Mappe riflesse

Le castagne


Chissà se mia mamma ricorda il mio primo giorno di scuola. Mi farebbe piacere, perché le cose che mi sono accadute diverse vite fa tornano a sembrarmi vere quando c'è anche qualcun altro a ricordarle.All'ingresso della scuola non mi sentivo a mio agio: avevo paura e avrei preferito non entrare in quel posto pieno di persone sconosciute. Il posto era bello: una antica villa con un grande giardino pieno di ippocastani. E non so cosa fosse venuto in mente a mia mamma, quando da terra raccolse una delle tante castagne e mi disse: «Mettila in tasca, le castagne portano fortuna e se la tieni con te vedrai che andrà tutto bene». Rincuorato da questo pensiero, presi la castagna magica e la tenni in tasca per tutto il tempo. Tutto, in effetti, andò bene.E siccome quello è uno dei pochi ricordi belli della mia infanzia, nel tempo ho conservato un certo affetto – o gratitudine, chissà – per le castagne che in questo periodo dell'anno ornano le nostre strade. Così, da qualche anno, ora che non c'è più mia mamma a farmi coraggio, quando per strada mi imbatto in una castagna la raccolgo, la ripongo in tasca, la porto in casa e la tengo lì. Qualche volta la regalo a qualcuno, come portafortuna.C'è sempre un momento, i primi giorni di settembre, in cui cammini per strada e ti accorgi per la prima volta di una castagna. Complice lo spirito propositivo del nono mese, quello è il momento in cui attraverso quello sciocco rito mi regalo un silenzioso, ma sincero, buona fortuna.Me ne ricordo tanti di quei momenti, in tante città diverse. Oggi mi è capitato a Milano, in via San Barnaba, proprio dietro il tribunale.Buona fortuna anche a voi.