Pensieri in libertà

Per mantenere sempre vivo il ricordo di Pio La Torre


  Ventinove anni fa, il 30 aprile 1982, a Palermo è stato assassinato Pio La Torre. La Torre, sindacalista nonchè deputato comunista e segretario regionale del PCI, è stato un uomo che ha speso la propria vita in difesa dei diritti e, soprattutto, dei diritti dei più deboli. Sempre in prima fila nelle lotte dei braccianti, non ha mai esitato a denunciare i mali che affliggevano la Sicilia ed il nostro paese. E non ha avuto paura neanche di parlare apertamente di mafia in un periodo in cui se ne negava perfino l’esistenza. Non solo ha smascherato pubblicamente i misfatti mafiosi, compreso il “sacco di Palermo”, ma si è battuto strenuamente anche per l’introduzione del reato di associazione mafiosa e per la confisca dei beni ai mafiosi. È stato il primo a capire che questo era il modo più incisivo per colpire al cuore la mafia. Ed infine la sua ultima, ma certamente non meno importante, battaglia: quella per la pace. Nel 1981 raccolse un milione di firme per una petizione contro la base militare USA di Comiso, dando voce ad una protesta molto sentita che portò ad una grande manifestazione, sempre nel 1981, a Comiso. Pio La Torre non voleva che la Sicilia venisse trasformata in un avamposto di guerra nel mare Mediterraneo, già segnato da tensioni e conflitti. E mi piace ricordare che in proposito affermò: “Noi dobbiamo rifiutare questo destino e contrapporvi l’obiettivo di fare del Mediterraneo un mare di pace”. Una vita trascorsa accanto ai braccianti, accanto agli sfruttati, accanto agli onesti, accanto ai pacifisti … Troppi sono stati gli interessi intoccabili “toccati” da Pio La Torre: gli interessi dei latifondisti e di chi ostacolava la riforma agraria, gli interessi economici della mafia, gli interessi (anche mafiosi) che ruotavano attorno alla base di Comiso. Indubbiamente la mano (cioè gli esecutori materiali) che ha stroncato la sua vita e quella del suo autista Rosario Di Salvo è stata una mano mafiosa, come acclarato anche dal processo, ma restano ancora sconosciuti i mandanti e da più parti si ipotizza che Cosa nostra sia stata il braccio armato di entità esterne. Una cosa è certa: chi voleva tappare la sua bocca e fermare la sua azione non c’è riuscito perché le sue idee non sono morte con lui ma hanno continuato a vivere grazie a tutti quelli che hanno continuato a lottare per lui. Ed è così che il 13 settembre del 1982, con la legge n. 646 (cosiddetta legge Rognoni-La Torre) è stato introdotto nel nostro ordinamento il reato di associazione mafiosa. Successivamente, nel 1996 – grazie soprattutto all’impegno di don Luigi Ciotti e di “Libera” – è stata approvata la legge (n. 109/96) sulla confisca dei beni ai mafiosi. Secondo i dati dell'Agenzia nazionale sui beni confiscati, attualmente i beni confiscati definitivamente sono 11.317 e le regioni con il maggior numero di beni confiscati sono la Sicilia (44,14%) e la Campania (14,91%), seguiti dalla Calabria (14,23%), dalla Lombardia (8,51%), dalla Puglia (8,24%) e dal Lazio (4,55%). Le aziende confiscate definitivamente sono, invece, 1.395: anche in questo caso la Sicilia (37,6 %) e la Campania (19,6 %) sono le prime regioni con il maggior numero di aziende confiscate, immediatamente seguite, però, dalla Lombardia (14,2%). La percentuale diminuisce fortemente per la Calabria (8,2%) e per il Lazio (8%). È di questi giorni la notizia che il Comune di Bagheria intitolerà a Pio La Torre un edificio confiscato alla mafia … per ricordare … per non dimenticare. Pio La Torre, un grande uomo che ha fortemente creduto e lottato per un mondo migliore … un mondo libero dalle ingiustizie sociali, un mondo libero dalla mafia, un mondo senza guerre.