racconti di vita

IMMOBILE


Immobile.Dai tuoi occhi non vedo che staticità. Dal volto segnato si coglie soltanto che sofferenza e sorpresa,è come un'istantanea scattata in quell'attimo, in cui fatalità e destino si stringevano la mano, in cui il complesso artificio della vita si compiva.E' duro da accettare ed altrettanto da capire, ma in cuor mio la tristezza è molta.Siamo soli in questo processo, come una bottiglia gettata in un fiume che scorre, soggetta ai movimenti, agli urti, e allo scuotersi prodotto dai rami e dalle rocce che subdole si trovano sul suo cammino.E non c'è via di uscita, dal momento in cui arriviamo qui, dobbiamo per forza percorrere il tunnel inconsapevoli della durata.E non c'è modo di evitarlo, non c'è modo di scanzarsi. Bisogna solo lasciarsi andare, magari dando un'ultima occhiata dietro od intorno, cercando di capire cosa succede ma soprattutto capire che la macchina si spegne e chissà se dopo si vede o è buio, oppure si dorme.Saranno mille i lamenti che si alzeranno, ma che in cuor mio penso, non verranno mai ascoltati.Nella vita si inizia e si finisce, e solo quando ci troviamo faccia a faccia col destino e sentiamo il tempo sfuggirci in una mini-sequenza che sembra rallentata, allora li si sa se un segno lo abbiam lasciato, rivedendo ogni volto di chi ci ha sostenuto in tutti gli anni, e il rammarico di dover andar via prima di aver potuto incidere il proprio nome nella storia.