei, tra poco, tornerà tra le braccia della sua amata Rachele. Mi prometta che non smetterà mai di amarla.

Un bacio, Jenny

Il battito del mio cuore si sta facendo sempre più debole. Ho il viso bagnato dalle lacrime.
Non piangevo più dal funerale di mia moglie. Non riesco più a distinguere le immagini e il respiro si sta facendo pesante. Sto arrivando, amore mio. Aspettami.
Jenny è comparsa a pochi passi da me. Non la vedo, ma ne percepisco la presenza.
<<Non smetterò mai di amarla>, le dico con un filo di voce, <<Te lo prometto>>
Un brivido freddo scuote il mio corpo, mentre una mano calda si posa sul mio viso.
L’ultimo respiro. Grazie, Jenny. 


www.manuel1781.net , il mio sito ufficiale

www.per-sempre.net , il sito ufficiale del mio primo romanzo


 
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