Pensieri in libertà

Post N° 33


Onestà …
 Mio padre si dilettava a scrivere. Ed io mi dilettavo a regalare i suoi libri ai miei amici più cari. Non lo facevo per pubblicità: il mio era un semplice gesto di affetto, di condivisione con le persone che amavo di più.Noto solo in un ristrettissimo ambito, è sempre rimasto sconosciuto ai più ed è impossibile trovare i suoi libri perché, salvo rarissimi casi, si occupava direttamente lui anche della vendita. Non gli interessava vendere più di tanto: scriveva per il gusto di scrivere.Conosco Luca fin da quando aveva pochi mesi: è il figlio di una mia carissima amica. È un ragazzo affettuosissimo, particolarmente intelligente ed ha sempre coltivato moltissimi interessi; pur non essendo un “secchione” è stato sempre brillante in tutte le materie, riuscendo a coniugare l’impegno dello studio con il divertimento, gli amici, lo sport, le attività teatrali, etc.Sapevo che gli piaceva moltissimo leggere ma non avrei mai immaginato che avesse letto anche tutti i libri di mio padre. Sono rimasta, perciò, letteralmente stupita ed incredula quando un giorno (allora frequentava il terzo liceo classico) mi ha detto che nell’ultimo compito di italiano, in cui si doveva parlare di uno scrittore contemporaneo, lui aveva parlato di mio padre. Lì per lì ho pensato che stesse scherzando (a lui piace giocherellare) ma sua madre è intervenuta subito assicurandomi che era vero. Avevano tutti e due un’espressione molto divertita … poi Luca, con tono tra il serio ed il faceto e con abili pause che catturavano ancora di più l’attenzione, ha cominciato a scendere nei particolari e, man mano che andava avanti nel racconto, non riuscivo a trattenermi dal ridere … la sua ironia era indiscutibilmente pungente e, nello stesso tempo, decisamente spassosa. E così sono venuta a sapere che Luca aveva parlato di mio padre come uno dei più grandi scrittori contemporanei, elogiando le sue opere in un modo estremamente lusinghiero. La sua era una provocazione: voleva vedere se la sua professoressa di italiano avrebbe avuto il coraggio e l’onestà di dire che lei quello scrittore non lo conosceva.Luca è stato l’unico della classe a non parlare di un autore arcinoto e ha avuto, come al solito, uno dei voti più alti per quel compito … ma la professoressa non ha avuto il coraggio di dire: “ma questo scrittore chi è? io non ne ho mai sentito parlare” … silenzio assoluto …Eppure tutto questo è accaduto in un liceo di Roma molto noto per la sua serietà e posso assicurare che la professoressa in questione era molto brava e competente, un’ottima insegnante … ma di fronte ad un alunno che aveva dimostrato sempre di essere molto preparato e brillante, non ha avuto l’onestà intellettuale di dire “io non so”.Con il racconto di questo episodio, che mi fa ancora sorridere, non intendo mettere sotto accusa gli insegnanti ma voglio semplicemente dire che, a volte, i ragazzi si aspettano maggiore onestà da parte di noi adulti.