Creato da Manulela83 il 26/08/2008

L'anima più leggera

arte poesia musica

 

 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 04 Settembre 2008 da Manulela83
 

 



 



Oggi ti ho guardato a
lungo mentre dormivi, non lo facevo più da un po’ ormai. Mi sembrava per un
attimo di non averti mai osservato così attentamente, tutto mi sembrava così
nuovo, così lontano dai miei ricordi. Eri così perfetto, contavo i tuoi respiri,
i tuoi movimenti involontari. Ho passato le mie ore, lì, distesa accanto a te,
senza che tu potessi minimamente accorgerti e senza il rischio che mi domandassi “ perché mi guardi in quel
modo?”.  Era qualcosa di nostro, ma che
apparteneva solo a me, che solo io potevo vivere e questo mi faceva star bene
in qualche modo.



Poi è suonata la sveglia,
quella magia in un attimo si è nascosta dietro alle finestre e ti sei alzato,
mi hai guardato e hai detto “ lo sai quanto ti amo?”, io ti rispondevo sempre
“perché, mi ami?” e tu “ da non poterne più”. Quel ti amo, detto ogni mattina, sarebbe potuto sfociare nella
monotonia, ma lo rendevi speciale, perché proprio in quel momento, al
risveglio, come risultato di una lunga
considerazione avessi realizzato che ero qualcosa di unico.



Ho saputo che ti sei
sposato, è successo così per caso, ho incontrato un tuo amico e me lo ha detto.
A queste cose non si pensa molto, si dicono e basta, si deve dire qualcosa di
nuovo ed è giusto sia così. Ho passato tutto il pomeriggio ad immaginarti
mentre sceglievi il tuo abito, ho immaginato che ci avessi impiegato molto. Non
ti accontentavi mai, in ogni cosa riuscivi abilmente a trovare un difetto,
anche minimo, ma lo trovavi e alla fine io stremata ti dicevo che stavi bene,
ma con quella dose di convinzione in più che ti spingeva a comprare.



Se lo avessi saputo prima
che stavi per compiere il grande passo, probabilmente avrei fatto come le scene
di film , in cui lei corre da lui e gli dice di amarlo ancora. No, non avrei
mai potuto, ormai mi avrai dimenticata, non posso essere certo così presuntuosa
da pensare che tu possa amarmi ancora. Lo fanno e lo dicono tutti, dopo un po’
si dimentica. Io non ti ho mai dimenticato, mai. Anche se sono passati tutti
questi anni. Giulia dice che ti amo ancora, e che ti ho sempre amato. Mi
stupisce come lei sia così abile e serena nel dare consigli, proprio lei che
non ha mai avuto uno stralcio di relazione. Io la lascio parlare, le lascio
fare tranquillamente la sua parte. Lei si sente importante così e non voglio
toglierle questo privilegio. O forse dovrei dirle che di tutte le cose che mi
dice ne farei benissimo a meno, che preferirei innaffiare i miei fiori o
attaccare quel quadro dietro la porta, ma ormai è tanto tempo che fa così,
anche troppo, che non ho proprio il coraggio di farla smettere.



Sì, lo so anch’io di
averti sempre amato, sempre, e ogni giorno ancora più intensamente. Ma non lo
avrei mai ammesso, non potevo darle soddisfazione. Aveva ragione, ma per caso,
non certo perché avesse intuito qualcosa.



Ormai però il mio tempo
era finito, eh già, perché il tempo finisce prima o poi, come quando arriva il
momento di sposarsi, il momento di mangiare, il momento di lavarsi i denti,
così arriva pure il momento di farla finita. Io però fino a quel giorno, fino
alle parole di Giulia non c’avevo mai pensato prima. Era qualcosa su cui avrei
dovuto riflettere, ma non l’ho mai fatto. Però in pochi secondi, realizzai che
ormai non potevo far più niente, ormai era stato deciso altro ed io non potevo
far altro che fermarmi a guardare. Rimasi immobile per ore, distesa su quel
vecchio divano, ferma, le parole di Giulia mi ronzavano ancora nella testa come
un disco. Sì, ti eri sposato, avevi finalmente trovato qualcuna che potesse
sostituirmi in qualche modo. Egoisticamente ho sempre pensato che solo io avrei
saputo come renderti felice, perché solo io avevo imparato a conoscerti, come
tu volevi, ma probabilmente anche qualcun altro lo aveva saputo fare e lo avevo
fatto bene se avevi deciso quello che avevi deciso. Ho immaginato che tu fossi
felice in quel momento, e pensarlo mi corrodeva l’anima, non ero speciale come
pensavo di essere. Non ero più l’unica per te.



Poi non so cos’altro ho
pensato, sono salita in camera e ho aperto una vecchia scatola, proprio come si
fa nei film, si arriva nella soffitta, si spolvera quella scatola con la mano e
la si apre. Bè, io non ho avuto il coraggio di aprirla, l’ho presa, sono uscita
e l’ho gettata nel secchio della spazzatura. Ormai non aveva più senso tenerla,
mi dicevo. Ma perché? Fino ad allora aveva forse senso? Prima di quel momento
era come se vedessi ancora qualche sfumatura, una qualche piccola possibilità;
no, ormai era troppo tardi. Non c’era più nessuna sfumatura, tutto era così
chiaro e delineato per la prima volta.



Io non ho avuto il
coraggio di sposarmi, l’ho lasciato ancora prima che si parlasse di matrimonio.
Mi amava molto, mi faceva anche star bene, ma non è riuscito a farmi innamorare
di lui. Non mi è mai piaciuto star sola, ho sempre avuto bisogno di qualcuno
che mi stesse accanto. Sapevo ogni volta che non era la persona giusta per me.
Lo sapevo e come, ma ero troppo fragile per vivere. Almeno questo è quello che
mi raccontavo.



Ti ricordi quando ci
siamo conosciuti? Era una mattina di dicembre, la temperatura quel giorno aveva
raggiunto meno quattro gradi, tu eri alla fermata dell’autobus che cercavi di
muoverti avanti e indietro per trovare un po’ di tepore. All’inizio non ti
avevo nemmeno visto, ero così intenta a coprirmi per non far passare neanche un
filo di freddo. Salita sull’autobus, trovai posto accanto a te. Tu eri dalla
parte del finestrino e guardavi fuori. Io guardavo te. Non mi importava di
essere scoperta, la mia curiosità era troppo forte, troppo per poter pensare ai
convenevoli. Credo tu ti fossi accorto di come ti osservavo. Così per rompere
l’imbarazzo dissi “che freddo”, una frase scontata? Sì, era veramente la frase
più banale che potessi dirti, ma si sa, quando non mi sento a mio agio utlizzo
quelle tre o quattro frasi già pronte per l’uso che di intelligente dicono ben
poco. Tu a quel punto hai sorriso, non so se per compiacermi o per farmi
sentire ancora più idiota. Non ci siamo mai parlati, questa routine per oltre
un anno, ci guardavamo, e probabilmente ci piacevamo, ma rimanevamo sempre
fermi sullo stesso punto. Per me era bello anche così, non sapevo chi fossi,
non sapevo il tuo nome, non sapevo cosa facessi nella tua vita, tutto quello
che sapevo è che prendevi il mio stesso autobus. Potevo immaginare qualsiasi
cosa.Qualsiasi nome che potesse appartenerti,  qualsiasi lavoro, qualsiasi città. Quando
tutto è delineato, è tutto troppo semplice, troppo scontato mi dicevo, ma
immaginare la tua vita è stato quello che ho fatto per oltre un anno. E quando
giulia mi diceva di parlarti, di attaccare bottone insomma, io le ripetevo che
non volevo altro e che quello che avevo mi bastava e mi rendeva serena in
qualche modo. Lei non poteva capirmi, come avrebbe potuto, viveva nella sua
pragmaticità, ad ogni evento doveva necessariamente seguire una conseguenza, ma
la vita non è un insieme di eventi e conseguenze, non è una teoria, purtroppo o
forse per fortuna non è così, tutto si gioca nei pochi secondi che hai, e schemi
e supposizioni poco aiutano. ….

 
 
 

Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 26 Agosto 2008 da Manulela83
 
Tag: Neruda
Foto di Manulela83

 Me
gustas cuando callas porque estás como ausente,
 
y me oyes
desde lejos, y mi voz no te toca.
 
Parece que
los ojos se te hubieran volado
 
y parece
que un beso te cerrara la boca.
 
. 
Como todas
las cosas están llenas de mi alma
 
emerges de
las cosas, llena del alma mía.
 
Mariposa
de sueño, te pareces a mi alma,
 
y te pareces
a la palabra melancolía.
 
. 
Me gustas
cuando callas y estás como distante.
 
Y estás
como quejándote, mariposa en arrullo.
 
Y me oyes
desde lejos, y mi voz no te alcanza:
 
Déjame
que me calle con el silencio tuyo.
 
. 
Déjame
que te hable también con tu silencio
 
claro como
una lámpara, simple como un anillo.
 
Eres como
la noche, callada y constelada.
 
Tu silencio
es de estrella, tan lejano y sencillo.
 
. 
Me gustas
cuando callas porque estás como ausente.
 
Distante
y dolorosa como si hubieras muerto.
 
Una palabra
entonces, una sonrisa bastan.
 
Y estoy alegre,
alegre de que no sea cierto.

 
 
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ULTIME VISITE AL BLOG

piccolo842Manulela83Hegel4UMarcoVaccariKemper_B0ydPietrolnmilionidieuro
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963