My Blog! v. 4.0/2009

Natale 2006


Sono qui sul letto della camera dove ho sempre dormito da quando vengo in Svizzera. Anzi, fino a qualche anno fa dormivo su un materassino che era posto di fronte a questo letto “antico”, dove una volta dormivano i miei nonni. Si perché l’appartamento dove sempre sono vissuti i miei nonni non è grandissimo. C’è un’entrata, un bagno, una cucina, un salotto e due camere. Una di queste camere è quella principale dove sono appunto io ora. Quando c’erano entrambi i miei nonni e venivamo a trovarli, nella cameretta dormiva mio nonno; nella camera matrimoniale i miei genitori con di fronte il mio materassino; e in salotto sul divano, mia nonna. Poi quando venni per un’estate tantissimi anni fa, dormii io nella cameretta. Insomma in questo appartamento ho dormito in tutti i letti. In tutti gli angoli. E così ci giocavo da piccolo. Costruivo una casetta “immaginaria” sotto questo letto. Con tutte le lenzuola. Fino a quando veniva mia nonna e mi nascondevo sotto tutto. E facevo finta di “nascondermi”. Questo gioco l’ho fatto fino a qualche tempo fa. Quando magari con una mia ex, facevo finta di nascondermi sotto le lenzuola. Si rimane sempre bambini. Sempre.  Comunque sia questa è la casetta dei miei nonni. E forse è l’ultima volta che ci vengo. Dopo qualcosa più di 31 anni. Quasi 32. E questa cosa mi mette dentro una tristezza infinita. Pensare che io sono qui su questo letto. E mio nonno a qualche km da qui, cremato sotto una piramide di lapidi come usano in questa città. E mia nonna in un appartamento a 500 metri da qui. E' lì perché un paio di settimane fa, mentre noi eravamo in Sud Africa, è scivolata e ha sbattuto la testa per terra. Non si è fatta tanto male, ma questo ha decretato che la sua “auto sufficienza” di 85enne, felice, terminasse. Mentre eravamo a qualche migliaia di km di distanza, mio Zio e i dottori hanno giustamente deciso che questa vecchietta non poteva più vivere da sola. E così l’hanno messa in una struttura particolare. Non è una casa di riposo. Lì lei è autonoma. Ha la sua camera. Le preparano da mangiare. La controllano, ma è libera.  Giustamente mia Nonna, lì, non ci vuole stare. E lì non la vogliamo lasciare. Quindi tra qualche giorno, appena sistemate alcune faccende burocratiche non indifferenti (perché lei tra l’altro è extracomunitaria … la Svizzera.. non è nella comunità europea….) verrà in Italia a casa dei miei genitori.  Comunque non è su questo che volevo soffermarmi, ma sul fatto che come scrivevo prima, probabilmente questa è una delle ultime volte che dormo su questo letto. Perché quando mia Nonna verrà in Italia, questa casa (in cui è in affitto) verrà sgomberata. Verrà eliminato qualsiasi passaggio di 30 e passa di vita dei miei nonni. Anzi, qualcosa era stato “cancellato” qualche anno fa, quando avevano fatto una ristrutturazione. Prima i miei Nonni abitavano al terzo piano. Poi, visto che c’era la possibilità, dopo questa ristrutturazione, avevano avuto la possibilità di venire a piano terra, poiché le persone che erano qui se ne erano andate via. Però l’appartamento è identico. Cambia solo il fatto del balcone, sostituito da un giardino.  Si, trenta e passa anni. Che tra qualche settimana spariranno.  Di questa casa conosco ogni angolo. Ogni quadro. Ogni mobile. Ogni fiore. Ogni particolare. Ho passato tantissimo tempo ad osservarla. La moquette grigiolina calda calda. La trapunta di questo letto. I mobili antichi. Il bagno minuscolo come usano qui in Svizzera. La lavastoviglie mai usata. Perché mia nonna l’ha sempre odiata. (E anche mia mamma). La macchina del caffè iper mega automatica. E mio zio e mia mamma a decidere come dividersi i ricordi. E’ triste, però non li biasimo perché purtroppo devono farlo. Hanno chiesto a me cosa desidero. Nulla. Mi basta quello che mi rimarrà nel cuore. Quello che quando chiuderò gli occhi, vedrò. Con mio Nonno e mia Nonna lì…….come quella volta di tanti anni fa che avevo portato qui una ragazza svizzera che frequentavo. Che ridere al ricordo. Entriamo in casa, mio Nonno che ci accoglie e subito ci fa accomodare in cucina. Sul tavolo un tagliere pieno di fette di speck, formaggi vari e salumi locali, tra cui alcuni fatti con le sue manine (mio Nonno era macellaio). E la ragazza, timidamente, rifiuta di mangiare quelle cose. Ecco. Poi mio Nonno disse a mia mamma che quella ragazza "non andava bene per me". Avrà avuto un metodo arcaico e particolare per decretare questa cosa, ma fatto sta che comunque aveva ragione. Mi dispiace mettere sul blog a Natale questa storia, ma come sempre detto il mio blog rispecchia la mia di vita. E di conseguenza quello che mi capita. Buon Natale a tutti.[Casualmente è da qualche giorno che continuo ad ascoltare questa canzone, nella versione fatta dagli zero assoluto. All Good Things (come to an end) Proprio ironia della sorte.. Tutte le cose belle finiscono.... ahahhaha ... ma si ridiamoci su....][non riesco a passare su nessun blog. Sono collegato dalla solita rete abusiva, ma tra qualche minuto devo staccare per andare dalla mia Nonnina. A presto]