Pensieri in libertà

Post N° 9


Violate, molestate, picchiate ma mai rassegnate (seconda parte).
Altro dato significativo che emerge dalla ricerca è quello relativo al “sommerso”. E anche questo è un dato che conferma quanto sempre sostenuto dal movimento femminista: la quasi totalità delle violenze (oltre il 90%) non viene denunciata e, di conseguenza, viene esclusa dalle statistiche ufficiali che diventano, pertanto, del tutto inattendibili e lontanissime dalla realtà.  Non vengono, infatti, denunciati:-          il 91,6% degli stupri-          il 94,2% dei tentati stupri-          il 96% delle violenze subite da una persona diversa dal proprio partner-          il 93% delle violenze subite dal proprio partnerComprensibile, da un punto di vista psicologico, è il fatto che si tende a denunciare meno la violenza sessuale perpetrata dal partner rispetto a quella fisica; ugualmente si tende a denunciare meno i mariti o i fidanzati attuali rispetto agli ex mariti ed ex fidanzati. Imbarazzo, senso di solitudine e paura hanno un ruolo fondamentale perché la violenza sessuale, i maltrattamenti in famiglia, le molestie sessuali colpiscono la donna non solo nella sua integrità fisica ma anche nella sua identità e nella sua integrità psicologica. Imbarazzo, senso di solitudine e paura si sono riusciti, tuttavia, a superare spesso nei casi in cui le donne si sono rivolte agli operatori del pronto soccorso, avvocati, magistrati, forze dell’ordine, medici o infermieri.
 Proprio per le profonde conseguenze psicologiche derivanti dalla violenza, è molto difficile non solo decidere di denunciare ma anche trovare il coraggio di parlare con altre persone di quello che è accaduto.Più di un terzo delle donne, infatti, non ne ha parlato con nessuno. Il 36,9% ne ha parlato con amici, il 32,7% con familiari, il 9,5% con parenti, il 4,9% con magistrati, avvocati e forze dell’ordine, il 4,2% con colleghi di lavoro. Inoltre il 2,8% delle vittime si è rivolto ai centri antiviolenza o ha contattato altre associazioni di sostegno alle donne. Significativo è il fatto che la gran parte delle donne che hanno subito violenze dal partner attuale non ne parla con nessuno.Per quanto riguarda, invece, la violenza subita da una persona diversa dal proprio partner, solo un quarto delle donne (contro un terzo delle violenze domestiche che vengono percepite come le più gravi in assoluto) non ne parla con nessuno; il silenzio è maggiore quando l’autore è una persona che si conosce e l’episodio ha riguardato una violenza sessuale (in particolare uno stupro o tentato stupro). Se, poi, guardiamo i dati delle donne che hanno subito violenza prima dei sedici anni, vediamo che più della metà non ne ha parlato con nessuno Il segno lasciato dalla violenza è talmente grande e doloroso che i tempi necessari per riuscire a parlarne con qualcuno sono, in molte situazioni, abbastanza lunghi: il 16,9% ne ha parlato dopo qualche giorno, il 9,2% dopo qualche mese ed il 10,5% dopo uno o più anni … e nel caso in cui la violenza sessuale è stata perpetrata dal partner attuale, chi ne ha parlato lo ha fatto, in genere dopo oltre un anno.Dopo un'aggressione sessuale molte donne provano sentimenti di paura e di vergogna … emerge la propria vulnerabilità, subentrano confusione, sensi di colpa, ansia, depressione. È importante riuscire a parlarne con persone di fiducia: è il primo passo per reagire e per prendere coscienza di essere state vittime di un reato … per capire che il colpevole conta sempre molto sul silenzio.  È importante anche trovare la forza per rivolgersi ad un Centro antiviolenza che può aiutare, con le proprie consulenti, sia da un punto di vista psicologico che legale.  Denunciare non è solo un modo per ottenere giustizia ma è anche un modo per proteggere altre donne da violentatori che restano impuniti.Alquanto positivo è, in questo senso, il fatto che il Ministero delle Pari Opportunità abbia istituito il numero verde 1522 per chi è soggetto o testimone di violenza: spero che possa aiutare molte persone ad uscire dal silenzio.. 
 È da segnalare anche la seguente iniziativa “Una busta rosa perché non sei sola” promossa  dall’UDI, per fermare l’attenzione dei parlamentari e dell’opinione pubblica sulla violenza alle donne, che è la prima causa di morte nel mondo:"Se hai una storia di violenza da raccontarci, in  forma anonima, scrivila su questo foglio  e  spediscilo all’Udi – Unione Donne in Italia, Sede nazionale, via dell’Arco di Parma 15, 00186 Roma. Puoi anche inviare una  e-mail    udinazionale@tin.it  aNoi raccoglieremo le testimonianze per dare voce "ad una sofferenza che riguarda tutteRecentemente è stato predisposto un disegno di legge sulla violenza contro le donne, già approvato dal Consiglio dei Ministri. Ma, nel corso dell’iter parlamentare, diverse norme sono state “snaturate”. Sarebbe auspicabile, anche alla luce dello studio dell’ISTAT, un maggiore approfondimento da parte dei parlamentari, in modo da approvare una legge che sia più vicina alle donne. E sarebbe auspicabile che venisse introdotta la possibilità di costituzione di parte civile da parte dei centri antiviolenza e delle associazioni delle donne … affermare che il danno arrecato ad una donna che ha subito violenza è danno arrecato a tutte le donne è un dato politico che ormai fa parte della storia del femminismo, è un dato politico che noi donne rivendichiamo. (continua …)