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La maggioranza degli italiani non voleva entrare in guerra, era ancora vivo il ricordo delle atrocità e dei disastri della guerra precedente.   Ma il caudillo di allora fece di testa sua, confondendo la sua volontà personale con quella del popolo italiano, poi abbiamo visto la fine che ha fatto lui e i danni che ha fatto subire al popolo italiano.   Anche i vari caudilli di oggi pretendono che sia la volontà popolare ad autorizzare l'aumento delle tasse e i tagli sul sociale, per tentare di colmare la voragine creata da speculatori, banche, faccendieri e corrotti, sui quali però non si fa calare la mannaia.  Nelle televisioni di stato si insiste a dire che i sacrifici degli italiani ( ma chi lo dice non fa nessun sacrificio ) servono per salvare l'Italia, così come al tempo di guerra si diceva che i sacrifici erano necessari per arrivare alla vittoria.  Si arriverà invece alla sconfitta, perché, oggi come allora, non si va alla radice del problema, che è la corruzione, ad iniziare dal sistema dei partiti che, come dice la parola, fanno interesse di parte e non l'interesse pubblico.   Inoltre è chiaro che non si è affatto rispettata la volontà popolare.   Non credo infatti che la maggioranza dei cittadini italiani sia d'accordo nel vedere aumentare il carico di tasse e nel contempo nel vedere diminuire i servizi.  A me, per esempio, non va di vedere diminuire lo stipendio, peggiorare le condizioni di lavoro, aumentare prezzi e balzelli in cambio di servizi sempre più scadenti se non inesistenti: per me ciò significa voler rompere il patto sociale.   Che paghino i nababbi, che hanno svuotato e continuano a svuotare le casse dello stato in cambio di inefficienze e di sperperi.

I poveretti che, dopo aver viaggiato in condizioni disumane dentro carri bestiame, entravano nel campo di concentramento per essere macellati, passavano sotto la scritta: "il lavoro rende liberi".    Oggi, in forma diversa, si ripropone lo stesso concetto ipocrita.    Il lavoro non è più un diritto, ma è un mercato, come per l'appunto era un mercato quello nel foro boario.    L'uomo non ha infatti più dignità di persona, ma ancora una volta ridiventa una bestia, appunto da vendere al mercato.  Che poi la nefanda frase "mercato del lavoro" esca pure fuori dalla bocca di chi, un tempo, si dichiarava comunista, aggiunge scandalo allo scandalo e ipocrisia all'ipocrisia.  Si ripropone così ancora una volta il concetto di darwinismo sociale, che esclude i più deboli e chi non ha la forza di competere e, appunto, di mettersi sul mercato.  Vogliamo forse riaprire le camere a gas per eliminare i più fragili, questa volta in nome del libero mercato?   Anche la caccia al falso invalido, fatta dalla forza pubblica, mentre dovrebbero essere i medici a stabilire chi realmente sia o non sia invalido, è sospetta.   Forse si vuole proporre un sistema sociale da caserma, sul tipo marca-fogna?   Che si indaghi invece sulle commissioni mediche, per verificare se sono formate da persone competenti e soprattutto oneste.   Non esiste un ordine dei medici?   La forza pubblica dovrebbe dare la caccia al ladro, e pure ai truffatori, a cominciare dall’alto.   Come diceva giustamente un carabiniere in pensione, la pulizia, se la si vuol fare correttamente,  si comincia dall’alto, non dal basso.

Internet, in questa società sempre più frammentata, dà l'illusione di uscire dall'isolamento. Ad esempio questo "facebbooch", dove si parla di amici e di spazio amici, ma in realtà si tratta di illustri sconosciuti, quando non di truffatori. In effetti sulla mia posta elettronica per il momento ho ricevuto solo messaggi di imbroglioni e di mezzani. Io considero il calcolatore come una sorta di passatempo, come la Settimana Enigmistica, questo però riguarda l'uso dei programmi, più che di Internet. In realtà, come dimostrano tante perrsone che si sono ridotte ad avere come amico un cane, con cui pure dialogano, in questa società opulenta ( la crisi è creata dall'avidità delle banche, i paesi poveri non sono certo qui in Europa) è la solitudine a farla da padrone ed il sesso animalesco, vissuto senza affetto nè umanità, è quanto generalmente propone appunto Internet,sia nella pornografia che nei tanti siti di ruffiani a pagamento. Per questo la discoteca, pur essendo pure un luogo dove regna una "solitudine abissale", come mi ha scritto (con carta e penna) una amica pure afflitta da solitudine, è sempre meglio, o meno peggio, di Internet. In effetti in discoteca si regredisce ad un livello elementare dove ci si esprime a gesti (la danza è una forma di comunicazione gestuale e primordiale), ma almeno ci si trova di fronte a persone sì sconosciute, ma reali e presenti. La presunzione di Internet di azzerare tempo e distanze è in realtà la grande illusione del momento. Si fa leva sul desiderio di ciascuno di emergere, ma in realtà ci si perde in questo grande mare di informazioni. Intanto la corruzione dilaga come i negozi che vendono e comprano oro e a furia di chiamare la crisi, come nella favola di "al lupo, al lupo" questa arriverà davvero. Come mai il terremoto ha distrutto tanti capannoni, ma nessuno si è suicidato, mentre continuano i suicidi di chi fallisce? Perchè i disastri naturali, che colpiscono tutti, richiamano la solidarietà, mentre i disastri artificiali dovuti all'egoismo e alla avidità isolano le persone. Ridursi a cercare amicizie su Internet non è un bel segnale, anche se può essere divertente pasticciare con questi blog e con le immagini accattivanti, ma occorre ricordare che è tutta una ILLUSIONE.

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