Ciclodiario di Marco

15 Agosto 2006: Sondrio-Morbegno-Passo S. Marco e ritorno


All'ultimo rinunciamo al giro del Lago di Costanza e ripieghiamo per affrontare la nostra salita più lunga... il passo San Marco. Questo è il profilo altimetrico: http://www.salite.ch/san29.htmIl meteo è ottimo: decidiamo di andare in auto fino a Sondrio per accorciare i 50 Km che ci separano da Morbegno, punto di partenza per la salita.Parcheggiamo (chi ?? io e la mia dolce metà, ovvio) davanti ai VV.FF. e ci avviamo.Percorriamo la provinciale pedemontana n. 14 (su lato sinistro della valle, in direzione Sondrio-Milano), strada poco trafficata e comoda, caratterizzata da ampi tratti di pianura con dei sali-scendi in prossimità dei centri abitati. Si passa per Albosaggia, Caiolo, Cedrasco, Fusine, Colorina, Forcola, Sirta fino a giungere al bivio con la SS 38 a 2 Km da Morbegno. Tratto obbligato fino a raggiungere l'ampia piazza di Morbegno dalla quale ci si avvia verso il passo. Il cartello indica 25 Km, in realtà constateremo che sono 26.Un'annotazione gastronomica: la valle che porta al passo San Marco è nota per la produzione del Bitto, un formaggio particolarmente gustoso e rinomato.Dopo un momento di adattamento, troviamo una cadenza regolare e fino in prossimità dell'abitato di Albaredo la salita ci sembra una passeggiata, con dislivelli più che abbordabili. Siamo si e no al 10° km... neanche metà strada!Scorgiamo Albaredo, un piccolo centro abbarbicato sulle pendici scoscese della montagna. La valle sulla nostra destra scende a precipizio e fa venire i brividi !Appena usciti dal paese le pendenze aumentano sensibilmente e restano impegnative per 5-6 Km. Al termine di questo tratto mia moglie lamenta in dolore alla schiena.. mancano ancora 9 Km e temo che non ce la faccia.La strada ci viene in aiuto con un ampio tratto di piano (perfino una leggera discesa).Passiamo un rifugio che serve polenta ed altri piatti tipici. Arriviamo ben presto a 2 Km dalla vetta, il tempo è cambiato rapidamente: il sole caldo di agosto ha lasciato il posto alle nuvole e all'aria frizzante di alta quota.Con il naso all'insù stringiamo i denti (soprattutto mia moglie) e malediciamo il fatto che di qui in avanti i tornanti sono particolarmente scarsi... :-((((E' l'ultimo sforzo, raggiungiamo la vetta dove ci attende un vento forte e gelido. Ci cambiamo appoggiati ad una roccia per ripararci, indossiamo mantelline e guanti lunghi. Un bar mobile parcheggiato proprio sul passo ci fa venire voglia di un the caldo. Niente da fare, solo cose fresche !Ci prepariamo per le foto di rito ed un collega ciclista si offre per lo scatto. Gentile, scambiamo quattro chiacchiere: è del triathlon Lecco e ha affrontato la salita dal versante opposto. Ricambiamo il favore e senza ulteriori esitazioni affrontiamo la discesa ed il ritorno a casa, prima che il meteo passi dalle minacce alle vie di fatto.