salsedine del sogno

La mia rabbia e la vostra retorica


L’avrò cento volte e forse questa è la centunesima! Odio da sempre le etichette qualsiasi esse sono perché sempre false e perché sono un modo per distinguersi.Il mondo è pieno di etichette, ci gioca la sue esistenza, dalle marche griffate fino alle persone: abili, disabili, normodotate, ipovedenti,  lesbiche, omosessuali, bisessuali, transessuali, terminali, pazienti, degenti, detenuti, incubati, condannati, appellanti, ecc. ecc. Oggi l’ordine dei medici nel nuovo codice deontologico, ha scritto che chi sta male non si deve più chiamare paziente, ma “persona assistita”.Sono incazzato e lo dico senza peli nella lingua. Ma voi signori medici pensate che i pazienti, noi pazienti, mi ci metto anch’io perché lo sono stato troppe volte, pensate proprio che noi ci sentiamo pazienti? Pazienti di cosa? Di stare male? Di avere infilato aghi nella pelle o di offrire un corpo da tagliare e cucire?E questa la chiamate pazienza? È la retorica dei ruoli che esistono per forza e determino il potere tra chi sta male e chi lo deve curare. E fatela finita con le vostre etichette abbiate il coraggio di chiamare le persone per nome! Fatela finita di giocare alla privacy del: “Chiamiamo il numero A53!”.Non esistono etichette nel vissuto del dolore, è solo teatro per prendere distanze che voi cari medici non potete n prendere, anche se temo non lo ammetterete mai. 
"Bed time" questa foto appartiene a Luca Rossato