marco josto agus

Leopold Zborowski da Modigliani


  
marco josto agus "Leopold Zborowski da Modigliani"disegno 15x20 1995--- ---Modigliani ritrare più volte Zborowski mettendone in luce i vari aspetti della persona, una volta lo raffigura come poeta a volte ne rislata l'aspetto di uomo di mondo commerciante curato nell'aspetto e nell'abbigliamento.E MARCO? COME LO RAPPRESENTA MARCO? ASSOMIGLIA AL PRIMO DEI SEI RITRATTI CHE MODIGLIANI FECE ALL'AMICO... MA COSA C'è DI FONDAMENTALMENTE DIVERSO? IL COLORE...INCREDIBILE... QUI è UN BIANCO NERO E SOPRATTUTTO MANCA AL NOSTRO LEOPOLD QUELLO CHE MODIGLIANI NE FA UNA COMPONENTE FONDAMENTALE... COSA??? PARLIAMO DI MODIGLIANI. Qui, nel modigliani, è visto con le braccia conserte, mostrando grande sicurezza e fiducia, la sua identità ulteriormente ribadito nelle lettere grandi capitali del suo nome scritto sopra la sua testa. Le pennellate delicatamente sfumate rispecchia la grande cura investito da Modigliani in questa rappresentazione iniziale del l'uomo che sarebbe così fedelmente e in modo energico campione del suo lavoro.E MARCO???? SIGNORI,MARCO GLI HA TOLTO IL SORRISO!!!! NON HO ALTRO DA AGGIUNGERE... SPAZIO ALLA RIFLESSIONEANTO ilmonello2005  Riflettere? Ma qui riflettere significa ricordare, scavare, cogliere ora istanti non compresi. E se compresi nel loro svolgersi cosa avrebbero modificato? Marco ha omaggiato spesso Modigliani, sempre in bianco e nero e con modifiche di postura dei soggetti ritratti da Modì. Ovviamente, e ben lo sappiamo, Marco Josto non ha mai inteso copiare, quando riproponeva Opere dei Grandi. La sua era una ricerca, un capire, un totale immergersi nei Maestri e nelle atmosfere interiori che vivevano quando dipingevano o disegnavano. La tua acuta osservazione, carissima Antonella, mi ha scatenato le prime righe di questo mio commento. La risposta è in quelle parole iniziali, in quel mio interrogativo. Manca il sorriso in Zborowski. Forse mancava anche a Marco quel sorriso. Ma non la palesava quella mancanza. Era interiore, profonda. E non era lecita a noi comuni. Quel disegno, ed i suoi altri, era un messaggio. Un invito ad entrare nella sua anima. Non colto. Tragicamente. Marco Josto all'epoca aveva 17 anni. E sulle sue spalle pesavano le fatiche di un'intera umanità. E mancava il sorriso. beniamino, il padre