Pensieri in libertà

Da Palermo tutto è cominciato e a partire da Palermo tutto deve cambiare


                                              Da Palermo dove è tutto cominciato … È molto determinato Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino – assassinato il 19 luglio 1992 insieme alla sua scorta – nel voler trasformare il diciassettesimo anniversario della strage di via D’Amelio in una giornata di lotta per una nuova RESISTENZA. Una RESISTENZA senza tregua verso quei settori della politica e delle istituzioni fortemente conniventi con la mafia e che con la mafia hanno stretto patti scellerati … una RESISTENZA volta a smascherare il legame tra la mafia “militare” e la mafia “politica” … una RESISTENZA che pretende che venga fatta piena luce sulle responsabilità reali e sui veri mandanti degli assassini di Paolo Borsellino e di tante altre vittime di mafia. Il grido di Salvatore Borsellino non può restare inascoltato: è rivolto alle nostre coscienze, alla nostra sete di verità, di giustizia, di democrazia e di libertà. Da mesi gira l’Italia intera per preparare l’evento. È un fiume in piena che parla di servizi segreti deviati, di massoneria deviata, di informazione asservita al potere. Evidenzia a chiare lettere che il famigerato “Piano di Rinascita” di Licio Gelli, piano piano, nel corso degli anni è stato quasi del tutto attuato senza che ce ne accorgessimo, così come indirettamente, attraverso varie norme approvate in diverse leggi, si sta modificando la nostra Carta costituzionale. È instancabile nel denunciare il “papello” di Riina ed il conseguente patto tra lo Stato e la mafia, l’incontro tra Paolo Borsellino e Nicola Mancino avvenuto il 1° luglio 1992 alle 19.30 presso il Viminale, la scomparsa dell’agenda rossa subito dopo l’attentato di via D’Amelio. Sostiene che nel corso di quell’incontro Mancino parlò a Borsellino del “papello” di Riina, sperando di convincerlo a chinare la testa davanti alla mafia e che per questo motivo, quando dopo l’incontro è ritornato ad interrogare il pentito Gaspare Mutolo, era letteralmente sconvolto. Rammenta che suo fratello annotava minuziosamente ogni cosa sulla sua agenda rossa e che certamente avrà scritto lì anche il resoconto di ciò che gli disse Mancino. Mancino sostiene di non ricordare di aver incontrato il giudice perché quel giorno ha stretto le mani di molte persone che erano andate a rendergli omaggio. Inutile dire che questa motivazione è ridicola: è impossibile non ricordare il giudice che poco più di un mese prima aveva portato sulla propria spalla la bara di Giovanni Falcone e che da allora appariva quasi tutti i giorni sulla stampa … far finta di confondere Paolo Borsellino con una qualsiasi persona che gli aveva reso “omaggio” è un’offesa alla memoria ed alla rettitudine di Paolo Borsellino. È da tempo che Salvatore Borsellino sostiene che suo fratello, dal momento che si occupava delle indagini sulla mafia ed in particolare di quelle sull'assassinio di Falcone, era stato certamente informato dagli organi istituzionali della trattativa che era in corso tra mafia e Stato … e che è stata proprio la sua opposizione a tale progetto a costargli la vita, o meglio ad accelerare la sua morte. Ipotesi, queste, che sembrano essere puntualmente confermate dagli ultimi avvenimenti relativi alle recenti rivelazioni dei pentiti (Ciancimino, Spatuzza) che mettono in discussione alcuni risultati del processo già celebrato. Il 19 luglio 1992, quando Gioacchino Genchi arrivò in via D’Amelio, alzò gli occhi e si rese conto che il detonatore che aveva innescato l’esplosione poteva essere stato azionato solo dal castello Utveggio sul Monte Pellegrino. Raggiunse immediatamente il castello e si accorse che lì si trovava un centro del SISDE.“Non c’era altro luogo possibile, perché altrimenti si sarebbe dovuto pensare a un kamikaze. E così non è stato” ha recentemente affermato Genchi che poco tempo dopo la strage, quando le indagini cominciarono a far emergere la possibilità di una trattativa dello Stato con la mafia, è stato trasferito ed allontanato da Palermo. Troppi i silenzi persistenti, troppe le complicità che si continuano a coprire, troppi gli avvoltoi che ogni anno “commemorano” ipocritamente l’assassinio di Paolo Borsellino. E per porre fine a questi riti ipocriti in cui alcune persone indegne di rappresentare le istituzioni fingono dolore, Salvatore Borsellino ha voluto trasformare il 19 luglio in una giornata di lotta per una nuova RESISTENZA che ha come protagonisti i cittadini onesti che vogliono realmente verità e giustizia. È molto significativo che le manifestazioni previste si apriranno sabato 18 luglio con la “MARCIA DELLE AGENDE ROSSE”: un corteo, cioè, da Via D’Amelio al castello Utveggio con un’agenda rossa in mano.Il corteo verso il castello e l’agenda rossa tra le mani dei partecipanti sono simboli di semplice comprensione e, nello stesso tempo, sono simboli fortissimi che sintetizzano in modo inequivocabile ed incisivo la protesta e la lotta che sono al centro dell’iniziativa. Le manifestazioni per il diciassettesimo anniversario della strage di via D’Amelio si svolgeranno, a Palermo, dal 18 al 20 luglio: Sabato 18 luglio Ore 15:00  - via D'Amelio: partenza della "MARCIA DELLE AGENDE ROSSE" verso il castello Utveggio Ore 20.30 - Facoltà di Giurisprudenza, via Maqueda n°172: Dibattito “I mandanti impuniti” organizzato dalla rivista ANTIMAFIA Duemila (parteciperanno: Salvatore Borsellino, Antonio Ingroia, Luigi De Magistris, Giuseppe Lumia, Giorgio Bongiovanni e Gianni Barbacetto) Domenica 19 luglio Ore 8:00 - via D´Amelio: presidio fino alle ore 16.40 con interventi di giornalisti, associazioni e cittadini Ore 16:55 - Minuto di silenzio Ore 17:00 - Marilena Monti recita GIUDICE PAOLO Ore 18:30 - Partenza del corteo da via D´Amelio verso il quartiere Kalsa passando per i luoghi dov´è cresciuto Paolo Borsellino con arrivo a P.zza Magione Ore 21.30 - P.zza Magione: recital di Giulio Cavalli. Esibizioni di Mario Crispi, Marilena Monti, Angela Rizzo e Laura Spacca Lunedì 20 luglio Ore 9:00 - Palazzo di Giustizia: presidio di solidarietà ai magistrati Ma non è solo a Palermo che ci si mobiliterà per Paolo Borsellino. Per chi non potrà raggiungere Palermo, infatti, sono state organizzate diverse iniziative in numerose altre città: VENEZIA, POTENZA, TORINO, MILANO, SAN BENEDETTO DEL TRONTO, FIRENZE, NAPOLI, BOLOGNA, GENOVA, BARI, ROMA, LECCO, SANREMO, etc. Le notizie rispetto agli appuntamenti in queste città si trovano QUI “Io non avrò pace finche non sarà fatta Giustizia. E finché non sarà fatta Giustizia non darò pace a chi sa e non vuole ricordare, a chi è complice e non confessa, a chi è ispiratore o mandante e non può essere processato” ha affermato Salvatore Borsellino. Le parole di Salvatore arrivano, come sempre, diritte diritte al cuore ed è impossibile non raccogliere il suo appello. 19 luglio: un giorno di RESISTENZA a Palermo … un giorno da dedicare a Paolo Borsellino ed alla sua scorta che hanno sacrificato la propria vita per tutti noi. Da Palermo tutto è cominciato e a partire da Palermo tutto deve cambiare Ha ragione Salvatore Borsellino: è da Palermo che può e deve iniziare una nuova RESISTENZA